Primavera 1
Primavera 1, è tempo di bilanci: i 10 migliori giovani della prima parte di stagione
Il Primavera 1 si avvicina al giro di boa: ecco 10 nomi dei giocatori che hanno avuto l’impatto migliore nel girone d’andata.
Primavera 1, la Top 10 dei migliori giocatori del girone d’andata
Il Campionato Primavera 1 si prepara al giro di boa, con nuovi protagonisti che irrompono sulla scena e indirizzano le stagioni delle proprie squadre. Ecco la Top 10 dei talenti che hanno acceso i riflettori su di sé, con la consapevolezza che nel girone di ritorno dovranno alzare ulteriormente l’asticella per reggere il peso delle aspettative… Ma prima: qualche menzione d’onore.
I due exploit dei mesi di novembre e dicembre: Mancuso e Arena
“I due volti della paura”. Ci perdonerà Mario Bava per aver preso in prestito (e leggermente modificato) il titolo di un suo grande capolavoro. Nel Primavera 1 stanno emergendo con una forza detonante Matìas Mancuso e Antonio Arena. Le due ragioni per cui Inter e Roma si trovano al momento al primo posto, avendo completato la rimonta sulla Fiorentina. Dal 23 novembre in poi, il 2007 nerazzurro ha condensato 5 gol con una media di 1 graffio ogni 70 minuti giocati. Per il 2009 ex Pescara invece, l’exploit è ancor più recente con la doppietta al Monza impreziosita da un super gol da 40 metri, e il timbro che ha marchiato i tre punti contro il Verona. Due stelline destinate a brillare anche nella seconda parte di stagione.
La Top 10 dei migliori nel Primavera 1 25/26
Lorenzo Befani
Frosinone non è una piazza che vive di status o appeal da grande realtà nel Primavera 1. Eppure, c’è un diamante grezzo che alla sua prima stagione nel massimo campionato giovanile sta regalando giocate, assoli di talento e un’inaspettata leadership. Parliamo di Lorenzo Befani, l’accentratore offensivo dei ciociari, il fluidificante nell’ultimo terzo di campo e colui che per primo si incarica delle responsabilità in fase di rifinitura. 5 gol in 17 presenze per il classe 2008, che fa pesare anche i suoi momenti di flessione: nelle 8 partite di digiuno del numero 10, i gialloblù hanno raccolto solo 7 punti. Non male, considerando che si tratta dell’esordio assoluto in questa categoria.
Andrei Toroc (Bologna)
Se questo nome non vi dice nulla, probabilmente non avete familiarità con il calcio del Bologna. Il 2007 rumeno è l’indicatore della temperatura della squadra: grandi letture degli spazi, alterna strappi per accompagnare la proposta offensiva ad un’ottima tenuta difensiva. Ha giocato il 90% dei minuti stagionali, con 16 presenze su 17 e 1377 giri d’orologio sui 1530 disponibili. Un infaticabile del centrocampo, che ha accolto questa duplice natura da mestierante e accentratore. All’attivo anche 3 reti e 3 assist, incisivi su 12 dei 27 punti raccolti dai felsinei. In sostanza, il 44% della classifica rossoblù porta il suo marchio.
Emanuele Lulli (Roma)
L’ingrediente segreto nella classifica della Roma? Alcuni potrebbero citare la solidità, visti gli 8 clean sheet in 17 partite. Altri potrebbero parlare dei talenti offensivi, come Della Rocca e Arena. In questo momento però, ci sembra ingeneroso non mettere l’accento sul clamoroso girone d’andata di Emanuele Lulli. Un treno che arriva sempre puntuale sul binario di destra e una mole di opzioni offensive che si aggiunge all’arsenale giallorosso. 2 centri e 5 assist nel suo bilancio, per arricchire un’analisi che si compone anche di strappi, accelerazioni e scelte giuste nell’ultimo terzo di campo. Un motore che non si inceppa mai, per alimentare il gioco della banda di Guidi.
