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Roma, addio che pesa: Coletta brilla al Benfica e Mou pensa al salto

Federico Coletta brilla al Benfica con due gol in tre gare: a Trigoria torna il tema dei rimpianti. Il talento vola, la Roma riflette.

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Federico Coletta

Un copione che si ripete a Trigoria

A Trigoria il copione è già visto: un talento cresce in casa, vola altrove e – appena messo piede fuori – sboccia. L’ultimo nome è quello di Federico Coletta, classe 2007, ceduto in estate dalla Roma al Benfica per circa 1 milione di euro con il 30% sulla futura rivendita. Tre settimane, tre gare con la squadra B (Under 23) e già due gol: contro Santa Clara (18 ottobre) ed Estoril. Non solo tabellino: tempi d’inserimento, freddezza dentro l’area, personalità. Abbastanza per accendere i radar di José Mourinho, pronto – secondo indiscrezioni riportate da La Gazzetta dello Sport – ad aprirgli le porte della prima squadra delle Águias. Per la Roma, intanto, il déjà-vu: plusvalenza immediata, ma rischio di rimpianti a medio termine.

Dalla Vigor alla capitale lusitana: il percorso di Coletta

Nato al Collatino il 29 maggio 2007, Coletta muove i primi passi alla Vigor Perconti e a 9 anni entra nel settore giovanile della Roma, dove spesso gioca sotto età. Trequartista “puro” da bambino, viene rifinito da mezzala moderna: sa leggere gli spazi, attacca il mezzo spazio con tempi da attaccante aggiunto, rifinisce con l’ultimo passaggio e non disdegna la conclusione. Non un gigante, ma competitivo nei duelli grazie a postura corretta, baricentro medio e coraggio nell’anticipo. Il parallelismo più citato è con Davide Frattesi: per continuità negli strappi, corsa verticale e capacità di incidere senza monopolizzare il pallone. In Portogallo, dove il gioco tende a valorizzare interni dinamici e pressing organizzato, il suo profilo trova un habitat naturale.

Capitano dell’Italia U19, rimpianto per la Roma

Con Alberto Bollini, Coletta si è preso anche l’Italia U19 – di cui è capitano – con lo stesso mix di leadership silenziosa e qualità mostrato a Lisbona. A Roma, però, è maturata la scelta di monetizzare subito: una decisione dettata dall’equilibrio di bilancio e dalla necessità di fare spazio nella catena di montaggio dei talenti. Scelta che oggi alimenta rimpianti, in scia ai casi Calafiori, Frattesi, Scamacca, Politano: profili formati a Trigoria che hanno raggiunto l’apice lontano da casa. È il solito bivio tra sostenibilità e pazienza: incassare ora o scommettere sul percorso, accettando il rischio di tempi più lunghi?

Il caso (parallelo) Misitano

Intanto un altro ex Primavera giallorosso, Giulio Misitano (2005), sta lasciando tracce in Atalanta U23: doppietta al Picerno e 3 gol in 8 presenze. Un contesto – quello nerazzurro – specialista nel trasformare minuti “veri” in crescita accelerata. Il parallelo con Coletta alimenta il dibattito: valorizzare “in casa” con una seconda squadra competitiva o anticipare cessioni per plusvalenze e clausole intelligenti? La sensazione è che, senza una pipeline stabile di minutaggio tra Primavera e prima squadra, il rischio di perdere valore lungo il confine sia strutturale.

E adesso?

Se Mourinho deciderà davvero di promuovere Coletta con i grandi del Benfica, il ronzio a Trigoria si farà più forte. Per la Roma sarebbe l’ennesima lezione sul capitale umano: il talento va protetto, accompagnato e, quando possibile, trattenuto. Per Coletta, invece, l’occasione di trasformare lampi in carriera: continuità di minuti, impatto senza palla, crescita fisica e gestione dei momenti. Il resto lo farà il campo: se manterrà questa traiettoria, il file “occasioni perse” rischia di aggiornarsi presto – e la cartella, a Roma, è già fin troppo piena.

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