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Tosku, l’Inter e la salvezza con il Cesena. L’agente: “Qui ha trovato fiducia. Giovani? In Italia conta solo il risultato”

Ai nostri microfoni, l’agente Giorgio Budetta ha parlato della buona stagione di Frederik Tosku, tra i protagonisti del Cesena Primavera.

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Ai nostri microfoni, l’agente Giorgio Budetta ha parlato della buona stagione di Frederik Tosku, tra i protagonisti del Cesena Primavera.

Il Cesena ha concluso con una sconfitta il campionato di Primavera 1. Un k.o ininfluente e che non cancella quanto di buono fatto dai bianconeri, con la salvezza raggiunta con qualche giornata d’anticipo. I romagnoli, da diverso tempo, hanno intrpreso un percorso ben preciso con i giovani, diventando un esempio anche per le altre realtà italiane. Con 66 reti all’attivo, il punto di forza della formazione di Campedelli è stata la fase offensiva.

Parlando di singoli, uno dei calciatori che si è messo maggiormente in evidenza è stato Frederik Tosku. Classe 2006, è cresciuto nei settori giovanili di Inter, Pro Patria, Monza e Lugano, arrivando a Cesena nel 2023. In questa stagione, l’attaccante ha totalizzato 7 reti e 2 assist in 34 presenze, ritagliandosi un ruolo da protagonista in questa seconda parte di stagione. Noi di MondoPrimavera abbiamo intervistato Giorgio Budetta della SEG Football, agenzia che cura gli interessi del calciatore. Con lui abbiamo parlato del percorso che sta facendo Tosku, di alcune tematiche d’attualità del calcio giovanile e non solo.

Giorgio Budetta, procuratore di Tosku

Budetta, Tosku e la crescita a livello mentale

Nonostante il salto di categoria, Tosku è riuscito a migliorare i numeri dello scorso anno: siete soddisfatti del suo percorso?

Nella prima parte di stagione non ha giocato molto, a causa di qualche problema fisico. Quando è tornato al meglio della sua condizione si è fatto trovare pronto, sentendo la fiducia sia dei suoi compagni di squadra che dell’allenatore. Essendo un classe 2006, l’anno prossimo si aspetta di fare delle cose importanti: deve continuare così”. 

In quali aspetti è cresciuto rispetto alla scorsa stagione? 

Il ragazzo è cresciuto molto in autostima. Il miglioramento che ha fatto a livello mentale si è visto anche in campo. Dopo la gara di due settimane fa contro il Monza, in cui ha segnato una doppietta, mi ha detto: ‘ Giorgio so cosa sto facendo, sono molto tranquillo e carico’.”Mi hanno colpito molto queste frasi”. 

Le sue caratteristiche

In campo qual è il suo punto di forza?

“Frederik ha una buona struttura fisica ed è un calciatore tecnico. In nazionale viene prevalentemente impiegato come mezz’ala. Come dimostrato in Primavera, può giocare anche come trequartista o seconda punta, ruolo dove secondo me può esprimere al meglio le sue qualità”

Fuori dal campo che ragazzo è? 

“Educato e molto sensibile. Nato in Italia, ha scelto di rappresentare l’Albania, luogo d’origine dei suoi genitori”. 

Giovani, l’esempio del Cesena e la situazione italiana

Cesena può essere la realtà ideale in cui può crescere? 

“Lui si trova bene a Cesena, che a mio parere è una delle realtà virtuose del nostro calcio. Una società che investe molto sul vivaio: oltre alla Primavera, mi soffermerei anche sull’U18 e l’U15, entrambe ai playoff. Una piazza che offre maggiori possibilità ad un giovane di trovare spazio in prima squadra”.

Condivide la scelta di innalzare il limite d’età del Primavera 1, che dallo scorso anno è diventato un campionato U20? 

“Da un certo punto di vista, la reputo una decisione negativa. In questo modo non si soddisfa l’esigenza che hanno i ragazzi di esordire e acquisire esperienza nel calcio dei grandi. Il Primavera 1 è un campionato che a livello tecnico, soprattutto per certe squadre, superiore alla media che c’è in Serie C. ll livello di agonismo che c’è tra i professionisti però è un’altra cosa. Inoltre, con l’innalzamento del limite d’età, c’è il rischio che i  più piccoli non riescano a crescere nel giusto modo. Però va anche detto che ogni ragazzo è diverso e ha i suoi tempi. Magari per un 18enne è più formativo rimanere un anno in più in Primavera a maturare, che rischiare il grande il salto”.

Secondo lei l’Italia è un paese senza talenti?

“In Italia c’è una mentalità che si basa molto sul risultato. Un fenomeno che interessa non solo le prime squadre, ma anche i settori giovanili. Quando l’unico obiettivo è questo, diventa difficile scommettere su un calciatore “acerbo”, ma che ha dalla sua il talento.Yamal è un caso a parte: anche in Italia avrebbe giocato. In passato ci sono stati dei casi di giovani con qualità sopra la media. Il caso emblematico è quello di Donnarumma. La tendenza anche da noi sta cambiando, visti i diversi esordi che ci sono stati negli ultimi anni. Basti pensare ad esempio alla Juventus ma anche all’Inter, che in questa stagione ha lanciato Berenbruch e non solo. Speriamo che non siano solo dei casi isolati”.

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