Calciomercato
Francesco Pio Esposito tra Napoli e Inter: perché cederlo sarebbe un doppio errore
Cessione Esposito? L’Inter rischia un doppio errore tecnico e strategico. Ecco perché deve puntare sul suo giovane talento.

Cessione Esposito? L’Inter rischia un doppio errore tecnico e strategico. Ecco perché deve puntare sul suo giovane talento
Nel calcio moderno, sempre più governato da logiche di mercato e meno dal senso di appartenenza o dalla visione a lungo termine, la vicenda di Francesco Pio Esposito, attaccante classe 2005 di proprietà dell’Inter e in prestito allo Spezia, si presta a una riflessione più profonda. Secondo le indiscrezioni lanciate da Pedullà ed emerse in questi giorni, il Napoli, fresco vincitore del suo quarto scudetto, avrebbe messo sul piatto una cifra tra i 25 e i 30 milioni di euro per assicurarsi le prestazioni del giovane bomber stabiese. Un’offerta importante, apparentemente irrinunciabile, ma che rischia di trasformarsi in un clamoroso errore.

Francesco Pio Esposito (Italia U21)
Esposito, un patrimonio da non disperdere
Francesco Pio Esposito non è soltanto uno dei giovani più promettenti del panorama calcistico italiano, ma è soprattutto un prodotto del vivaio nerazzurro. Con lo Spezia in Serie B sta vivendo una stagione da protagonista, capocannoniere e leader tecnico di una squadra che sogna il ritorno nella massima serie. Un talento che non nasce per caso, ma che matura con pazienza, visione e coraggio. E proprio il coraggio sembra mancare in certe scelte societarie.
Cedere un calciatore come Esposito, a soli 20 anni, dopo un campionato da protagonista in cadetteria, rappresenterebbe per l’Inter un duplice errore: tecnico e strategico. Tecnico, perché significherebbe privarsi di un potenziale titolare del futuro, già abituato a prendersi responsabilità in un contesto competitivo. Strategico, perché rinforzare una rivale diretta come il Napoli – che ha dimostrato di voler costruire un progetto vincente e sostenibile – sarebbe un regalo difficilmente giustificabile, anche a fronte di un’offerta economicamente allettante.
Le frasi fatte che non aiutano la crescita
“Non è pronto per la Serie A”, “L’Inter è una piazza troppo esigente”, “Meglio venderlo ora che ha mercato”: frasi che si ripetono ciclicamente ogni volta che un giovane promettente bussa alle porte della prima squadra. Eppure, la storia recente insegna che spesso è proprio la pazienza il valore più redditizio. Da Zaniolo a Casadei, da Pinamonti a Fabbian, la lista dei giovani lasciati andare troppo in fretta è lunga e dolorosa. L’Inter non può permettersi di ripetere gli stessi errori.
Esposito, oltre al talento, ha dimostrato personalità, fame e senso del gol. Tutti elementi che non si insegnano. Il percorso ideale non è necessariamente quello dell’immediata consacrazione a San Siro, ma nemmeno quello della cessione definitiva. Serve equilibrio: un rientro in rosa con spazio graduale, magari alternandosi in attacco con elementi più esperti, potrebbe rappresentare una soluzione intelligente e sostenibile.
Il Napoli, tra visione e opportunismo
Dal canto suo, il Napoli si muove con astuzia. L’interesse per Esposito non è casuale. De Laurentiis e il suo staff stanno costruendo un progetto che punta a unire qualità tecnica e sostenibilità economica. Puntare su un ventenne italiano, già maturo calcisticamente e con margini di crescita ancora ampi, è una mossa lungimirante. Ma se l’Inter accettasse di cedere il suo gioiello, la mossa si trasformerebbe in un capolavoro di mercato per i partenopei e in una bocciatura autoinflitta per i nerazzurri.
Perché regalare un potenziale campione a chi sarà tuo concorrente diretto per i prossimi anni? E soprattutto, perché non avere fiducia nelle proprie scelte giovanili? Il vivaio non serve solo per fare plusvalenze, ma per costruire identità. L’Inter deve imparare a credere fino in fondo nei suoi talenti.
Credere nei giovani, davvero
Francesco Pio Esposito è uno di quei talenti su cui una grande squadra deve investire non solo denaro, ma tempo, risorse e fiducia. L’errore, in questo caso, sarebbe doppio: perdere un futuro titolare e rinforzare un’avversaria. Le logiche del mercato a volte accecano, ma è compito delle società più strutturate saper guardare oltre l’immediato. Esposito è un diamante ancora grezzo, ma pronto per essere lavorato. Lasciarselo sfuggire oggi potrebbe voler dire rimpiangerlo domani. E il calcio, si sa, ha poca pietà per i rimpianti.
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