Il calcio dei grandi
Altro che Arabia: la Premier League spende come emiri. Sono ancora loro i re del mercato?

Isak-Liverpool conferma una supremazia netta
Sulla scia della sua esultanza, il Liverpool (orfano purtroppo in tutti i sensi di Diogo Jota) sta per puntare il mirino su Alexander Isak. I “reds” si preparano a sparare una cifra pirotecnica, che potrebbe aggirarsi intorno ai 140 milioni: inutile sottolinearlo, investimento fuori scala per ogni altro mercato. Perfino per quella parte di mondo che grazie ad offerte fuori mercato sta cercando di sgomitare e farsi spazio nel calcio che conta. Anche l’Arabia infatti, impallidisce di fronte alle cifre mostruose della Premier League, che rappresenta dunque l’apice, il “gota” del football in tutti i sensi.

Alexander Isak (screen)
Spodestata la Saudi Pro League
Il Calciomercato 25/26, nel suo primo mese di gestazione, ha confermato la supremazia del calcio inglese. Chelsea, Liverpool, Manchester City, Sunderland (avete letto bene, una neopromossa seduta al tavolo delle grandi), Tottenham, Arsenal e Brighton. Sono 7 le squadre inglesi nella Top 10 dei club che hanno speso le cifre più alte dal primo giugno ad oggi (16 luglio). E restringendo l’inquadratura soltanto alle sette sopra citate, queste hanno già generato affari da circa 1 miliardo e 60 milioni di euro. Colpi altisonanti, che risuonano quasi come dichiarazioni di intenti (Wirtz al Liverpool, Reijnders al City), ma anche acquisti che si rivelano immediatamente spartiacque (Joao Pedro, che in circa 150 minuti al Chelsea ha messo il fiocco al Mondiale per Club con 3 gol pesantissimi).
E per quanto possa avere diritto di cittadinanza l’opinione per cui spesso questi folli slanci in avanti si traducano in salti nel vuoto, è altrettanto centrale il tema del paragone impietoso rispetto a tutte le altre realtà calcistiche. Facendo un rapido confronto, possiamo notare come la prima squadra del mercato arabo in graduatoria è l’Al-Qadsiah con circa 110 milioni spesi. Eppure, si tratta al momento di una mosca bianca, visto che la seconda realtà della Saudi Pro League per investimenti è il Neom, con 43 milioni già impegnati e un’offerta da circa 6 milioni pronta per Xhaka. In terza posizione, l’Al-Hilal di Simone Inzaghi, che per ora ha ufficializzato soltanto l’arrivo di Theo Hernandez per 25 milioni ma sta monitorando su più fronti per consegnare in mano al tecnico piacentino quella fuoriserie promessa ad inizio mercato.

Retegui, nuovo acquisto dell’Al-Qadsiah (screen)
Un dominio della Premier League senza soluzione di continuità
Considerando anche i tempi di reazione degli altri campionati, pachidermici se rapportati alla finestra temporale comunque limitata del mercato estivo, l’Inghilterra si riconferma regina del mercato e difficilmente abdicherà al trono. Non esiste ad oggi alcun ecosistema capace di attrarre nella propria orbita così tanto talento: sull’Arabia dunque, non c’è soltanto un vantaggio competitivo dato dalle competizioni europee, ma anche culturale e nelle ambizioni. Jhon Duran, Sadio Mané o Alexandr Mitrovic rimangono dunque grandi eccezioni che confermano l’equazione di base: la forbice tra la Premier e la Saudi Pro League è ancora molto ampia e non basteranno i colpi pirotecnici sul mercato a ridurla. Anche e soprattutto perché, in quanto a grandi operazioni, oltre la Manica continuano ad offrire masterclass.
Luca Ottaviano
Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook