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ESCLUSIVA MP – Legati: “All’Union Brescia contano i valori: la parola chiave è formazione. Giovani? Li stimoliamo così”
Un’estate di cambiamento e una visione chiara per il futuro: la nascita dell’Union Brescia, la filosofia del vivaio e la costruzione di un settore giovanile fondato su valori, responsabilità e appartenenza.
L’orgoglio di una nuova identità: il vivaio dell’Union Brescia tra continuità, formazione e futuro
Un’estate particolare, un cambio di denominazione che ha segnato un nuovo inizio e la volontà di dare continuità a un progetto tecnico e umano. Nel cuore di questa trasformazione c’è Elia Legati, responsabile del settore giovanile dell’Union Brescia, che in esclusiva ai nostri microfoni ha raccontato le tappe principali della nascita del nuovo club, le linee guida della programmazione giovanile e la filosofia che guida la crescita dei ragazzi, dentro e fuori dal campo.
Un’intervista che ripercorre la stagione del cambiamento, ma soprattutto mette al centro i valori, l’identità e la formazione umana di un vivaio che guarda al futuro con passione e coerenza.
Partiamo dall’origine: può raccontarci come si è sviluppato il percorso che ha portato al cambio di denominazione? Quali sono state le tappe principali?
È stata una stagione particolare, anomala, perché abbiamo iniziato la programmazione come Feralpisalò. Poi, con la mancata iscrizione del Brescia Calcio e la nascita dell’Union Brescia il 17 luglio, le cose sono cambiate. Ho però voluto portare avanti, per coerenza verso le famiglie della Feralpi, le scelte fatte sia sui giocatori in entrata sia sulle riconferme. Le squadre oggi sono composte mediamente da 5-6 ragazzi provenienti dall’ex Brescia.
Quali effetti concreti ha avuto questo cambiamento sulla struttura societaria e sull’organizzazione del settore giovanile?
La cosa più importante, oggi, è far capire ai ragazzi l’importanza della maglia che indossano, della città e della tifoseria che rappresentano. Devono sentire orgoglio e responsabilità: indossare questa maglia significa far parte di un progetto che va oltre il campo.
Dal punto di vista sportivo, che cosa ha comportato per la Primavera e per le altre squadre del vivaio? Ci sono stati cambiamenti nella programmazione o negli obiettivi?
La Primavera è formata da ragazzi del 2007 e 2008, senza fuori quota. Non credo abbia senso inserirli, se non per recuperi da infortuni. Eticamente non è giusto che un ventenne giochi in Primavera 2: non è formativo. Il gruppo è composto da circa 20 ragazzi ex Feralpi e 5 provenienti dall’ex Brescia Calcio. L’obiettivo resta sempre la formazione e il miglioramento individuale, per permettere ai ragazzi di avvicinarsi alla prima squadra.
Quali sono oggi le priorità e la visione generale del club in ambito giovanile?
Per noi la parola chiave è formazione, ma non solo tecnica. Parliamo anche di formazione umana, perché non tutti diventeranno calciatori. Il nostro dovere è creare un ambiente sano, dove i ragazzi vengano volentieri al campo e trovino esempi positivi in noi adulti: responsabili, tecnici e dirigenti.
In che modo la società lavora per valorizzare i ragazzi e accompagnarli nel percorso verso la prima squadra?
Cerchiamo di stimolare i ragazzi, anche mettendoli di fronte a difficoltà. Credo molto nel “far saltare le tappe” a chi lo merita, non per esibirli ma per accelerare la loro crescita. Far giocare un ragazzo sotto età, soprattutto nell’agonistica, è una sfida formativa e motivante per chi dimostra di avere qualità e maturità.
Parlando della Primavera 2, quali sono gli obiettivi stagionali e in cosa si differenzia rispetto alle annate precedenti?
L’obiettivo principale è consolidarci nella categoria. Dopo un’estate particolare, abbiamo costruito una squadra giovane e senza fuori quota, perché non credo che servano a far crescere davvero i ragazzi. Il focus è sul gruppo e sulla crescita collettiva.
Quanto conta per voi creare continuità tecnica e identitaria tra il settore giovanile e la prima squadra?
Non è facile, perché le tempistiche e gli obiettivi sono diversi. Ma quest’anno più che mai c’è una forte continuità identitaria: l’allenatore e il vice della prima squadra sono cresciuti nel settore giovanile del Brescia. Questo trasmette un senso di appartenenza autentico, visibile ogni giorno nel lavoro sul campo.
Guardando al futuro, quali progetti o iniziative considerate più importanti per consolidare la crescita dell’Union Brescia e del suo vivaio?
Vogliamo continuare a investire sulla formazione delle persone e sulla crescita dei ragazzi, mantenendo coerenza e valori forti. Solo così il progetto Union Brescia potrà radicarsi e crescere, diventando un punto di riferimento per tutto il territorio.
Si ringrazia l’Union Brescia per la concessione dell’intervista ed Elia Legati per la disponibilità
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