Seguici su

ComoIl calcio dei grandi

Fabregas, dalle parole sui giovani all’exploit in Serie A: il 2025 è stato il suo capolavoro

Pubblicato

il

Fabregas

La geneFabregas, un 2025 da incorniciare

A metà tra un predicatore nel deserto e un visionario che ha trovato il contesto giusto per brillare. Cesc Fabregas è stato prezioso come l’acqua nel Sahara per il nostro calcio, guidando in direzione ostinata e contraria rispetto ad un movimento che guarda in maniera ossessiva al “tutto e subito”. Ebbene, nell’ecosistema di un Como ormai realtà consolidata tra le nuove big della Serie A, lo spagnolo è stato l’anello di congiunzione tra i risultati nel breve, medio e lungo periodo. Cerchiamo di riassumere i passaggi principali di un’ascesa confermata dal campo e da una comunicazione quasi sempre impeccabile.

Il gioco come motore del cambiamento

Riavvolgiamo il nastro al 30 dicembre 2024: il Como ha raccolto 18 punti in campionato, ma è ancora lontano dalla forma stilistica e tecnica di fine stagione. Il cambio di ritmo da gennaio in poi infatti, è impressionante: nel girone di ritorno i lagunari sono settimi in campionato per punti raccolti (31), davanti a Lazio e Bologna (che lottano attivamente per l’Europa). E soprattutto, fa spavento la striscia di 8 risultati utili consecutivi tra la 30a e la 37a giornata, in cui il Como supera la quota raggiunta nell’intero girone d’andata (20 punti su 24 disponibili), segnando 14 gol e subendone 4. Fabregas quindi ha superato una fase di rodaggio iniziale, e vuole presentarsi ai blocchi di partenza della stagione 25/26 con la consapevolezza di voler settare uno standard ancora più alto. E dall’alto, sono sulla stessa lunghezza d’onda…

La tradizione è quella spagnola, e traduce alla perfezione quello che il nativo di Arenys De Mar pensava e faceva all’interno del rettangolo verde da giocatore. Palleggio ad altissima frequenza, centrali che partecipano alla proposta di gioco, un accentratore che galleggia nel campo e inventa, e una punta di relazione, capace di aggredire la linea alle spalle, ma soprattutto di associarsi coi compagni per alimentare la proposta offensiva. Così, dopo un’estate da colpi pirotecnici, in cui il Como ha recitato un ruolo da attore principale nel mercato, la creatura di Cesc ha assunto le conformazioni del suo pensiero, aderendo perfettamente alla sua filosofia. Dal mercato al campo: impatto ottimo per Jesus Rodriguez, Jaden Addai, Jacobo Ramòn (masterclass di mercato, pagato soltanto 2,5 milioni), Alex Valle e Maximo Perrone; mentre Kuhn e Baturina sono solo rimandati al secondo pentamestre.

La prima parte della stagione 25/26 e il monito al nostro movimento…

L’analisi di queste prime 16 giornate di Serie A non può prescindere dal citare una comunicazione diretta, puntuale e apertamente in contrasto con il modo di pensare il calcio della maggior parte del nostro campionato. “Tra un giovane spagnolo e un italiano prendo sempre uno vostro. Ma non ne avete!”, uno dei passaggi più spietati in una sua intervista di inizio stagione. Parole che risuonano come un campanello d’allarme, mentre lo spagnolo rilancia: “Parlavo dei talenti italiani delle squadre Primavera. Sono pronti per la Serie A? Per il nostro tipo di gioco io non li ho trovati”. Un gap competitivo che si spiega anche con una carenza a livello culturale di ricerca del talento. D’altronde, Fabregas conosce anche le dinamiche della nostra Primavera, avendo concretizzato un passaggio di consegne dall’U19 del Como alla prima squadra nell’estate 2024.

In questo contesto si inserisce il progresso continuo del gruppo: dopo 16 gare, i lariani hanno raccolto 27 punti, inanellando 11 turni consecutivi senza perdere e cadendo soltanto contro Bologna, Inter e Roma. Una leggera flessione analizzata con la solita lucidità nel post partita dell’Olimpico, con Fabregas che afferma di aver assistito ad un’ottima partita e rincara la dose. “Si parla sempre del risultatismo da Bar e si dimentica quello che noi proviamo fare. Si parla di Como arrogante solo perché va a Milano e prova a fare una partita aperta. La gente dovrebbe prima sapere che c’è un’identità, una linea comune con la società. Quando andrò via, spero di aver portato cultura e la mentalità giusta”.

Luca Ottaviano

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI

Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *