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ESCLUSIVA MP – Vecchio: “Il futuro dello Spezia nasce dai nostri ragazzi. Il vero coraggio è farli giocare”
Giuseppe Vecchio, responsabile del settore giovanile dello Spezia, fa il punto sul vivaio aquilotto in esclusiva a MondoPrimavera.
Giuseppe Vecchio, responsabile del settore giovanile dello Spezia, parla a 360° a MondoPrimavera
Il mondo del calcio giovanile italiano vive spesso lontano dai riflettori, ma è lì che si costruiscono identità, percorsi e talenti destinati a scrivere il futuro. In questo panorama, lo Spezia rappresenta da anni una delle realtà più virtuose e coerenti, capace di trasformare il territorio in una risorsa e di dare continuità a un progetto tecnico che non si è mai snaturato.
Al centro di questo lavoro c’è Giuseppe Vecchio, responsabile del settore giovanile dal luglio 2024, figura che incarna perfettamente la filosofia del club: competenza, territorialità, pazienza e visione. Ex allenatore delle varie categorie del vivaio, fino alla Primavera, Vecchio conosce a fondo ogni ingranaggio della macchina aquilotta.
Il recente riconoscimento come miglior responsabile del settore giovanile di Serie B al Gran Galà del Calcio 2025 non è solo un premio personale, ma la certificazione di un progetto che negli anni ha saputo valorizzare giovani, idee e persone. Proprio da quel riconoscimento siamo partiti per approfondire temi, obiettivi e prospettive del settore giovanile spezzino. Di seguito l’intervista esclusiva di Vecchio ai microfoni di MondoPrimavera.com.
La nostra intervista esclusiva a Giuseppe Vecchio
Direttore, quanto la rende orgoglioso il premio ricevuto al Gran Galà del Calcio?
“In primis è una certificazione che premia il lavoro svolto, negli anni. Ricevo questo premio ben consapevole che il settore giovanile è l’unione di tutte le persone che ci lavorano, dall’attività di base in su. Si tratta di una filiera con un’idea che negli anni ti porta a raccogliere dei frutti. Il premio che ho ricevuto è merito di tutti meno che mio (ride, ndr), perché sono responsabile solo da un anno e mezzo. Prima ho allenato per tanti anni e so benissimo quanto siano importanti gli staff. Il premio è il frutto del lavoro fatto da tantissime persone in tanti anni”.
Un lavoro che ha portato tanti ragazzi del vivaio, da Candelari a Mascardi, in prima squadra.
“Ormai è diventata una tradizione nello Spezia puntare sui ragazzi del territorio. Moltissimi, tra quelli arrivati nei professionisti, sono ragazzi del territorio. Cerchiamo di puntarci il più possibile anche se non è semplice, perché molto dipende dalla prima squadra: in questa stagione purtroppo non stiamo andando benissimo e diventa più complicato farli esordire. Ma negli anni abbiamo dimostrato di poterci fare affidamento e continueremo a farlo”.
E poi ci sono Benvenuto e Giorgeschi, che stanno facendo bene in prestito.
“Stanno facendo il percorso che hanno fatto Vignali e Bastoni in passato. Loro, come Maggiore, hanno giocato titolari in Serie A. Il loro era stato un percorso che li ha visti protagonisti prima in Lega Pro, come Ceccaroni, per poi arrivare nella nostra prima squadra. Benvenuto e Giorgeschi stanno seguendo la stessa strada”.
Diamo uno sguardo al vivaio, partendo dalla Primavera di mister Terzi: come procede la stagione?
“Claudio è il nostro capitano della Serie A e ormai è da un triennio nel settore giovanile. È un ragazzo molto preparato, che sa lavorare e conosce molto bene l’ambiente. Ha lo Spezia tatuato sulla pelle, oltre a essere un ottimo allenatore. La Primavera sta facendo un’ottima stagione a livello di crescita, non ci preoccupiamo troppo dei risultati ma anche sotto quest’aspetto la squadra sta facendo bene”.
Magari non è l’obiettivo principale, ma come accoglierebbe un’eventuale promozione in Primavera 1?
“L’indicazione è cercare di creare prodotti per la prima squadra. Detto questo, i risultati aumentano l’autostima nei ragazzi e noi cerchiamo di raggiungerli attraverso dei principi di gioco e il miglioramento del singolo giocatore. Quella è la strada per cercare di produrre il meglio possibile. La promozione nel Primavera 1, nel caso, sarebbe un orgoglio per tutto lo Spezia e cercheremo di farci trovare pronti per un eventuale passo così importante”.
Anche le altre squadre stanno facendo bene, soprattutto l’Under 17 di mister Alessi. È soddisfatto?
“Abbiamo una leva molto competitiva anche nei classe 2009, abbiamo tanti giocatori di prospettiva. Nel nostro settore giovanile stiamo facendo, in generale, un ottimo lavoro in ciò che ci eravamo prefissi, ovvero quello di lavorare moltissimo sul singolo giocatore. Crediamo che il miglioramento del singolo giocatore possa migliorare anche tutti gli altri aspetti della squadra. E poi, per portare i giocatori a giocare a un buon livello devono avere più informazioni possibile. La preoccupazione principale che abbiamo noi è quella. Poi abbiamo anche delle squadre che riescono a dare delle soddisfazioni anche in termini di risultati, sicuramente”.
Da responsabile adesso, e da allenatore in passato, quali sono i valori e i principi ai quali tiene maggiormente?
“La cosa principale è la storia del nostro club, forgiata sul senso di appartenenza e l’attaccamento della maglia. Questo lo testimoniano i tanti ragazzi del territorio che siamo riusciti a portare a fare i professionisti. Poi subentra l’aspetto tecnico, sul quale lavoriamo esclusivamente, così come i principi della tattica individuale. Per giocare nelle due fasi, per formare il giocatore, sono necessari sia il dominio del gesto tecnico che la conoscenza di tutti i principi della tattica individuale. Senza quelli è impossibile poter formare un giocatore”.
Perché i giovani, specialmente dopo la Primavera, fanno fatica ad emergere in Italia?
“Fanno fatica a emergere in Italia perché non abbiamo fondamentalmente il coraggio di farli giocare. Ci vuole del coraggio, anche se è vero che in certi ambienti è un po’ più difficile per le pressioni, ma se non ci proviamo mai faremo sempre più fatica. Dovremmo credere un po’ di più nei nostri giovani, specialmente quelli cresciuti nelle società di appartenenza e questo è un discorso generale, tutto italiano. Se andiamo a vedere all’estero, i ragazzi giovani giocano molto di più in prima squadra”.
In tal senso lo Spezia fa scuola: c’è l’esempio di Pio Esposito…
“È proprio quello che dicevo. Se penso a Pio Esposito, il primo anno qui ha faticato ed è stato anche criticato. Però se tu poi ci credi, cosa succede? Che l’anno dopo è stato un giocatore devastante nonostante la giovane età e adesso lo vediamo far gol anche in Nazionale. Questo è la dimostrazione che si ha coraggio talenti in Italia ce ne sono, e anche parecchi”.
Ringraziamo lo Spezia Calcio e il direttore Giuseppe Vecchio per la disponibilità.
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