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Visnadi duro: “Vivai da rifondare, in Italia non sappiamo fare un dribbling. Camarda? Ha perso un anno”

Il giornalista Gianni Visnadi ha parlato in toni molto critici dei settori giovanili e della scuola calcio in Italia dopo la sconfitta della Nazionale contro la Norvegia.

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Gianni Visnadi

La critica di Visnadi dopo la sconfitta dell’Italia con la Norvegia

Tra i tanti commenti arrivati dopo la disfatta rimediata dall’Italia sul campo della Norvegia, è arrivato anche quello di Gianni Visnadi. Il giornalista, intervenuto come ospite ai microfoni di Radio Sportiva, ha criticato duramente il sistema calcio del nostro paese, attaccando anche la gestione dei settori giovanili. Di seguito il suo pensiero sulla situazione.

Le differenze tra l’Italia e l’estero

“Oggi il calcio italiano è questo, dobbiamo rassegnarci. E delle colpe ne stiamo parlando dal 2017, sono sempre le stesse: i vivai, le scuole calcio a pagamento, la selezione che viene fatta in modo non naturale… Gli allenatori delle giovanili ragionano di quinti, di diagonali, di tattica, ma non insegnano a stoppare un pallone o a dribblare. Il risultato è che poi vediamo questo Nusa che è sembrato un fuoriclasse. È nato nel 2005. Noi non avevamo un 2005 in campo e neanche uno bravo come lui. Così come non avevamo Sørloth, Haaland, Ødegaard. Ma la differenza l’ha fatta lui, ha spaccato la partita. E noi uno così non ce l’abbiamo. Forse uno come Orsolini, ma non so se avrebbe cambiato la partita. Siamo stati inferiori in ogni reparto”.

Antonio Nusa

Antonio Nusa

“Nelle Under siamo sempre stati bravi. Spesso, però, quando noi lanciamo un giocatore dell’U19 tra i grandi, negli altri paesi i loro sono già in Nazionale maggiore da tempo. Sono sicuro che se andassimo a vedere i percorsi fatti dalle Nazionali giovanili nelle scorse stagioni, tra le nostre avversarie troveremmo giocatori che già ai tempi trovavano spazio in prima squadra e avevano convocazioni nelle Nazionali maggiori alle spalle. E questo è sempre accaduto, anche in passato”.

Nazionali giovanili, settori giovanili e Camarda: il pensiero di Visnadi

“Otteniamo risultati con le Under, ma poi si spegne qualcosa. Ripeto – ha continuato Visnadi – noi un Nusa non lo abbiamo. Non c’è un solo vero problema, ci sono tante concause che generano questa situazione. L’Italia non ha un giocatore capace di effettuare un dribbling, salvo qualche mosca rara. Da noi nelle scuole calcio i bambini di undici anni fanno le diagonali, si insegna a fare il braccetto e il quinto. E così si perde un’occasione di crescere e liberare la fantasia di questi ragazzi. Arrivano tutti come dei piccoli robot”.

“Nel settore giovanile costa di più mantenere i giovani italiani. Per questo le società comprano più stranieri. Camarda, ad esempio, è un ragazzo giovane che quest’anno non è cresciuto, non ha maturato esperienza. È stato sballottato tra due squadre e penso che abbia buttato un anno, giocando poco sia in Serie A che in Serie C. Tutti dicono che sia bravo, e allora penso che in un altro paese avrebbe giocato di più. In Italia si è preferito dare spazio ad altri”.

Francesco Camarda

Francesco Camarda

Scuole calcio un problema?

“Da ragazzino non ho mai pagato una lira per giocare, mentre da genitore ho dovuto pagare le scuole calcio per far giocare mio figlio. Penso che le scuole calcio siano il primo gradino del male. Pagare trecento o quattrocento euro per far giocare i figli, per fargli fare la tattica, penso sia folle. Il calcio sarebbe da rifondare. Il problema sono i settori giovanili dei club professionistici, e prima di loro le scuole calcio” ha concluso Visnadi.

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