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Gattuso analizza i problemi dell’Italia: “68% di stranieri in Serie A e bisogna aver coraggio di lanciare i giovani”
Questa mattina, a Roma, si è presentato Gennaro Gattuso come nuovo ct dell’Italia: la sua analisi sui problemi del calcio italiano.

Questa mattina, a Roma, si è presentato Gennaro Gattuso come nuovo ct dell’Italia: la sua analisi sui problemi del calcio italiano
La panchina della Nazionale italiana ha un nuovo padrone. Dopo la dolorosa sconfitta di Oslo contro la Norvegia, costata caro a Luciano Spalletti, la FIGC ha deciso di voltare pagina e affidare il futuro dell’Italia a Gennaro Gattuso. L’ex centrocampista, Campione del Mondo nel 2006, sarà il commissario tecnico con il compito di guidare l’Italia verso il Mondiale 2026. La presentazione ufficiale si è tenuta oggi, giovedì 19 giugno, al Grand Hotel Parco dei Principi a Roma, davanti ai media nazionali.

Immagine generata con IA
“So che non sarà facile, ma niente lo è nella vita”
Emozionato ma determinato, Gattuso ha parlato con franchezza davanti ai microfoni. “Questo è un sogno che si avvera – ha esordito – spero di essere all’altezza. So che il compito non è facile, ma di facile nella vita non c’è nulla”. L’allenatore calabrese ha insistito sulla voglia di lavorare, sulla concretezza e sull’impegno suo e del suo staff: “Sappiamo che c’è tanto da fare, ma siamo consapevoli di poter costruire qualcosa di importante. C’è da girare, da parlare coi giocatori, entrare nella loro testa”.
Gattuso ha respinto l’idea che l’Italia sia priva di talento: “Sento dire da anni che non ci sono giocatori, ma io penso il contrario. I talenti ci sono: dobbiamo solo metterli nelle condizioni ideali per esprimersi”.
L’obiettivo: tornare dove meritiamo di essere
Il pensiero centrale della nuova era è chiaro: qualificarsi per il prossimo Mondiale. Dopo due edizioni consecutive vissute da spettatori, per il calcio italiano sarebbe un disastro non esserci anche nel 2026. “Dobbiamo riportare l’Italia al Mondiale, è fondamentale per noi e per il nostro calcio”, ha sottolineato il nuovo ct. Un messaggio diretto, rivolto tanto all’ambiente quanto ai giocatori.
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Interpellato su quale identità serva ritrovare, Gattuso non si è tirato indietro. “In Serie A quest’anno c’era il 68% di stranieri. È un dato che deve far riflettere”, ha detto con tono critico. Il ct ha voluto sottolineare l’importanza di valorizzare i vivai e dare spazio ai giovani italiani: “A livello giovanile si lavora bene, ma dopo l’Under 19 i ragazzi si perdono. All’Hajduk ho allenato ragazzi del 2005, 2006, 2007. Bisogna avere il coraggio di farli giocare”. Per Gattuso, il problema non è solo tecnico o tattico, ma anche psicologico: “Dobbiamo ritrovare entusiasmo, perché con la paura non si va da nessuna parte”. Un messaggio che richiama l’identità combattiva che ha sempre caratterizzato la sua carriera da calciatore.
Un nuovo ciclo, un vecchio spirito
Gattuso ha sempre portato in campo grinta, sudore e spirito di sacrificio. Ora quei valori vuole trasferirli anche alla Nazionale. Sarà un’Italia operaia ma ambiziosa, fatta di giovani da rilanciare e veterani da motivare. La strada è in salita, ma il nuovo ct ha già lanciato il suo grido di battaglia. E se c’è una cosa che non gli è mai mancata, quella è la voglia di lottare. Anche ora, quando in palio non c’è solo una qualificazione, ma la dignità calcistica di un intero Paese.
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