Il calcio dei grandi
Pagliuca come Sarri: tanta gavetta e l’Empoli nel destino
Guido Pagliuca riparte da Empoli dopo aver sfiorato la Serie A con la Juve Stabia: una storia di gavetta, sacrifici, idee e un inevitabile paragone con Maurizio Sarri

Pagliuca e Sarri: un parallelismo scritto dal destino
Guido Pagliuca è il nuovo allenatore dell’Empoli. Una scelta che ha sorpreso alcuni, e acceso l’entusiasmo di chi conosce davvero il suo percorso. Il paragone con Maurizio Sarri sorge spontaneo. Due allenatori toscani, partiti da vite comuni, lontani dai riflettori, forgiati nei campi polverosi della provincia. Se l’attuale allenatore della Lazio ha lasciato il mondo delle banche per inseguire il proprio sogno, Pagliuca ha abbandonato il banco del supermercato. Entrambi hanno trasformato la gavetta nella loro università del pallone, accumulando esperienza e competenza giorno dopo giorno, partita dopo partita.
Reduce da una stagione straordinaria alla guida della Juve Stabia, dopo averla riportata in Serie B nell’annata precedente, e sfiorato la promozione in Serie A, arrendendosi solamente in semifinale al cospetto della Cremonese, Pagliuca approda a Empoli con la missione di ripetere un miracolo sportivo. Un punto di partenza che, per altri, è stato un trampolino verso la grande ribalta.

Guido Pagliuca, ex allenatore della Juve Stabia
Due vite parallele
Due vite parallele, due vocazioni nate tra le righe dei mestieri “di tutti i giorni”. Maurizio Sarri lavorava in banca, Guido Pagliuca in un supermercato, con il pomeriggio passato tra i cantieri edili e il campo. Entrambi con il calcio nel sangue e la volontà di fare di quella passione un mestiere. Sarri ha lasciato l’ufficio conti per la panchina, Pagliuca ha fatto lo stesso abbandonando il banco della Conad. Due tecnici che hanno costruito dal basso, allenando nei dilettanti, vivendo lo spogliatoio da uomini semplici, prima ancora che da allenatori. L’umiltà come bussola, la competenza come arma.
Il lungo cammino di Pagliuca
Pagliuca non è un predestinato. Ha cominciato da calciatore dilettante, e a soli 31 anni è diventato allenatore. La sua è stata una gavetta vera, fatta di notti insonni a studiare moduli e pomeriggi passati tra lavoro manuale e sacrifici familiari. Lo racconta lui stesso: “Mi alzavo all’alba per preparare la squadra, lavoravo tutto il giorno, poi andavo al campo. Era stancante, ma avevo un sogno”.
Dalla panchina del Cecina, passando per i campi della Serie D e la Serie C, Pagliuca ha saputo adattarsi, migliorarsi, aggiornarsi. Ha osservato, studiato, ascoltato. E poi ha preso il coraggio a due mani: ha mollato tutto per tentare la carriera nel calcio professionistico. Come fece Sarri a suo tempo.
L’approdo alla Juve Stabia e il salto di qualità
Il vero salto arriva a Castellammare di Stabia. Con la Juve Stabia, Pagliuca dimostra di essere pronto per sfide importanti. Riporta i gialloblù in Serie B, e soprattutto costruisce una squadra giovane, affamata, brillante. Il suo gioco propositivo, l’attenzione al gruppo, la mentalità collettiva: tutto ricorda il primo Sarri di Empoli. Il cammino playoff è epico: eliminazioni eccellenti, gioco coraggioso, entusiasmo crescente. Solo la Cremonese, più esperta, ferma la corsa verso la Serie A. Ma il segnale è chiaro: Pagliuca è pronto per qualcosa di più grande.
Empoli, Stairway to Heaven
Come per Sarri nel 2012, anche Empoli rappresenta per Pagliuca il crocevia decisivo. Stairway to Heaven direbbero i Led Zeppelin. È una piazza che sa valorizzare gli allenatori, che ha già creduto in profili emergenti, da Andreazzoli a Dionisi. Ed è proprio lì che Sarri fece il salto dalla B alla A, per poi prendere il volo verso Napoli, Chelsea e Juventus. Pagliuca non arriva per caso. Arriva dopo una scalata silenziosa, con le mani sporche di fatica e la testa piena di idee. Empoli è il trampolino.

Maurizio Sarri
Due filosofi del gioco: schemi, dettagli e identità
Sarri è famoso per la sua “ossessione organizzata”: palle inattive, schemi codificati, precisione maniacale. Anche Pagliuca ha fatto della cura del dettaglio e dello studio il suo marchio di fabbrica. Ha seguito corsi, osservato colleghi, elaborato il suo stile. Non ha mai copiato, ma ha assorbito. E oggi, come Sarri, propone un calcio moderno, dove il collettivo viene prima del singolo. In un’epoca dove i tecnici emergenti spesso puntano sull’estetica, Pagliuca ha il merito di unire pragmatismo e ambizione. Il suo calcio è ordinato, ma anche audace. È preparato, ma non dogmatico. Proprio come quello di Sarri ai tempi di Empoli.
Un nuovo “Comandante”?
Dopo l’amara retrocessione l’Empoli vuole rilanciarsi e ritornare subito in massima serie attraverso quella forza progettuale che l’ha resa esempio di sostenibilità e bel gioco. Per Pagliuca ora si apre un nuovo capitolo della propria carriera, ma per far sì che diventi quello della consacrazione, dovrà dimostrare di essere all’altezza. Le carte in regola per far bene ci sono tutte, il campo ci dirà se il cassiere-allenatore, riuscirà a diventare il nuovo “banchiere” del calcio italiano, proprio come Sarri.
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