Nazionali Giovanili
Italia U21, Baldini: “Voglio calciatori motivati e innamorati di ciò che fanno. Volevo smettere di allenare, poi…”
Le dichiarazioni di Silvio Baldini, commissario tecnico dell’Italia U21, che ha parlato di tanti aspetti legati al mondo azzurro e non solo.

Italia Under 21, intervista al CT Silvio Baldini
L’avventura di Silvio Baldini sulla panchina dell’Italia U21 è cominciata con il piede giusto: due partite e altrettante vittorie, prima alla Spezia contro il Montenegro e poi a Bitola contro la Macedonia del Nord. Sei punti in due gare, che mettono subito gli azzurrini sulla strada giusta in vista dei prossimi impegni: venerdì 10 ottobre a Cesena contro la Svezia e quattro giorni più tardi a Cremona contro l’Armenia, entrambe alle ore 18.15.
In attesa di poter guidare i suoi ragazzi nelle prossime due, importanti, gare di qualificazione, il commissario tecnico Baldini ha rilasciato un’intervista a Vivo Azzurro TV. Di seguito le dichiarazioni dell’allenatore toscano, riportate dai canali ufficiali della FIGC.
Le parole di Baldini
Sull’orgoglio azzurro: “Per qualsiasi italiano, in qualsiasi campo, poter rappresentare il nostro Paese credo sia il massimo. Sono molto orgoglioso di poterlo fare e cercherò di ripagare la fiducia di chi mi ha scelto”.
Sulle convocazioni: “Non parto dalle qualità tecniche, ma da ciò che i giocatori sono fuori dal campo. Voglio vedere persone motivate, innamorate di quello che fanno, che abbiano una strada ben precisa da seguire con l’obiettivo di diventare dei top”.
Sulla scelta di fare l’allenatore: “Studiavo all’ISEF e andai a vedere la Carrarese, che era allenata da Orrico e giocava un calcio totale di ispirazione olandese. Ne rimasi affascinato. Pensai che un giorno anche io avrei voluto essere un allenatore e trovarmi in uno stadio con tutta quella gente a fare il tifo. Poi (dopo anni, ndr) a un certo punto non mi sentivo più felice di allenare. Stetti sei anni fermo, finché non parlai proprio con la Carrarese. Dissi loro che sarei tornato ad allenare gratis ma senza vincoli: fra questi paletti c’era anche il non essere esonerato a prescindere dai risultati. Andò bene, facemmo la finale play-off con il Bari e poi le avventure con Palermo e Pescara mi hanno reso felice di questo percorso”.
Un aneddoto sulla scelta dei giocatori: “Lo scorso anno eravamo in ritiro pre-campionato a Pescara: mi ero esposto, volevo vincere. Ma in quei giorni vedevo che quello che pensavo era difficile da realizzare. Parlai con mio figlio Mattia e gli dissi che avevamo fatto la scelta sbagliata, che saremmo dovuti andare via. Mi disse che io vedo Valentina, la mia figlia disabile, sempre bellissima perché non la guardo con gli occhi delle altre persone, ma con quelli del cuore. Perciò mi suggerì di cercare di vedere i giocatori con gli stessi occhi con cui guardo Valentina. Da quel momento ho giurato a me stesso che l’avrei fatto e posso garantire che se riusciremo ad avere una sinergia forte con questi ragazzi, potremo ottenere i risultati che desideriamo”.
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