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Menga sospeso dopo il servizio de Le Iene, Bosco: “Dovrà dimostrare che il video è stato montato ad arte”
Il presidente Bosco commenta la sospensione di Menga dopo l’inchiesta de Le Iene: “È accusato, non condannato. La società resta solida”.

Il presidente Bosco della Vis Pesaro commenta la sospensione di Menga dopo l’inchiesta de Le Iene: “È accusato, non condannato”
A distanza di alcune settimane dal servizio de Le Iene che ha sollevato un polverone sul mondo del calcio giovanile, coinvolgendo anche la Vis Pesaro e il suo direttore sportivo Michele Menga, arriva la presa di posizione ufficiale del presidente biancorosso Mauro Bosco. In conferenza stampa, il numero uno del club marchigiano ha affrontato con chiarezza la vicenda, spiegando i motivi che hanno portato alla sospensione di Menga e delineando il futuro organizzativo della società.
IL SERVIZIO COMPLETO DE LE IENE

Menga Vis Pesaro
Menga-Vis Pesaro: “Sospeso per difendersi, ma non condannato”
“Abbiamo deciso di sospendere il direttore sportivo per consentirgli di difendersi – ha dichiarato Bosco -. Dovrà dimostrare la propria totale estraneità ai fatti e che si è trattato di un servizio costruito ad arte per screditarlo. Da parte nostra non c’è alcuna volontà di sostituirlo: al momento è solo accusato, non condannato“.
Il presidente ha poi sottolineato come lo stesso Menga abbia avuto un ruolo centrale nella costruzione dell’attuale rosa, individuando giovani talenti poi convocati anche dalle rispettive nazionali. “Molti dei ragazzi che oggi si stanno facendo notare arrivavano dalle Primavere e non li conosceva quasi nessuno – ha spiegato -. È stato il nostro direttore a scoprirli. Per questo ho ritenuto corretto sospenderlo, ma non possiamo giudicare una persona senza che abbia avuto la possibilità di chiarire”.
Bosca e l’attesa della giustizia
Bosco ha ribadito che, nonostante la sospensione del direttore sportivo, la macchina organizzativa della Vis Pesaro è ben oliata e in grado di proseguire senza intoppi. “Siamo una società strutturata, con una dirigenza numerosa. Possiamo permetterci di aspettare Menga senza compromettere le operazioni di mercato – ha affermato -. Per quanto riguarda i contratti e gli accordi con i nuovi giocatori, posso occuparmene personalmente oppure delegare l’amministratore delegato. Non siamo fermi né con le mani legate”.
Il presidente ha anche spiegato che il grosso del lavoro di scouting era stato già completato nei mesi precedenti: “Menga si era mosso per tempo, avevamo già visionato tanti giovani tra Serie D, Eccellenza e campionati Primavera. Il nostro database è ricco di profili interessanti”. Infine, Bosco ha rivendicato la crescente attrattività del club: “Oggi la Vis è una società ambita. Sono spesso i ragazzi a cercare noi, perché vogliono lavorare in questo ambiente e crescere con un tecnico come Stellone”.

Luca Sgarbi
Il servizio de Le Iene e la replica della Vis
Il caso è scoppiato dopo un’inchiesta televisiva condotta dal giornalista Luca Sgarbi, che ha finto di voler “piazzare” il fratello minore in una squadra di Serie C, riuscendo a incastrare l’ex calciatore Salvatore Bagni. Quest’ultimo avrebbe promesso l’ingresso del giovane in cambio di denaro.
Durante il servizio è emerso anche il nome di Michele Menga, che secondo quanto trasmesso avrebbe accettato un pagamento di circa 20.000 euro per inserire un finto calciatore nel vivaio della Vis Pesaro. Il club, immediatamente dopo la messa in onda, ha emesso un comunicato ufficiale in cui ha preso le distanze dai fatti, dichiarando la propria totale estraneità
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