Il calcio dei grandi
Allegri-Milan, il cavallo Leao e “zero messaggi”: il Diavolo di Max
Il nuovo Milan di Allegri è in costruzione: Max ha in meno la rinascita del Diavolo. La gestione Leao e quelle vecchie abitudini.

Il nuovo Milan di Allegri è in costruzione: Max ha in meno la rinascita del Diavolo. La gestione Leao e quelle vecchie abitudini
Nella notta da incubo dell’Inter a Monaco, una parte della serata se la sono ritagliata i Link Park. Cosa c’entrano con il Milan e Allegri? Tanto. I rossoneri sono i protagonisti indiretti di “In the End” e di quel sentimento di frustrazione e desiderio di uscire da una situazione dolorosa. Per farlo la proprietà ha scelto Allegri, anche lui in cerca di rivalsa dopo l’addio doloroso con la Juve. Un mix perfetto per cercare di ridare dignità a un club che l’ha seminata per strada.

Allegri, Milan
Allegri, il cavallo Leao e i “giochi”
“L’ippica è un gioco di scommesse, ma la vera scommessa è sul talento dei cavalli”. E Allegri è pronto a puntare i suoi denari su Leao. Il portoghese è un purosangue e Max se bene come risvegliare tutte le sue qualità. All’ex allenatore della Juventus piace insistere sul talento: “Come fate a pensare che in un campo da calcio vincono gli schemi?”. Il suo pensiero è chiaro. Prima i giocatori, poi il resto. E il processo di restaurazione del numero 10 del Milan potrebbe partire dall’estate.
Tra qualche coccola o gioco improvvisato come in passato con Pogba e Dybala, il mister proverà a far scattare la sua fiducia. Se surfa e gioca con il sorriso, sono danni per le difese avversarie. In dirigenza lo sanno bene e proveranno a confermarlo per cercare di rivedere il Leao prime degli anni di Pioli.
Tare e il nodo Reijnders-Theo
La dirigenza del Milan dovrà però lavorare su tanti fronti per cercare di ritrovare l’appoggio della tifoseria. Tare come prima mossa ha deciso di puntare su un allenatore esperto e vincente e che conosca anche l’ambiente. E le reazioni da parte dei social rossoneri sembrano buone. Il nuovo ds si è inserito bene, ma ora deve ragionare su aspetti molto delicati come il futuro di Reijnders e Theo Hernandez. L’olandese è ammirato dal Manchester City che sembra intenzionato a fare sul serio.
E sarebbe una grande perdita per Allegri che in questo caso dovrebbe fare a meno del suo giocatore più tecnico. Sarebbe poi decisivo spendere nel modo giusto il ricavato. Cambiando porzione di campo la situazione di Theo è per ora difficile da decifrare. La stagione del francese è stata la peggiore dal suo arrivo al Diavolo, ma ha qualità superiori alla media. E qui potrebbe scattare il lavoro di Max, che come l’anziano saggio su Namecc può risvegliare il potenziale latente del terzino.
Allegri alla Levi-Strauss
Tra Allegri e il Milan in gioco c’è il ritorno del destino, col quale bisogna sapersi arrangiare per citare il sociologo Levi-Strauss. Max ha saputo andare oltre qualsiasi paradigma negli anni. Ha ricostruito e vinto e ha fatto i conti anche con diverse delusioni. Sa assorbirle, ma sa tirare fuori il massimo dai suoi calciatori. Il motivo? Mette sempre prima loro davanti il resto. Non vuole essere il protagonista, tranne per qualche giacca volata al vento.
Non ha moduli o idee prestabilite, ma dialoga e ascolta la sua squadra. A volte è un punto a favore, soprattutto quando in campo ci sono tanti campioni, a volte no. E ora a Milanello di giocatori di caratura internazionale non se ne vedono molti, ma qualcuno c’è. E allora la domanda sorge spontanea: come potrebbe giocare il Milan?
È tornato più forte di prima. @acmilan se volete usare la foto ve la lascio. #Allegri #milan #Tare #ACMilan pic.twitter.com/jQ1YGXf6h0
— HellNose (@HellDiaulo) May 29, 2025
Il Milan di Allegri non ha risposte
Non si può dire come giocherà il Milan di Allegri semplicemente perché neanche Max ha la risposta. Zero messaggi, per parafrasare la canzone di Lazza. Per ora è come un pastore al pascolo che cerca di conoscere il proprio bestiame. E in base alle caratteristiche della rosa poi adatterà il modulo. Alla Juve si è visto il 3-5-2 post contiano, poi il 4-3-1-2 con tutti i centrocampisti in campo, il 4-3-3 con Douglas Costa, il 4-2-3-1 con Dybala trequartista e tanti altri schieramenti.
Non ha preconcetti e non adatterà i calciatori al suo pensiero. Certo alcune cose si possono immaginare come il gioco “In Avanti!” come ha spesso urlato dalle parti della Continassa. L’obiettivo è sempre e solo uno: la vittoria. Non gli interessa come. Questa è la sua filosofia e se sarà giusta o sbagliata lo dirà il campo. Il grande gestore è chiamato a una grande sfida.
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