Bernardo Conde (Parma)
In Emilia, tutti i riflettori sono puntati su Daniel Mikolajewski e la sua pazzesca vena realizzativa (9 gol, vice-capocannoniere del campionato). Eppure, il lavoro sottotraccia di alcuni leader è fondamentale per alimentare una classifica che al momento li vede all’interno dei playoff. Tra questi, una sottolineatura importante va fatta sul nome di Bernardo Conde: leader difensivo, con la fascia al braccio in 14 occasioni e convocato da Cuesta. L’attestato di stima della prima squadra, che dimostra presenza e attenzione alle sue qualità, diventa dunque la ciliegina sulla torta.
Matteo Marello (Inter)
Un altro esterno di fascia. Piede educatissimo, letture ottime nella metà campo offensiva e l’assist come marchio di fabbrica. Matteo Marello è stato un fattore nella rincorsa dell’Inter verso il primo posto in classifica. 4 le offerte ai compagni, di cui 3 soltanto nelle ultime 6 partite. In più, l’ex Udinese è un imprescindibile di Carbone: ha saltato soltanto 2 gare nelle 17 stagionali in Primavera 1. Un tassello fondamentale nel mosaico nerazzurro.
Ruben Akalé (Verona)
Possiamo riassumere la sua prima parte di stagione con due parole: impatto devastante. In un contesto completamente diverso dal calcio francese, l’ex Lille sforna una prima metà di campionato da dominatore, con 8 gol in 17 gare e 1 assist. Il “fattore X” di un Hellas Verona che ha messo nel mirino i playoff soprattutto grazie ai suoi timbri, che diventano un sigillo di garanzia su 17 dei 24 punti dei gialloblù. Media del 70,8%, che lo piazza subito alle spalle di Esteban e Braschi tra i bomber più decisivi nel rapporto gol segnati-punti.
Nicolò Baldo (Atalanta)
Ispira rimonte, diventa protagonista assoluto e sa anche indossare la fascia con la naturalezza dei grandi leader. Nicolò Baldo è alla sua stagione della consacrazione, e con i suoi 9 gol e 3 assist è subito alle spalle di Braschi nella classifica dei top scorer del campionato. Un bottino che diventa risolutore, dal momento che 17 dei 26 punti dei bergamaschi portano la sua firma. La doppia cifra ora è pura formalità, ma sognare anche di sfondare il muro dei 15 centri non è follia.
Simone Lontani (Milan)
Nomen omen. Lontani, come i rossoneri e i playoff in questo momento. Eppure, c’è qualcuno che a suon di giocate e colpi di talento sta cercando di riavvicinare due concetti che sembrano agli antipodi. 8 gol in Primavera 1, ma in una finestra di sole 12 presenze a causa dell’assenza prolungata per il Mondiale U17. La media matematica è di 1 centro ogni 94 minuti in campo, ma la sensazione è che ogni pallone toccato potrebbe trasformarsi in qualcosa di importante. Ed è il principale motivo per cui pensare ad una clamorosa rimonta del “Diavolo” in ottica top 6 non è un’utopia.
Riccardo Braschi (Fiorentina)
Il rigore fallito contro il Cagliari è l’unico neo in una prima parte di stagione praticamente senza imperfezioni. Tra capolavori di tecnica ed esecuzione, dominio dell’area, ma anche rifinitura e lavoro da regista avanzato. L’annata di Braschi sta toccando sempre le giuste corde, aiutando la Fiorentina a comporre una sinfonia letale per la maggior parte delle avversarie. Ed è il classe 2006 il principale ispiratore, il direttore d’orchestra, con un ruolino di marcia da 10 gol e 2 assist a fungere da biglietto da visita. Il killer più letale del torneo è sicuramente la notizia più spiazzante di questo inizio di stagione, e il penalty spedito sopra la traversa ci aiuta a riportarlo sulla terra, dopo 16 partite da alieno.
Paco Esteban (Lecce)
Tessere le lodi di questo attaccante dall’istinto sopraffino è ormai diventato complicato. C’è poco da aggiungere a ciò che abbiamo già detto: sposta gli equilibri di un’intera stagione, incide direttamente su 15 dei 18 punti raccolti dal Lecce (percentuale spaventosa dell’83%) e vive l’area di rigore come pochi nell’intero campionato. In più, a restituire la dimensione della sua centralità nella squadra, quando non entra nel tabellino dei marcatori i salentini non vincono. Scusate se è poco.
Luca Ottaviano
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