Nazionali Giovanili
L’Italia U21 chiamò… una vittoria che vale più di tre punti
L’Italia U21 ha risposto presente e mandato un segnale importante: cuore, grinta e sacrificio per la maglia azzurra.

L’Italia U21 ha risposto presente e mandato un segnale importante: cuore, grinta e sacrificio per la maglia azzurra
C’è un sapore diverso nella vittoria dell’Italia U21 contro la Romania. Non è solo il primo passo in un cammino europeo che si preannuncia complesso e competitivo. È qualcosa di più profondo, che va oltre il punteggio scritto sul tabellone. È una risposta. Una reazione. Una fiammella accesa nel buio che ha avvolto il calcio italiano dopo il recente flop della Nazionale maggiore. A volte basta un gol, una parata, un segnale. E gli Azzurrini di Carmine Nunziata l’hanno mandato forte e chiaro: l’Italia del futuro c’è, ha talento, ha cuore, e soprattutto non ha paura di portare il peso di un’intera generazione calcistica sulle spalle.

Italia U21 esultanza (Credit foto: Leonardo Bartolini)
Baldanzi e Desplanches, volti di una speranza
Non è un caso che a decidere la gara siano stati due simboli diversi, ma ugualmente fondamentali di questa Under 21: Tommaso Baldanzi e Sebastiano Desplanches. Il primo, il talento puro, la fantasia che illumina e taglia in due le difese. Il secondo, il guardiano silenzioso, protagonista forse meno visibile, ma determinante quando conta. Il rigore parato a Munteanu allo scadere del primo tempo vale quanto, se non più, del gol-vittoria. È un colpo di reni che cambia la narrazione della partita e forse del torneo. Baldanzi invece si prende la scena, come spesso gli capita, confermandosi l’uomo in più, quello che accende le speranze con una giocata, un guizzo, un colpo di genio.
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Un’Italia U21 nuova, adattata e resiliente
Eppure questa Italia arriva all’Europeo con più interrogativi che certezze. Senza il suo bomber Pio Esposito, trascinatore nelle qualificazioni e in Serie B con lo Spezia, Nunziata ha dovuto reinventarsi. Niente prima punta di ruolo, niente riferimento fisico davanti. Solo corsa, dribbling, spirito di sacrificio e la volontà di restare fedeli alla propria identità tecnica. Una scelta coraggiosa, che ha richiesto pazienza e intelligenza. Il risultato? Una squadra magari meno spettacolare, ma matura, capace di soffrire, di aspettare il momento giusto per colpire e di resistere quando serve.
Il peso delle aspettative e la leggerezza del sogno
Vincere all’esordio in un torneo così carico di pressione non è mai scontato. La Spagna, grande favorita, aveva già vinto poche ore prima, e l’Italia era chiamata a rispondere. Ma il peso delle aspettative – soprattutto dopo le delusioni della Nazionale maggiore – non ha piegato gli Azzurrini, che hanno invece saputo trasformarlo in carburante. C’è un senso di urgenza, quasi di riscatto, in questo gruppo. La consapevolezza che ogni partita può diventare un passo verso qualcosa di più grande: non solo un titolo europeo, ma anche la ricostruzione di un’identità calcistica nazionale troppo a lungo smarrita.
Un primo passo, ma già tanta strada nel cuore
Certo, ci sarà da migliorare. Troppe sofferenze nel finale, troppi errori in uscita, e la mancanza di cinismo sotto porta resta un limite evidente. Ma le grandi storie iniziano quasi sempre con capitoli imperfetti. Quello che conta, oggi, è aver messo il primo mattone. Contro la Romania non è stata solo una vittoria, è stato un segnale. L’Italia U21 non si accontenta di partecipare. Vuole dimostrare, vuole emozionare. E dopo questa prima notte slovacca, un po’ più azzurra, possiamo crederci anche noi.
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