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ESCLUSIVA – Prisco guida l’Italia U17 verso l’Uzbekistan: “Un privilegio vestire questa maglia”

In esclusiva ai microfoni di MondoPrimavera.com ha parlato Vincenzo Prisco, giovane centrocampista impegnato con l’Italia U17 al Mondiale.

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Prisco Napoli

L’’Italia Under 17 si appresta a tornare in campo a Doha (martedì ore 13:30) per affrontare l’Uzbekistan in una gara che profuma già di spartiacque mondiale. Tra i volti più attesi della selezione azzurra di Massimiliano Favo, c’è anche Vincenzo Prisco, il centrocampista del Napoli, intervenuto in ESCLUSIVA ai nostri microfoni, che, dopo la convocazione tanto sognata da bambino, sta vivendo il torneo con una maturità sorprendente.

La sua tecnica, la lucidità nelle scelte e quella calma incisiva che porta in campo lo hanno trasformato in uno dei riferimenti più solidi del gruppo. In un’Italia che vuole andare lontano e giocare con coraggio e identità, Prisco incarna lo spirito degli Azzurrini: lavoro, personalità e una fame di crescita che non conosce freni. Giovedì, contro l’Uzbekistan, servirà tutto questo — e forse qualcosa in più.

Come hai accolto la notizia della convocazione al Mondiale Under 17 in Qatar?

Ricevere quella chiamata è stato uno di quei momenti che sogni da bambino. Ha significato molto per me, mi ha fatto sentire orgoglioso, emozionato e anche molto motivato.

Che significato ha per te rappresentare l’Italia in una competizione così importante?

Rappresentare e vestire la maglia della tua nazione è sempre un privilegio: ti fa sentire tutta la passione e la storia del nostro Paese.

Come descriveresti il tuo modo di giocare e quali sono le tue qualità principali?

Cerco sempre di trasmettere fiducia e serenità, dando indicazioni e incitamento. Mi piace giocare con personalità provando a essere utile alla squadra. Secondo me le mie qualità sono tecnica, visione di gioco e lucidità, ma so che c’è ancora tanto da migliorare.

Quanto contano la concentrazione e la maturità mentale per un giovane calciatore che si affaccia al calcio internazionale?

A questi livelli conta moltissimo: bisogna sapersi gestire, rimanere concentrati anche nei momenti di maggiore pressione e saper reagire alle difficoltà.

Cosa ti aspetti da questa esperienza mondiale, sia a livello personale che di squadra?

A livello personale voglio crescere portando con me più esperienza possibile. A livello collettivo puntiamo ad arrivare il più lontano possibile, giocando con coraggio e identità.

Da chi prendi ispirazione, dentro o fuori dal campo?

Dentro al campo guardo e mi ispiro a quelli del mio ruolo. Oggi mi piace molto Lobotka, ma ai tempi Iniesta era il mio preferito.

Come gestisci la pressione e le aspettative che arrivano quando si parla di giovani talenti?

Cerco di rimanere concentrato sul lavoro giornaliero. Le aspettative fanno parte del percorso, però penso che la cosa più importante sia continuare a migliorare senza farsi distrarre.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi sogni o gli obiettivi che vorresti raggiungere nel calcio?

Il mio sogno è giocare ad alti livelli in un grande campionato. Preferisco fissare i miei obiettivi stagione per stagione, senza guardare troppo lontano.

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