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Juventus 2.0, buona la prima: da Kolo ad Alberto Costa, perchè Tudor può sorridere

Juventus, buona la prima: 5-0 all’Al Ain nell’esordio al Mondiale per club e tante indicazioni positive per Tudor, da Kolo Muani a Conceicao fino ad Alberto Costa

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Kolo Muani

Quella conclusa di recente è stata una stagione caratterizzata da più alti che bassi. Un cammino tortuoso, segnato da ostacoli e svolte impreviste, che però alla fine ha portato al raggiungimento dell’obiettivo prefissato, seppur con qualche sofferenza di troppo. Dopo aver conquistato la qualificazione in Champions League, la Juventus 2.0 di Igor Tudor riparte dal Mondiale per Club e non poteva sperare in un esordio migliore: un travolgente 5-0 rifilato al malcapitato Al-Ain.

Pratica chiusa già nel primo tempo, con un netto 4-0 che non lascia spazio a repliche; nella ripresa i bianconeri affondano ulteriormente il colpo, rendendo il passivo ancora più pesante. Energia e spirito di sacrificio, ha sintetizzato Tudor al termine del match. Il divario tra le due squadre è apparso evidente, ma iniziare col piede giusto è spesso la chiave per andare lontano.

Igor Tudor Juve

Igor Tudor

Tra le note più liete: Kolo Muani e Conceição, entrambi autori di una doppietta e con i prestiti prolungati, ora più che mai desiderosi di una conferma per il futuro. Yildiz incanta, mentre Alberto Costa sorprende, firmando due assist e mettendosi sotto i riflettori.

Juventus, buona la prima

A sorprendere non è stato solo il punteggio, ma il modo in cui è arrivato. La Juventus, pur schierando gli stessi uomini del finale di stagione, ha mostrato automatismi diversi, una struttura più fluida e propositiva. Al netto dell’inconsistenza dell’Al-Ain, i bianconeri hanno cercato con continuità la superiorità numerica, sfruttando le proiezioni offensive dei due “terzi” di difesa: Kalulu a destra e Kelly a sinistra, veri registi esterni nella costruzione bassa.

Il campo è stato occupato in maniera più ampia, con un buon uso della profondità e delle corsie laterali, elementi che mancavano nella Juve pre-Tudor. I ritmi non sono stati altissimi – complice anche l’umidità opprimente – ma l’impronta tattica è chiara e ambiziosa.

Kolo Muani e Conceiçao: “prestiti” di lusso

Uno dei segnali più forti arriva dai cosiddetti “precari di lusso”: Kolo Muani e Conceição, entrambi in prestito e in scadenza tra poche settimane, hanno risposto con una doppietta a testa. Il francese è stato premiato come MVP del match, sottolineando la volontà di rimanere protagonista almeno fino alla fine del torneo. “Tudor ha fiducia in me. Mi sacrifico per i compagni“, ha ribadito nel post-partita. La fame dei giocatori in bilico può diventare una risorsa. E almeno in questo esordio mondiale, nessuno ha fatto finta di essere di passaggio. Semmai, l’opposto: si sono presi la scena.

Alberto Costa: miglior attore non protagonista

Siamo in America, è vero Washington dista 4304 km da Hollywood, tuttavia se nella notte si fosse tenuta la cerimonia di assegnazione dei Premi Oscar, la statuetta come miglior attore non protagonista sarebbe andata senza dubbio, ad Alberto Costa.

 

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Due assist, una prestazione importante sulla fascia destra, e l’impressione che potrebbe diventare un innesto inatteso e prezioso per Tudor. Scalzare Weah non è impresa da poco, ma le dichiarazioni del tecnico juventino al triplice fischio sono state abbastanza chiare: “Premio chi finisce bene la stagione. Alberto ha chiuso forte, si è meritato questa occasione”.

Tudor, il gruppo è vivo

Oltre ai singoli, è il collettivo a convincere. Nella ripresa la squadra ha leggermente abbassato i giri, ha concesso qualcosa, ma non ha mai perso controllo né compattezza. Anche chi è subentrato, come Koopmeiners e Gatti, ha mandato segnali positivi. Due rientri che Tudor ritiene fondamentali non solo per questo torneo, ma anche in ottica 2025-26.

“La squadra è un organismo vivo”, ha detto il tecnico, e mai parole furono più calzanti. C’è entusiasmo, unità, e soprattutto una direzione chiara. Dopo mesi di incertezza, la Juventus sembra finalmente aver ritrovato una sua identità, e la prima prova americana lo dimostra con forza. Prossima tappa: Philadelphia, domenica contro il Wydad Casablanca ci sono in palio i tre punti che potrebbero regalare la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta. La direzione è tracciata, chi ben comincia è a metà dell’opera. 

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