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Como, la forza del progetto: identità italiana e visione globale

Dalla Serie A alla Primavera 2: il Como cresce con una filosofia chiara e sostenibile. Identità italiana, visione internazionale e risultati concreti.

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Sudtirol-Como

Como in volo: prima squadra e Under 19

Se il Como sembra volare sulle ali di un Nico Paz fenomenale e di un grande allenatore come Fàbregas, i tifosi lariani possono sorridere anche per il rendimento della compagine Under 19. La squadra di mister Buzzegoli, infatti, oltre a essere prima nel Girone A di Primavera 2 con quattro vittorie e due pareggi in sei partite, sembra soprattutto avere un’identità riconoscibile e duratura, mostrata anche nella sconfitta in Coppa Italia contro una formazione – il Bologna – di Primavera 1. Un calcio offensivo, coraggioso, che riflette appieno la filosofia del club.

La filosofia del club, nelle parole di Roberts

“Solitamente – racconta Osian Roberts, Head of Development dei biancoblù, ai microfoni di Cronache di Spogliatoio – si dice di costruire dalle fondamenta e poi salire fino al tetto. Noi abbiamo fatto il contrario: prima abbiamo costruito il tetto, un gran bel tetto, la nostra prima squadra, e poi siamo passati alle colonne, ai muri e alle fondamenta”.

Dalla prima squadra al vivaio: un progetto coerente

È una fotografia perfetta del progetto Como: prima si è resa competitiva la prima squadra, grazie agli investimenti mirati del direttore sportivo Carlalberto Ludi; poi si è iniziato a modellare il settore giovanile affinché diventasse coerente con quella visione. E questo lavoro, ora, sta iniziando a dare i suoi frutti, soprattutto nel modo di giocare, merito anche dell’eccellente lavoro che stanno svolgendo il giovane tecnico Buzzegoli e il suo staff, che, dopo la delusione dello scorso anno – a causa della promozione sfumata di un soffio – sembrano aver infuso in questo gruppo la giusta ambizione per raggiungere il grande traguardo.

Identità italiana, respiro internazionale

Negli ultimi mesi, attorno al Como, si è parlato molto del numero elevato di giocatori stranieri nella prima squadra. Il dibattito ha diviso, come spesso succede. Roberts, però, chiarisce: “Dopo la promozione in Serie A sono diventato Head of Development. Il mio compito è costruire il club dietro la prima squadra. Abbiamo sempre pensato a questo progetto come a un’organizzazione che deve crescere velocemente, restando sostenibile e creando basi solide per i prossimi dieci o quindici anni”.

Una Primavera a trazione italiana

“Per la Primavera – spiega – vogliamo che l’anima sia italiana. Vogliamo crescere i migliori talenti italiani per lanciarli in prima squadra. Como è una città metà italiana e metà internazionale: la nostra squadra deve rappresentare questo. Serve un nucleo autenticamente italiano, ma con un respiro internazionale”.

Crescita graduale del settore giovanile (e femminile)

E il processo si svolge in modo graduale, come già accennato: “Dopo aver indirizzato la prima squadra, ora stiamo consolidando Primavera e Under 17. Poi toccherà alle categorie inferiori. Ogni step deve essere solido, altrimenti la crescita collassa. E lo stesso vale per la squadra femminile: ora siamo in Serie B, ma abbiamo grandi programmi”.

Il faro: Cristian Mazzara

Nel cuore del progetto della Primavera del Como, che – come ha sottolineato Osian Roberts – vuole costruire una squadra con un’anima autenticamente italiana, capace però di dialogare con una dimensione internazionale, ci sono alcuni giocatori che rappresentano esattamente questa idea. Su tutti spicca Cristian Mazzara, trequartista moderno che può agire anche da esterno, dotato di tecnica e grande efficacia negli ultimi trenta metri. Dopo l’ottima stagione scorsa, chiusa con otto gol e otto assist, quest’anno sembra aver compiuto il salto definitivo: sono già tre le reti e due gli assist nelle prime sei gare, tra cui una splendida doppietta nel 4-3 all’AlbinoLeffe.

Il metronomo: Matteo Papaccioli

Dietro di lui, in mezzo al campo, Matteo Papaccioli è il cervello e il metronomo della squadra, dirigendo la manovra e dettando le geometrie. Ma non solo: possiede una notevole propensione al gol, come dimostrato dalle due reti fotocopia segnate al Venezia nella larga vittoria per 5-0 di inizio stagione, in cui ha bucato il portiere avversario entrambe le volte con un bolide precisissimo dal limite dell’area.

La duttilità di Alex Amadio

Davanti, invece, si sta ritagliando uno spazio importante nelle rotazioni di mister Buzzegoli il talento scuola Juventus Alex Amadio, la cui cifra distintiva è la duttilità: può infatti ricoprire tutti i ruoli nel tridente dei lariani. Complice qualche defezione nel reparto offensivo, si è preso subito il posto da titolare e non si è fatto pregare per siglare la prima rete con la nuova squadra, nel match contro il Südtirol vinto per 2-0. L’anima italiana, però, non esclude il valore internazionale: lo completa. Ne sono esempi talenti come il centrocampista francese Le Borgne, reduce da una convocazione al Mondiale U20, e il difensore brasiliano João Gabriel, elegante in uscita e solido nei duelli.

Un gioco riconoscibile e dominante

Il Como Primavera sta vincendo partite, ma soprattutto le sta dominando in modo coerente: segnando con uomini diversi (sono ben nove i marcatori in sole sei partite), mantenendo un’alta percentuale di possesso palla e coinvolgendo tutti e undici i calciatori nella manovra. Il fine ultimo di questa filosofia è sviluppare giocatori che non dovranno “riapprendere” calcio una volta arrivati tra i grandi. Il passaggio tra giovanili e prima squadra, tradizionalmente il più traumatico in Italia, qui viene reso naturale.

Sostenibilità e ambizione

Proprio in questo senso conclude la sua intervista Osian Roberts: “Vogliamo che il Como sia sostenibile, con una struttura interna solida e con delle giovanili che possano fornire calciatori pronti per il professionismo. La proprietà è ambiziosa: vogliamo restare in Serie A e competere, un giorno, per l’Europa. Ma per farlo bisogna costruire culture, non solo squadre”.

Se il futuro dei lariani sarà luminoso, passerà da qui: da una Primavera che non aspira solo al primo posto in classifica, ma che vuole soprattutto mostrare al mondo cosa sia davvero lo stile Como.

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