Il calcio dei grandi
Asllani tra incognite e pressioni, l’Inter gli fa le valigie: cosa non ha funzionato
Il dirigente dell’Inter, Ausilio, ha messo Asllani sul mercato. Un rapporto mai sbocciato con i nerazzurri: gli errori commessi e una gestione da rivedere

Nei rapporti umani, come nel calcio, la fiducia è un filo sottile: invisibile, ma capace di reggere (o spezzare) carriere e relazioni. E nel caso di Kristjan Asllani, quel filo si è logorato lentamente, fino a cedere. C’è qualcosa di profondamente umano, e doloroso, nel sentirsi fuori posto, ignorati, sopravvalutati o peggio: dimenticati. Come diceva il personaggio di Will Hunting nell’omonimo film, “Non è colpa tua. Ma non puoi aspettarti che tutti lo capiscano”. L’albanese ha vissuto l’Inter più da spettatore che da protagonista, smarrito nel labirinto delle gerarchie e delle aspettative, vittima di un sistema che premia solo chi riesce a brillare subito.
L’Inter mette Asllani alla porta
“Abbiamo comunicato ad Asllani che è giusto che parta” ha detto Ausilio durante l’evento benefico United a favore della Fondazione “Le Stelle di Marisa ETS”. Una sorta di ammissione di colpa da parte della società, che non può garantire al mediano albanese il futuro che si era intravisto al momento della firma nel 2022. Il giocatore non ha mantenuto le aspettative e si è ritrovato a fare da comparsa all’interno di un cast ormai consolidato. E il capo regia Calhanoglu ha alzato talmente tanto il livello, da mettere il classe 2002 in un angolino. Poche chance, anche con il turco infortunato. Tanti calciatori adattati nel suo ruolo e poca fiducia in un ragazzo che è finito nel vortice delle critiche. Il capro espiatorio delle sconfitte, anche quando in campo c’è stato poco. Ma di chi sono le colpe?

Asllani, Inter
“Non è da Inter”: tra polemiche social e poche difese
In tre anni in Serie A, Asllani ha giocato solo 21 partite da titolare e spesso per turnover o a causa di infortuni dei titolari. Quasi mai per farlo sentire grande. È sempre stato una ruota di scorta, un po’ come la protagonista di Time of Your Life dei Green Day. Sempre snobbato e poco considerato anche dai tifosi, che lo hanno spesso preso di mura sui social. “Non è da Inter” è il messaggio più comune: le critiche sono state molte, in pochi lo hanno difeso. Il centrocampista albanese non è stato in grado di reggere la pressione della big e non ha mai inciso in modo convincente, giocando spesso a un ritmo più lento rispetto a quello richiesto in una grande squadra. A volte si è andati anche oltre, puntando il dito contro di lui anche quando i responsabili erano altri. “Si dice tanto di me ogni volta, sono abituato. Ho eliminato tutti i social e leggo meno cose. Critiche esagerate? Sì, ma non c’è problema. Sono fortunato ad avere un grande gruppo intorno a me” ha detto Asllani a Dazn, facendo riferimento alla sua prestazione in Supercoppa contro il Milan.
Asllani, poca fiducia e ora l’addio
Asllani non ha mai goduto pienamente della fiducia necessaria per sbocciare all’Inter e questo ha finito per spegnere il fuoco del suo talento. Inserito a intermittenza, sempre all’ombra dei titolari e con pochi minuti per incidere, il centrocampista albanese ha gradualmente normalizzato le sue prestazioni, smarrendo quell’intraprendenza che lo aveva contraddistinto all’Empoli. Sentirsi ai margini del progetto lo ha inevitabilmente condizionato, trasformando ogni opportunità in un esame, piuttosto che in un’occasione di crescita. Come diceva Goethe, “Trattate un uomo com’è e resterà com’è; trattatelo come può e deve essere, e diventerà come può e deve essere”. L’Inter, forse, non ha mai trattato Asllani per quello che poteva diventare. Ora, con la sua probabile partenza, resta l’amaro sapore di un rimpianto: quello di non aver coltivato un talento che avrebbe potuto dare molto di più.
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