Nazionali Giovanili
Italia U21, emozioni azzurre: un percorso tra i talenti del futuro
Dall’esordio alle sfide decisive: analisi completa del percorso dell’Italia U21 all’Europeo e dei giovani che si sono messi in mostra.

Italia U21, cuore azzurro: un cammino che vale più di mille parole
Ci sono storie che, anche senza coppe da sollevare, restano nel cuore: quella dell’Italia U21 all’Europeo è una di quelle. Un cammino fatto di grinta, talento ed un’identità chiara. Essere squadra, lottare insieme, far brillare le giovani stelle più promettenti della nostra nazione. La fase a gironi ci ha visto combattere col coltello tra i denti in un gruppo di ferro, chiuso a pari punti con la Spagna ma con la differenza reti che ci ha negato il primo posto. Eppure, i segnali c’erano tutti.

Italia U21 esultanza (Credit foto: Leonardo Bartolini)
Contro la Romania è bastata una conclusione potente di Tommaso Baldanzi, con un assist geniale di Matteo Ruggeri, per partire con il piede giusto. Poi è toccato a Cesare Casadei trovare il gol decisivo contro i padroni di casa della Slovacchia su assist perfetto di Willy Gnonto. Ma la partita che ha acceso il cuore dei tifosi è stata quella con la Spagna: sotto dopo il gol di Rodriguez, gli Azzurrini hanno risposto con orgoglio grazie alla magia di Niccolò Pisilli, pescato splendidamente da Daniele Ghilardi. Un pareggio che ci ha lanciato verso i quarti da secondi del girone.
Lì, però, purtroppo è arrivata la beffa. Contro la Germania l’Italia ha forse giocato la sua miglior partita dell’Europeo. Più idee, più qualità, più coraggio. I ragazzi di Carmine Nunziata hanno messo sotto i tedeschi per larghi tratti, creando occasioni e mostrando una superiorità tecnica e tattica evidente. Luca Koleosho ha sbloccato la gara con un guizzo, ma il pareggio e poi il vantaggio dei tedeschi sono arrivati più per episodi che per meriti. Woltemade e Weiper hanno punito due disattenzioni italiane, mentre dall’altra parte gli Azzurrini hanno trovato le pronte risposte del portiere e, soprattutto, decisioni arbitrali discutibili che hanno fatto infuriare giocatori in campo e panchina. Ma l’Italia non ha mollato: al 96′, su punizione, Giuseppe Ambrosino ha disegnato una parabola da applausi che ha riacceso la speranza.
Nei supplementari, in 9 contro 11, il verdetto è stato amaro. Il gol di Rohl ha chiuso i giochi, ma non il nostro orgoglio. Perché chi ha visto quella partita sa bene chi meritava davvero di passare e quanti applausi meritano questi ragazzi!

Buffon con l’Italia U21 (Credit FIGC)
Muro azzurro: tra miracoli sotto la porta e difesa da pelle d’oca
Se l’Italia U21 ha fatto strada in questo Europeo, lo deve anche a chi ha messo il cuore dietro. Sebastiano Desplanches è stato semplicemente super: sicuro, reattivo, sempre al posto giusto. Contro la Romania ha parato un rigore pesantissimo che poteva cambiare tutto. Da lì in poi ha dato una tranquillità da vendere confermando il trofeo personale vinto come miglior portiere al recente Mondiale U20.
Davanti a lui, una difesa tosta e ordinata. Coppola ha giocato un torneo da leader, sempre concentrato e sul pezzo. Accanto Ghilardi e Pirola hanno dato sostanza e centimetri, chiudendo ogni spazio. E poi sulle fasce anche Ruggeri, Turicchia, Kayode e Zanotti sempre pronti a spingere ma anche a rientrare con la giusta cattiveria. Tutti compatti, tutti con lo stesso spirito. Non sarà un reparto da copertina, ma è stato il cuore pulsante di una squadra che ha saputo soffrire e non ha mai mollato.
Motore azzurro: quando il centrocampo si carica la squadra sulle spalle
Il nostro centrocampo? Un concentrato di talento, corsa e personalità. La sfortuna ci ha messo lo zampino con l’infortunio di Baldanzi nella seconda partita, proprio quando stava iniziando a prendersi la scena con le sue giocate tra le linee. Ma invece di abbatterci, ci siamo compattati. Anzi, è lì che si è vista la vera forza del gruppo.
Casadei ha fatto il Casadei: inserimenti, botte, leadership e anche un gol pesantissimo contro la Slovacchia. Uno che se c’è da tirare la carretta, non si tira mai indietro. Ma occhio anche a Pisilli, che contro la Spagna ha messo a referto il gol del pareggio con la faccia tosta di un veterano, e a Prati, instancabile in mezzo al campo, sempre con la testa alta e il pallone tra i piedi in cabina di regia. A turno, tutti hanno dato qualcosa: chi corsa, chi idee, chi “garra” pura. E alla fine, anche senza il nostro numero 11, abbiamo retto e tenuto botta a tutti gli avversari affrontati. Questo centrocampo ha fatto più di quello che ci si aspettava. E l’ha fatto alla grande.
Attacco a sprazzi, ma con due stelle brillanti
L’attacco dell’Italia U21 non è stato il reparto più esplosivo del torneo, ma ha avuto due protagonisti che meritano attenzione. Il primo è senza dubbio Koleosho: un ragazzo che ha mostrato una freddezza impressionante ed una tecnica pulita, praticamente impeccabile in ogni occasione. Ogni volta che toccava il pallone sembrava sapere esattamente cosa fare, senza mai sbagliare un appoggio o un controllo. Può essere definito come un vero faro in avanti, un punto di riferimento per la squadra.
Poi c’è Ambrosino, che magari ha avuto meno minuti a disposizione ma quando è entrato in campo ha fatto sentire subito la sua presenza. Il suo gol su punizione in pieno recupero contro la Germania è stato un momento magico, un lampo di classe che ha riacceso le speranze e fatto esplodere di gioia tutto l’ambiente azzurro. Quel gol ha mostrato che, anche nei momenti più difficili, questa squadra ha dentro di sé il fuoco per lottare e non arrendersi mai.
Insomma, se l’attacco non ha sempre brillato come si sperava, questi due ragazzi hanno dimostrato di avere qualità e carattere. E sono loro la speranza per il futuro.

Carmine Nunziata
Onore a Nunziata e a chi ha guidato questi ragazzi
Un grande applauso va a Carmine Nunziata ed a tutto il suo staff, che hanno saputo creare un gruppo vero, unito, che ha lottato fino all’ultimo secondo. Dopo l’eliminazione con la Germania, in conferenza stampa il mister ha difeso i ragazzi, applaudendoli pubblicamente e denunciando senza giri di parole le scelte arbitrali (l’espulsione assurda di Zanotti tra le tante), che hanno pesato tantissimo sulla partita. Un allenatore vero, che ci ha reso fieri a tutti noi di questa Under 21.
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