Il calcio dei grandi
Spagna-Francia tra presente e futuro: in campo la top 3 del Pallone d’Oro?

Spagna-Francia, una finestra aperta sul presente e sul futuro
Si torna immediatamente in campo grazie agli impegni delle Nazionali: la Nations League ci regala Spagna-Francia, partita destinata a diventare la grande classica d’Europa. A suon di talenti, colpi geniali, giocate risolutive e baby fenomeni che si prendono palcoscenici di prestigio, la sfida dei Pirenei regalerà picchi altissimi di calcio.

Ousmane Dembele
Spagna-Francia equivale alla top 3 del Pallone d’Oro?
Il firmamento europeo brilla grazie alle stella della “roja” e dei “bleus”
Questa domanda ha acquisito diritto di cittadinanza negli ultimi mesi, diventando gradualmente sempre più credibile come scenario finale. Da una parte il volto del calcio nei prossimi 15 anni, dall’altra le due frecce più taglienti nell’arco di Luis Enrique durante la campagna in Champions League. Il tutto rischierebbe di fagocitare le attenzioni, accentrando su quei tre nomi l’intera opinione pubblica. Eppure, Spagna-Francia riesce a far guadagnare prestigio anche al contesto, costellato di fenomeni assoluti e stelle scintillanti. Non a caso, parliamo di nazionali che possono vantare nomi come Mbappé, Rodri, Nico Williams, Cubarsì, Theo Hernandez; la lista potrebbe continuare, ma rischieremmo di diventare prolissi.
La “doppia D” contro il fenomeno “battezzato” da Messi
La partita esaltata dai grandi duelli, come quelle instant classic che spesso il calcio sa regalare. Deschamps si affida a Desiré Doué e Ousmane Dembélé, mentre de la Fuente donerà le chiavi del destino della “roja” al suo protettore bambino, Lamine Yamal. Barcellona e Psg che si intrecciano per plasmare il futuro di un appuntamento da Gran Gala, in cui i tre protagonisti principali si presentano con lo smoking delle gradi occasioni. Lo spunto (anche provocatorio) riguarda la classifica finale del Pallone d’Oro, ma riflettendoci attentamente potremmo trovare degli appigli che diano concettualmente credibilità a questa opinione.
Pallone d’Oro, i tre papabili scendono in campo stasera?
La Francia aggredisce il premio
Doué-Dembelé-Yamal, la “triade del terrore” che ha dominato il calcio europeo. Nel primo caso, parliamo forse del motivo per cui il Psg si è potuto permettere un centrocampo con Fabian Ruiz, Vitinha e Joao Neves: spunti di creatività, giocate risolutive e quella partenza da fermo capace di lasciare con le ruote a terra qualsiasi difensore. Ad Anfield, a perdere i giri del motore fu la difesa in quel momento più ermetica d’Europa, che crollò sotto le continue sferzate di talento del classe 2005. In finale invece, è stata l’Inter a prestare il fianco ai suoi colpi taglienti. In sostanza, l’ex Rennes è stato sempre presente nei momenti cruciali, facendo girare le sliding door della stagione tutte dalla parte dei parigini.

Desiré Doué (screen)
Dembélé è l’ulteriore anello di congiunzione tra Barcellona e Paris Saint Germain: dal giorno alla notte, una transizione da talento terribilmente inconsistente a killer spietato che ha la firma di Luis Enrique; a proposito di collegamenti coi “blaugrana”, proprio quel tecnico che aveva portato l’ultima volta il Barcellona sul tetto d’Europa. 33 gol, 15 assist e un ulteriore doppio jolly calato sul tavolo della finale: insomma, l’esterno d’attacco ha lanciato una dichiarazione di intenti seria verso il premio consegnato da France Football.
Bis della Spagna: dopo Rodri sarà l’ora di Yamal?
Dulcis in fundo, la cosa più bella e inspiegabile che sia successa al calcio negli ultimi tre anni. Semplicemente, Lamine Yamal, il fascino magnetico del talento che produce pura anarchia e pura magia. E alla faccia dell’inconsistenza, anche 18 gol e 25 assist da esporre come pezzi pregiati della collezione annuale, oltre alla Supercoppa, la Coppa del Re e la Liga messe in bacheca. Nota a margine: nel caso in cui il Pallone d’Oro arrivasse a Doué o Yamal, staremmo riscrivendo una pagina di storia. Si tratterebbe infatti del premio più giovane nella storia dell’evento, superando il record di Ronaldo Nazario che nel 1997 se lo aggiudicava a 21 anni. Insomma: benvenuti nel futuro.
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