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ESCLUSIVA Slovacchia: “Il calcio vive un buon momento. Suslov-Obert, ma non solo. Talento e calcio offensivo”
Alla scoperta del movimento calcistico slovacco: non solo Suslov e Obert, la nazionale allenata dal Ct Kentos proverà a mettere il bastone fra le ruote agli azzurrini di Carmine Nunziata

Slovacchia–Italia è già una partita da dentro o fuori. Gli azzurri, forti del successo di misura contro la Romania, firmato da Baldanzi, con un eventuale successo potrebbero staccare il pass per i quarti di finale; i padroni di casa, invece, devono assolutamente vincere, dopo il ko all’esordio con la Spagna, per mantenere vive le speranze di qualificazione.
Insieme al collega slovacco Lukas Vrablik (BBC, ESPN, 442, Guardian, English FA, Athletic), intervenuto in ESCLUSIVA ai nostri microfoni, abbiamo analizzato il percorso di crescita dei Sokoli (Falchi). La squadra allenata da Jaroslav Kentoš nonostante la sconfitta nella giornata inaugurale, ha ben figurato contro le Furie Rosse e oltre a Suslov e Obert, ha diversi fiori all’occhiello.
Quanto è importante per un Paese come la Slovacchia ospitare un evento calcistico continentale di questo livello?
“È molto importante. La Slovacchia aveva già organizzato il torneo nel 2000, arrivando fino in semifinale – era lo stesso Europeo in cui giocava Andrea Pirlo. Ora le aspettative sono alte, soprattutto perché il girone è tosto, con squadre come Spagna, Italia e Romania, tutte avversarie di livello. La gente qui conosce il torneo, lo segue, va allo stadio anche per più partite. Negli ultimi anni sono stati costruiti nuovi impianti, quindi finalmente ci sono le infrastrutture adeguate. Quindici anni fa non era così”.

Suslov Slovacchia U21
Come procede il percorso di crescita della nazionale slovacca, sia per quanto riguarda la selezione maggiore che l’Under-21?
“Sta procedendo bene. La nazionale maggiore è migliorata molto con l’arrivo di Francesco Calzona: si vede un sistema di gioco più chiaro, il pressing è migliorato e i risultati stanno arrivando. Anche i giocatori lo stimano. La Under-21 gioca un calcio propositivo, offensivo, cosa non comune in passato. Anche nelle amichevoli pre-Europeo hanno affrontato squadre molto forti, facendo esperienza. L’idea è chiara: costruire gioco, non solo difendersi. È un bel momento per il calcio slovacco, nonostante ci siano ancora lacune in alcune posizioni – ad esempio, non abbiamo un grande attaccante da circa 15 anni”.
A parte Suslov, chi sono i prospetti più interessanti dell’Under-21 slovacca?
“Ce ne sono diversi. Il portiere Ľubomír Belko è molto promettente, potrebbe presto trasferirsi all’estero. In difesa, Adam Obert, che gioca nel Cagliari, è un ottimo centrale, anche nel gioco palla a terra. Mi piace anche Nino Marcelli, un’ala molto interessante: si parlava addirittura di un interesse del Milan. Poi c’è Leo Sauer, che sta facendo bene in Olanda ed è già stato convocato dalla nazionale maggiore. Era anche nella rosa per l’Europeo. Questi sono probabilmente i migliori prospetti attuali”.
Tenere testa a una corazzata come la Spagna non è facile, eppure la Slovacchia ha saputo farlo.
“È vero. Hanno subito due gol in pochi minuti, ma poi nel secondo tempo sono rientrati in partita e hanno giocato molto bene. Hanno lottato e meritavano almeno un punto. L’atmosfera allo stadio era buona, anche se i tifosi slovacchi non sono famosi per la loro passione. Ma lo stadio era pieno, la squadra ha dato tutto e ha offerto una bella prestazione”.

Cesare Casadei Credit foto: M.C.
La sfida contro l’Italia è da dentro o fuori: cosa ti preoccupa di più della selezione azzurra?
“Ad essere sincero, non ho visto molte partite della Under-21 italiana, solo qualche minuto contro la Romania. Però so che Cesare Casadei è stato molto convincente. Detto ciò, l’Italia è sempre una squadra pericolosa: organizzata, con individualità forti e abituata a competere a questi livelli”.
Come vedi l’Italia? È una squadra che può arrivare fino in fondo in questo Europeo?
“Assolutamente sì. Ha la qualità, ha la storia, e se trova la giusta alchimia può arrivare fino alla fine. Certo, dipenderà anche da come reagiranno alle pressioni e alla gestione delle partite più complicate”.

Francesco Calzona, Ct Slovacchia
L’impronta italiana si nota nel movimento calcistico slovacco, considerando che in panchina c’è un tecnico italiano come Calzona?
“Sì, è molto visibile. Calzona è un allenatore che capisce di calcio, sa costruire, insegnare, dare un’identità alla squadra. Da quando è arrivato, il gioco è migliorato, la squadra è più organizzata. I risultati parlano chiaro. Anche se i tifosi slovacchi sono spesso insoddisfatti, lui gode di buona considerazione sia tra i giocatori che tra gli addetti ai lavori”.
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