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De Rinaldis, dal Parma al rilancio in Kings League: “Io e tanti giovani penalizzati dalla mentalitá italiana”
Intervenuto ai nostri microfoni, Matteo De Rinaldis ha parlato dell’esperienza avuta con la Primavera del Parma e della Kings League.

Ricominciare da capo, nonostante tutto. Archiviare i brutti ricordi e rimpianti per ripartire più forti di prima. Gli imprevisti fanno parte della quotidianità di un calciatore. Matteo De Rinaldis lo sa bene. Il classe 2003 è stato uno dei talenti più interessanti della Primavera del Parma degli ultimi anni, sfiorando nella stagione 2021-22 la promozione in Primavera 1. L’esperienza con il club ducale non gli ha regalato solo soddisfazioni, ma anche un po’ di rammarico.
Dopo l’avventura poco fortunata con il Rimini in Serie C, De Rinaldis ha deciso di tirare una riga, ripartendo addirittura due anni fa dall’Eccellenza. Questa è stata la stagione della rinascita per il centrocampista, il quale ha contribuito alla salvezza dell’Oltrepò in Serie D con 6 reti e 5 assist in 32 presenze. La ciliegina sulla torta è stata la partecipazione alla Kings League con gli Underdogs, siglando una tripletta nei Play In che però non è bastata. Noi di MondoPrimavera abbiamo intervistato Matteo De Rinaldis. Con lui abbiamo parlato delle sue esperienze, dei giovani e della Kings League. Queste le sue parole.
De Rinaldis, Parma e la Primavera
Che ricordi le ha lasciato l’esperienza maturata con il Parma?
“Vestire la maglia gialloblù è stato motivo di orgoglio, perché stiamo parlando di una società di alto livello e della squadra della mia città. Il club è molto conosciuto, avendo vinto anche a livello europeo ed è ovvio che quando entri in certi settori giovanili sei già “giocatore” fin da quando sei piccolo”.
Lei è stato uno dei talenti più interessanti della Primavera gialloblù degli ultimi anni: cosa è mancato per il salto definitivo in prima squadra?
” A dire la verità non era stato programmato. In ogni caso, in Primavera avevo fatto molto bene e di conseguenza qualche volta ero stato aggregato alla prima squadra. Nel 2022 però era in una situazione di classifica critica e la società in quel periodo non aveva come priorità principale la crescita dei giovani. In questi casi ci vuole sempre un po’ di fortuna. Inoltre, ricoprendo anche un ruolo non facilissimo e dovendo fare un salto molto importante dalla Primavera 2 alla prima squadra, sentivo anch’io il bisogno di fare qualche anno di gavetta prima di poter arrivare a quel livello”.

Matteo De Rinaldis ai tempi della Primavera del Parma
De Rinaldis, l’esperienza in Serie C
Dopo Parma, nel 2022-23 è arrivato il prestito poco fortunato al Rimini con sole 2 presenze in Serie C…
“A distanza di due anni, posso dire che quella non fu una scelta positiva. A Rimini non ho giocato principalmente per scelte tecniche e da un problema di mentalità sui giovani che in Italia esiste. Mi ritrovai in una società allora neopromossa, che aveva deciso di affrontare il campionato creando una squadra più esperta e con un’età media più alta per raggiungere la salvezza più agevolemente. Finché sei nel settore giovanile sei un po’ “coccolato” e forse non affronti la realtà calcistica per quella che è. Forse anche per questo a Rimini ho accusato il colpo: nonostante tutto, ancora oggi continuo a ripetere che secondo me quella è stata la stagione in cui sono cresciuto di più”.
Che cosa l’ ha spinto a scendere di categoria, successivamente?
“Dopo l’anno di Rimini, ho aspettato tutta l’estate per poter trovare una nuova sistemazione in Serie C. Alla fine però mi sono ritrovato a fine agosto senza squadra e a settembre ho deciso di accettare la proposta del Colorno, squadra di Eccellenza, con cui mi stavo allenando. Avevamo deciso con la società che, nel caso in cui a gennaio sarebbe arrivata una chiamata dalla Serie D, loro mi avrebbero permesso di trasferirmi senza problemi ed io sono estremamente grato per la generosità dimostrata nei miei confronti. Durante questa stagione ho ritrovato la voglia di divertirmi, giocando a calcio. Ringrazio ancora oggi la società perché mi ha dato la possibilità di ripartire.”.
I giovani italiani e l’esperienza in Kings League
Come mai in Italia i giovani fanno fatica ad emergere? Problema di mentalità?
“Secondo me è sì. Quest’anno, ad esempio, ho giocato all’Oltrepò: eravamo la squadra più giovane della Serie D e nonostante tutto ci siamo salvati in anticipo. A mio parere potevamo fare molto di più. Credo che bisognerebbe rischiare un po’ di più con i giovani, come fanno da tempo in Olanda, Spagna e Inghilterra. Noi in Italia vogliamo tutto subito e si pensa che il giovane debba essere come Lamine Yamal, ma è ovvio che ognuno ha i suoi tempi e ha bisogno della fiducia da parte di uno staff per poter dare il meglio”.

Matteo De Rinaldis, durante il Play-In di Kings League
Com’è nata l’idea di partecipare alla Kings League? La sua tripletta non è bastata per passare i Play-In…
“Io e un mio compagno di squadra ci siamo proposti al mister degli Underdogs. Fortunatamente, dopo i provini, mi hanno scelto per poter giocare la gara di venerdì dei Play-in. A mio parere la Kings League è il futuro”.

Matteo De Rinaldis impegnato in Kings League con gli Underdogs
Un giudizio complessivo sul livello della competizione e sull’esperienza con gli Underdogs?
“Stiamo parlando di una competizione importante, che dà molta visibilità a livello mediatico e che permette di vivere un’esperienza unica, a livello di intrattenimento. Un format mai visto: la Kings League sta diventando un campionato a tutti gli effetti. Il presidente Cisco ha creato un bellissimo gruppo fatto di persone umili e sincere che mi hanno accolto benissimo. Spero un giorno di poter tornare a giocare con loro”.
Credit immagine in evidenza: Elakriamin
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