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Juric, dai tratti in comune con Gasperini al mercato: comincia il nuovo ciclo con l’Atalanta

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Juric, l’Atalanta ha scommesso su un “allievo del Gasp”?

Arriva da tre delusioni consecutive, terminate anzitempo e in calando nei risultati e nello status. L’Atalanta però, ha deciso di puntare forte su Ivan Juric: il tecnico croato raccoglie una pesantissima eredità. Tra lo scetticismo generale nell’opinione pubblica (sono ancora vive le due parantesi in panchina precedenti), sarà lui a raccogliere il testimone di Gian Piero Gasperini, che ha sposato il progetto Roma.

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Dalla lunga gavetta al modulo: i tratti in comune tra Juric e Gasperini

E’ iniziata probabilmente l’estate più importante in casa Atalanta da dieci anni a questa parte. La lunghissima parentesi con Gasperini ha dato uno spessore completamente diverso alla “Dea”, con gioco e ambizioni ad ampio respiro internazionale, e quell’Europa League da far luccicare in bacheca. Adesso però, la riconferma di quello status viaggia di pari passo con lo scossone dell’addio del comandante, del capo popolo e innesco primario di quella rivoluzione tecnica che adesso sembra irripetibile. Sulla panchina dei bergamaschi però, arriva un tecnico che fino a qualche stagione fa sembrava il diretto erede nella linea di successione dei principi calcistici del “Gasp”.

Juric ha infatti in comune con il classe 1957 un passaggio di carriera a Genova: i risultati però sono lontani, perché l’Italiano ha portato i liguri alle porte dell’Europa che conta, mentre il croato ha raccolto 3 esoneri e non ha mai sfondato il muro degli 1,11 punti di media per partita. Dove ha iniziato dunque ad affinare il suo calcio? A Verona: è stata la parentesi agli scaligeri a cominciare ad avvicinarlo concettualmente a quello che per molti era diventato il suo “maestro”. Un altro tratto distintivo è il modulo: entrambi promotori della difesa a 3, con i centrali che prediligono l’aggressione sul portatore di palla anche nella metà campo opposta.

Una proposta che non può prescindere anche da un fluidificante tra le linee (nel Verona di Juric era Pessina, nell’Atalanta del Gasp è stato Pasalic a garantire gol e inserimenti) e da corsie in cui si sganciano due esterni capaci anche di concludere l’azione (Hateboer e Gosens per Gasp, Faraoni e Lazovic nell’Hellas del croato).

Sarà un’estate rovente

Al di là del facile parallelismo con il clima che sta già portando ondate di forte calore, a Bergamo si raggiungeranno temperature altissime anche grazie (o a causa) del mercato. Dal nodo Lookman, a quello Ederson: la sensazione è che uno dei due pezzi più pregiati nella galleria d’arte esposta in modo orgoglioso dalla Dea, possa salutare. Anche se nella conferenza di presentazione, lo stesso allenatore ha rivelato che preferirebbe tenere entrambi. A loro si aggiunge anche Scamacca, sul quale pressa forte proprio la Roma di Gasperini. Dopo aver risolto queste questioni, è tempo di ragionamenti in entrata: potrebbe servire un esterno che si alterni con Ruggeri sulla sinistra.

In più, a seconda delle uscite, i nerazzurri dovranno pensare ad un altro fantasista o un altro centrocampista che alterni muscolarità e dinamismo a letture e transizione offensiva. Anche in difesa, qualcosa potrebbe arrivare: Toloi e Djimsiti non sembrano dare le stesse garanzie di qualche stagione fa; motivo in più per ipotizzare uno o due arrivi, oltre al recupero di Scalvini. In sostanza, il lavoro da fare è tanto e Juric è consapevole di dover tradurre sul campo la fiducia che la società gli ha conferito lanciando una fiche su di lui, nonostante i risultati recenti non siano dalla sua parte (esonero a Roma e Torino, retrocessione da fanalino di coda con il Southampton).

Luca Ottaviano

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