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La pirateria uccide anche il talento, parola di De Siervo: ma è davvero così?

Il CEO della Serie A De Siervo lancia l’allarme: la pirateria danneggia i vivai, la Nazionale e l’intero sistema calcio.

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Il CEO della Serie A De Siervo lancia l’allarme: la pirateria danneggia i vivai, la Nazionale e l’intero sistema calcio

Nel corso degli Stati Generali della lotta alla pirateria, tenutisi a Roma, l’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha ribadito con forza la gravità del fenomeno della pirateria audiovisiva, definendolo una delle principali minacce per la sopravvivenza del calcio italiano. Un intervento incisivo, il suo, che ha toccato temi centrali per il futuro del movimento calcistico nazionale: dalle perdite economiche causate dallo streaming illegale alla crisi della Nazionale, fino al confronto impietoso con gli altri top campionati europei.

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“La pirateria uccide il calcio”: l’appello di De Siervo

“Ringrazio il Parlamento per la legge approvata. ‘La pirateria uccide il calcio’, come dice il nostro spot, ed è proprio così”, ha esordito De Siervo, facendo riferimento alla recente approvazione della normativa anti-pirateria che prevede pene fino a tre anni di reclusione per chi trasmette contenuti protetti illegalmente. Un passo importante, secondo l’AD, per indirizzare quella “conduzione di pecorelle smarrite verso la legalità” che ancora non si è pienamente verificata, ma che comincia a mostrare “timidi segnali di conversione dei trend”.

Una questione economica e sportiva: la crisi della Nazionale

De Siervo ha poi spostato l’attenzione sulle conseguenze concrete che la pirateria ha sull’intero sistema calcistico, indicando nel mancato investimento nei vivai una delle cause principali della crisi della Nazionale italiana. “Molti si interrogano su come mai la nostra Nazionale sia in questa situazione e perché manchino i talenti: una motivazione sono le perdite dovute alla pirateria. Tutti i soldi che ogni anno vengono persi non vengono investiti nei vivai e nella crescita dei nostri giovani”, ha sottolineato, evidenziando un collegamento diretto tra la sostenibilità economica del sistema e i risultati sportivi.

Strutture obsolete e un sistema in difficoltà

Accanto al tema delle risorse economiche, De Siervo ha puntato il dito anche contro la scarsa modernizzazione delle infrastrutture italiane, un altro freno alla competitività del calcio tricolore. “La vecchiaia delle nostre strutture non permette alle società e al sistema di ottenere degli incassi alti”, ha affermato, ribadendo la necessità di una riforma profonda che investa non solo sull’aspetto legale e repressivo, ma anche su quello strutturale e industriale.

Il confronto con l’Europa e il rischio di declino

L’analisi dell’amministratore delegato si è conclusa con una riflessione sullo scenario internazionale. “Se continueremo a perdere fatturato, continueremo a perdere posizioni nei confronti degli altri campionati”, ha ammonito, segnalando il ritardo già accumulato rispetto a Premier League e Liga spagnola. E l’allarme si estende anche ad altri competitor: “Se continueremo così finiremo dietro anche ai tedeschi e finiremo per essere fanalino di coda insieme ai francesi”.

Una sfida ancora aperta

Il discorso di De Siervo ha messo in luce una questione complessa e urgente: la lotta alla pirateria non è soltanto una battaglia legale, ma una sfida sistemica che coinvolge l’intero modello calcistico italiano. La legge approvata è un primo passo, ma il cammino da fare è ancora lungo. Il futuro del calcio italiano, e con esso il destino della sua Nazionale, dipenderà dalla capacità del sistema di reagire, innovare e investire.

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