Cairo e Vanoli, rapporto da chiarire e il suo futuro passa anche dai giovani

Il Torino sta pensando al futuro, compreso quello di Paolo Vanoli: la sua avventura è stata positiva, soprattutto per la crescita dei giovani

Sono ore chiave per il futuro della panchina del Torino con Paolo Vanoli che, dopo una sola stagione, sembra essere a un passo dall’addio. Nelle ultime ore, però, pare che il rapporto sia stato marginalmente risanato tra lui e il presidente Urbano Cairo, questo è indicativo dell’incertezza che aleggia nel quartier generale granata.

Da una parte i risultati e dall’altra il lavoro svolto ottimamente dal tecnico, anche e soprattutto, nella crescita di alcuni giovani. Per la società granata una cosa è certa: nella prossima stagione le certezze dovranno diventare i giovani fatti sbocciare quest’anno proprio dal tecnico nato a Varese. Questo per evitare di perdere tutto il lavoro svolto in questa stagione.

L’estate servirà per pianificare, per non disperdere questo prezioso patrimonio. Negli ultimi due mesi, ovviamente, il giudizio sulla stagione del Toro è cambiato in negativo. Ma nell’era Cairo nessun allenatore aveva mai avuto il coraggio di creare un vero e proprio filo diretto col settore giovanile.

Paolo Vanoli

Vanoli fondamentale per i giovani

Vanoli in nazionale ha avuto un’esperienza importante da selezionatore delle Under, dal 2010 al 2017 ha allenato tutte le categorie giovanili e questo bagaglio gli ha permesso di avere una marcia in più nella gestione della linea verde. Un esempio lampante è Sergiu Perciun, giovane talento del Torino, che il tecnico granata ha avuto il merito di lanciare.

Il centrocampista della Primavera e della nazionale moldava under 21 ha totalizzato 148′ in 5 presenze due contro big come Inter e Roma. Il suo anno, però, è stato condizionato dal grave infortunio al perone che lo ha tenuto fuori dai giochi da fine agosto a novembre. Dopodiché si è ripreso, ha fatto nuovamente bene in Primavera (pur con alti e bassi, figli di una non semplice ripresa dopo il ko) e si è ripresentato da Vanoli con una convinzione nuova. Con la prospettiva di essere utile subito alla prima squadra e ci è riuscito. In estate il Torino lo porterà sicuramente in ritiro per poi valutare se fargli fare un esperienza intermedia o aggregarlo alla prima squadra.

Da Njie a Gabellini: i piani del futuro

Anche gli altri talenti gettati nella mischia in questa stagione saranno sotto la lente d’ingrandimento, da Alieu Njie ad Alessio Cacciamani, passando per Tommaso Gabellini. Tre ragazzi che hanno esordito col Toro e che aspettano di capire quali saranno i piani del club per loro.

L’attaccante svedese si è messo in mostra un po’ più degli altri. Con Vanoli ha giocato 381′ in Serie A, facendo 16 presenze e segnando anche un gol, sicuramente un buon punto di partenza da cui ripartire. Per Cacciamani, invece, tanta Primavera e 29′ minuti in Serie A spalmati su due partite. Inoltre ha esordito anche l’attaccante classe 2006  nell’ultima giornata contro la Roma, dopo un ottimo campionato con la Primavera.

Tommaso Gabellini

Dellavalle e Ciammaglichella: talenti cresciuti tra B e C

In più, ci sono altri ragazzi attenzionati che quest’anno sono stati lontano da Torino. Alessandro Dellavalle, di rientro dall’ottimo campionato giocato a Modena (potrebbe anche restare in gialloblù) e Aaron Ciammaglichella, che si sta giocando la promozione in Serie B con la Ternana, arrivata fino alla finale dei playoff di Serie C in programma il 2 giugno e il 7 giugno nella doppia sfida con il Pescara.

Ultimo ma non per importanza Alì Dembelé, reduce da una notte difficilissima contro la Roma, sostituito al 61′ proprio da Sergiu Perciun dopo un primo tempo di estrema difficoltà, e in generale da un’annata vissuta sulle montagne russe. Il talento e le qualità per il futuro ci sono, ma vanno gestite nel presente senza commettere errori.