Nazionali Giovanili
Liberali: “Milan, nessun rimpianto. In Italia si punta sul fisico, ma qualcosa sta cambiando”
Mattia Liberali guida l’Italia U20 ai quarti del Mondiale: talento, leadership e ambizione per una generazione azzurra pronta a stupire.

L’Italia U20 pronta a sognare: le parole di Liberali
Mentre la Nazionale maggiore si prepara a sfide decisive per le qualificazioni al Mondiale 2026, un’altra Italia sta già vivendo il brivido di un Mondiale. L’Under 20 azzurra è impegnata in Cile, dove ha dimostrato grande maturità e qualità nel superare il girone eliminatorio. Gli azzurrini hanno battuto Australia, Cuba e Argentina, confermando un percorso impeccabile e meritando l’accesso ai quarti di finale, dove affronteranno gli Stati Uniti.
Il torneo rappresenta un’occasione unica per questi giovani calciatori, non solo per mettere in mostra il proprio talento, ma anche per confrontarsi con squadre di culture calcistiche diverse e situazioni ad alta pressione. L’atmosfera in Cile è elettrica, e ogni partita da dentro o fuori aggiunge adrenalina e responsabilità, elementi fondamentali per la crescita di una generazione che sogna in grande.
Mattia Liberali: talento e ambizione
Tra i protagonisti più attesi c’è Mattia Liberali, già vincitore dell’Europeo Under 17 nel 2024. L’attaccante ha dimostrato fin da giovanissimo una personalità e una determinazione fuori dal comune, qualità che oggi lo spingono a inseguire un nuovo trionfo con la Nazionale U20. “Vogliamo arrivare il più lontano possibile. Nelle partite da dentro o fuori non conta avere i singoli più forti, ma il gruppo più unito”, racconta a CronachediSpogliatoio, mostrando la mentalità di chi sa che la forza del collettivo può fare la differenza nei momenti decisivi.
Liberali non è solo talento tecnico: è anche un leader silenzioso, capace di trascinare i compagni con l’esempio e con la visione di gioco. La sua capacità di leggere la partita e di creare occasioni lo rende uno degli elementi più interessanti del torneo, attirando l’attenzione di osservatori e appassionati.
La qualità italiana non manca
In un periodo in cui il calcio italiano sembra faticare a far emergere nuovi talenti, Liberali rappresenta un esempio concreto della qualità presente nel nostro movimento. Tra Nazionale e Serie B, dove milita con il Catanzaro, dimostra abilità tecniche e visione di gioco spesso poco valorizzate: “In Italia ci sono molti giocatori di fantasia. Spesso si dà più importanza alla forza fisica che al gioco e alla tecnica, ma le cose stanno cambiando”, spiega.
Secondo lui, i numeri 10 moderni devono trovare l’ambiente giusto, dove il gioco si sviluppa palla a terra e il risultato passa dalla qualità collettiva. Questo contesto, Liberali lo ha trovato a Catanzaro, club che lo ha prelevato a titolo definitivo dopo l’addio al Milan. “Mi ha sempre affascinato, soprattutto quando ci ho giocato a marzo con l’U19. L’ambiente, i tifosi, la città… tutto mi ha convinto. Poi mister Aquilani e il direttore Polito mi hanno presentato il progetto: puntare sui giovani senza rinunciare alla vittoria. Non ho avuto dubbi”.
Milan, un capitolo speciale
Lasciare il Milan non è stato facile. Liberali è cresciuto nel club rossonero, arrivando bambino e trascorrendo oltre dieci anni tra le giovanili. La scorsa stagione lo ha visto dividersi tra Primavera, Milan Futuro e Prima squadra, vivendo anche l’emozione dell’esordio a San Siro in occasione dei 125 anni del club: “Uno dei giorni più belli della mia vita. La curva che mi cantava durante il riscaldamento… ci ho messo giorni per realizzare tutto”.
Il passaggio al Catanzaro è stato naturale e senza rancori: “Il Milan è stata una seconda casa. Ho vissuto esperienze magnifiche, non ho rimpianti. È arrivato il momento di una nuova sfida”. Questo cambiamento dimostra maturità e volontà di crescere, privilegiando il percorso personale e la possibilità di mettersi alla prova in un contesto dove può avere più responsabilità.
Compagni di vita e sogni condivisi
Cresciuto insieme anche in azzurro con Francesco Camarda, Liberali racconta un legame speciale: “Io e Cama siamo quasi come fratelli. In campo ci troviamo benissimo: a me piace fare assist, a lui segnare”. La sintonia tra i due è evidente, e la capacità di comprendersi al volo aggiunge imprevedibilità al gioco dell’Italia U20.
Ora però è tempo di pensare ai quarti contro gli Stati Uniti. Dal primo minuto o da subentrante, poco importa: “Nell’ultima stagione ho imparato ad adattarmi a ruoli e situazioni diverse”. Il sogno continua: conquistare il mondo con l’Italia U20, per poi affermarsi anche in Serie B e dimostrare che la nuova generazione azzurra ha talento, ambizione e cuore.
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