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Capello ‘bacchetta’ il Milan: “Camarda poteva giocare di più. Col Monza ha cambiato la partita”

Ai microfoni di Sky Sport, dopo la sconfitta in Champions League dell’Inter, Fabio Capello ha ‘bacchettato’ il Milan e i club italiani.

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Fabio Capello

Dopo la sconfitta in Champions League dell’Inter, Fabio Capello ha ‘bacchettato’ i club italiani sul tema giovani. Soprattutto il Milan per Camarda

Doue tra i titolari, Mayulu, Zaire-Emery dalla panchina ma non solo. Il Paris Saint Germain ha battuto nettamente l’Inter in finale di Champions League grazie anche ai suoi giovani. Luis Enrique ha avuto la capacità e la pazienza di crescere i propri talenti e di vederli definitivamente ‘esplodere’ al momento giusto, in una finale di Champions. Trofeo rincorso per anni dalla dirigenza parigina a colpi di milioni di euro spesi sul mercato.

E Fabio Capello, dagli studi di Sky Sport, ha bacchettato i club italiani sullo spazio concesso ai giovani. E tra questi c’è il Milan, colpevole secondo l’ex tecnico ora opinionista, di non dare spazio a Camarda che ha dimostrato anche nell’ultima gara contro il Monza di poter giocare in Serie A.

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Francesco Camarda

Francesco Camarda

Capello bacchetta il Milan su Camarda

“Non so cosa aspetta il Milan a farlo giocare di più” ha esordito Fabio Capello a Sky Sport, nel post-gara della finale di Champions League tra Paris Saint Germain e Inter. L’esperto tecnico ha bacchettato il Milan, reo di farlo giocare poco. “E’ un giocatore che ha giocato 23 minuti nell’ultima gara a San Siro contro il Monza. Fatto vedere 2-3 cose buone, ha cambiato la partita. Non so cosa si aspetta per farlo giocare”. Ma non solo Camarda, il riferimento di Capello è a tutte le squadre della Serie A che scelgono magari un giocatore più esperto al giovane: “Si fanno giocare i giocatori che si sono acquistati e magari hanno un po’ di carisma, ma se non si fanno giocare i giovani…” ha concluso il suo intervento il tecnico.

Il pensiero di Palmieri

Le dichiarazioni di Fabio Capello dagli studi di Sky Sport a Monaco fanno eco alle parole di Francesco Palmieri, esperto dirigente del Sassuolo, rilasciate al Corriere dello Sport qualche giorno fa. Il direttore sportivo neroverde ha puntato il dito contro la mentalità tutta italiana di voler rimandare sempre, di vedere i 30enni ancora giovani. Di preferire il calciatore ‘esperto’ magari straniero che da più garanzie al giovane nostrano.

Palmieri ha confermato le dichiarazioni di Velasco sottolineando però un fattore fondamentale. La possibilità di dar spazio ai giovani in prima squadra “di dimostrare la loro abilità e non essere sempre sotto la lente d’ingrandimento e al minimo errore poi dire che non sono pronti, così non si cresce”. Un fattore non meno importante in un’Italia che mette il primo posto il risultato immediato e “attenta” a puntare il dito ai primi errori dei giovani. E’ vero che in Italia non ci sono al momento giovani come Yamal e Pedri, presi come grado di comparazione da Julio Velasco, ma bisogna dare la possibilità a cui ha talento di mettersi in mostra.

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