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Fiorentina, Braschi sempre più decisivo: la prima squadra nel mirino?

Doppia cifra in 15 partite: Braschi, stagione da dominatore in Primavera 1. È lui l’antidoto per il “mal di gol” della prima squadra?

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Riccardo Braschi

Fiorentina Primavera, il primato è tutto nel magic moment di Braschi

Un anno di apprendistato, poi l’esplosione definitiva; infine, la consacrazione: Riccardo Braschi continua a dominare il Primavera 1 con giocate da togliere il fiato e gol che alimentano la corsa della Fiorentina. Siamo nell’ultimo gradino del percorso di crescita, che coincide con un periodo di forte sbandamento nel reparto offensivo della prima squadra. Si sono allineati gli astri?

Dalle difficoltà, una risorsa: Braschi è pronto per il mondo dei grandi?

Se fossimo davanti al 36esimo gol di Higuain nella sua stagione da record, qualcuno avrebbe esclamato: “Nessuno come lui”. Eppure, la stagione di Riccardo Braschi sta assumendo quelle dimensioni di dominio: per la cadenza molto regolare con cui centra la porta, per la sensazione che dà di essere totalmente fuori scala rispetto ai valori del campionato in cui gioca. In più, si aggiunga a questo il peso specifico di ogni sua giocata: soltanto unendo tutto ciò, si può ottenere la reale dimensione della sua annata. Il classe 2006 veniva da un 24/25 da 13 gol, con la prima doppia cifra in carriera e l’entusiasmo di chi si presentava ai blocchi di partenza del nuovo campionato ruggendo forte. Eppure, nessuno aveva visto arrivare un impatto del genere, per lo meno non di questa portata: in 15 presenze in Primavera 1, il diciannovenne ha già raggiunto i 10 centri. 

E l’ultimo in ordine di tempo è probabilmente il suo capolavoro: aggancio spaventoso, conduzione, veronica che lascia due difensori fermi al palo e mancino in diagonale sul palo lontano. Una masterclass di pura tecnica, preparazione ed esecuzione. La forma che diventa sostanza, visto che questo gol ha cancellato dal futuro della Fiorentina una sconfitta che sembrava ormai inevitabile. E non è un caso isolato: 1 timbro ogni 122 minuti giocati, ma soprattutto un’incidenza sul 66% dei punti raccolti dalla squadra, visto che 20 su 30 totali portano la sua firma. Una media che si alza al 76% contando anche gli assist (2 finora). È l’uomo immagine, il leader tecnico, e pesa anche ogni sua assenza dal tabellino, dato che nelle 4 partite in cui non ha spostato gli equilibri con gol o offerte ai compagni, sono arrivate 2 sconfitte, le uniche in stagione per la viola.

Può essere lui l’antidoto di un attacco sterile?

309. Non è un numero casuale: è la media dei minuti che intercorrono tra un gol e un altro nell’attacco della Fiorentina. 13 centri, spalmati su 4 giocatori (Kean, Gudmundsson, Piccoli e Dzeko) su un totale di 4029 minuti disputati. Sono numeri impietosi, che ci restituiscono l’immagine fedele di un reparto offensivo sbiadito, appannato, fuori fase. Gli attaccanti della viola faticano ad inquadrare il bersaglio, ed entrano nell’equazione anche delle dinamiche psicologiche, visto che i risultati non arrivano e alimentano la sfiducia cronica del gruppo.

È in questo contesto che si inserisce una provocazione (neanche troppo folle): promuovere a pieno regime Riccardo Braschi in prima squadra, e affidargli ogni tanto le chiavi dell’area di rigore avversaria. Il killer instinct non è un problema, ha dimostrato di averne a tonnellate. Temperamento? Anche quello è presente. E soprattutto, il giovane bomber della Primavera porterebbe con sé una variabile che ora è sconosciuta ai ragazzi di Vanoli: l’entusiasmo.

È il vero innesco di qualsiasi impresa sportiva, la benzina che ha alimentato le rimonte più folli. Senza la fiducia in qualcosa che sulla carta sembra impossibile, questa Fiorentina ha poche speranze di riscrivere il proprio finale. In più, oltre ad essere potenzialmente utile come iniezione di spirito e unità d’intenti, il classe 2006 potrebbe segnare quei gol che ad oggi non sono arrivati dai titolari. La palla ora passa a Vanoli, con la consapevolezza che una scelta di questo tipo sarebbe una condizione di “win/win” anche a livello ambientale: dimostrerebbe attenzione verso il talento e voglia di sparigliare le carte, nulla di più auspicabile in un ambiente col morale a terra.

Luca Ottaviano

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