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ESCLUSIVA – Monza, Bianchessi: “Colombo? L’esordio vale come uno scudetto. Non tutti possono permettersi l’U23”

Mauro Bianchessi, direttore sportivo e direttore generale del vivaio del Monza, ha parlato di Colombo, fresco di esordio in Coppa Italia.

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Monza Colombo

Martedì scorso Leonardo Colombo ha fatto il suo esordio in assoluto con il Monza tra i professionisti. Un sogno che è riuscito a coronare anche grazie a mister Alessandro Nesta, che ha ha deciso di puntare su di lui dall’inizio nella sfida di Coppa Italia contro il Bologna. Nonostante l’eliminazione da questa competizione, questo per il giovane rimarrà un giorno indimenticabile. Un percorso lungo, che lo ha visto raggiungere traguardi importanti, come la promozione in Primavera 1 ottenuta nella stagione 2022-23. Di Colombo abbiamo parlato con il Direttore sportivo della prima squadra e Direttore generale del settore giovanile del Monza Mauro Bianchessi. Queste le sue parole rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni.

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Direttore Bianchessi, che effetto le ha fatto vedere esordire Colombo tra i professionisti?

È stata una grande emozione vederlo esordire, perché è frutto del lavoro che ha avuto inizio nel 2023, quando il nostro Amministratore Delegato Adriano Galliani mi ha dato l’input di valorizzare i calciatori del Settore Giovanile. Il merito va diviso con tutti gli allenatori e preparatori, che quotidianamente lavorano con i nostri atleti. È stata una vittoria, che vale come uno scudetto per i ragazzi”. 

C’è un aspetto che l’ha colpita di lui? A livello umano, che ragazzo è? 

“Leonardo è un ragazzo stupendo, con la testa sulle spalle e una famiglia che non ha mai fatto alcun tipo di richiesta o pressione di alcun genere, ma che lo ha accompagnato nel suo cammino verso il raggiungimento del suo sogno: diventare un calciatore della Prima
Squadra di AC Monza. Si tratta solo di un inizio, perché sinora ha esordito in Coppa Italia da titolare contro il Bologna, disputando una buona gara. Leonardo è un ragazzo intelligente, con i piedi per terra e sicuramente avrà un buon futuro nel calcio professionistico”.

Ha un aneddoto da raccontarci su Colombo?

“Sì, lo scorso anno avrebbe voluto andare a giocare nei professionisti, tra i grandi, mentre io l’ho convinto a restare facendogli una previsione: entro la fine di questa stagione, se avesse proseguito il suo percorso con umiltà, come l’ultimo dei ragazzi, avrebbe sicuramente esordito in Prima Squadra. Con grande piacere e merito suo questo si è verificato”.

Che tipo di giocatore è a livello di caratteristiche? Ricollegandomi a questo, con le dovute proporzioni naturalmente, quale centrocampista dell’attuale Serie A può ricordarle?

“Direi Pessina, con le dovute proporzioni, considerando che Matteo è il capitano del Monza e con una carriera alle spalle. Credo che
Leonardo abbia caratteristiche molto simili alle sue e spero un giorno possa essere il nuovo Pessina del Monza”.

Bianchessi, l’importanza dei giovani e le seconde squadre

Con gli esordi in questa stagione di Colombo e Martins, la conferma di Mazza in Prima Squadra, Monza si conferma una realtà che crede nella linea verde. In generale però in Italia i giovani fanno fatica a trovare spazio nelle prime squadre: secondo lei come mai?

“AC Monza, seguendo il diktat e l’impulso dato da Adriano Galliani, un uomo e un manager che ha una conoscenza del calcio da oltre cinquant’anni, sta valorizzando i calciatori del vivaio, non per vincere i campionati, ma con l’obiettivo di portarli un giorno in Prima
Squadra. Molte società fanno importanti investimenti per restare in Primavera 1 o vincere i campionati giovanili, ma ognuno è libero di adottare una propria strategia. Noi investiamo su pochi calciatori, li facciamo crescere secondo un modello integrato di lavoro e cerchiamo di portarli in Prima Squadra. Solo con il duro lavoro sul singolo è possibile ottenere successi”. 

Le seconde squadre possono aiutare alla crescita del sistema calcio italiano? Il Monza è interessato ad avere in futuro una propria U23?

A oggi, un Under 23 ha un costo di circa 13-15 milioni di euro all’anno. Inoltre, è necessario avere a disposizione uno stadio dove
poter ospitare le gare nel rispetto delle normative. In Italia, l’Under 23 non possono permettersela tutti i club visti i costi elevati, ed è per questo che ritengo ciò molto restrittivo. Sarebbe importante avere una mentalità e strategia di lavoro federale diversa. Ad esempio, si potrebbe istituire un campionato Under 23 a cui vi partecipano tutte le società di Serie A e, per chi vuole, anche di
Serie B. Si tratterebbe di avere un campionato come la Primavera 1, che oggi è Under 20, mentre la Primavera 2 per assurdo è Under 19.
La soluzione credo sarebbe far sì che il campionato Primavera diventi per tutti Under 20, con l’aggiunta di un campionato di Under
23. Questo favorirebbe la crescita dei calciatori e garantirebbe una valorizzazione dei giovani atleti, riservata non più alle poche società
importanti, ma a tutto il calcio italiano“.

Ringraziamo l’ufficio stampa del Monza per la concessione dell’intervista. La riproduzione è consentita previa citazione della fonte MondoPrimavera.com

 

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