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Milan, con Allegri cambiano le gerarchie in attacco: Gimenez già bocciato? E Saelemaekers…

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Allegri, Milan

Milan, in attacco c’è ancora il cartello: “lavori in corso”

Un discorso potenzialmente applicabile per tutte le zone del campo e, più in generale, a tutto ciò che gravita intorno all’orbita Milan. L’arrivo di Massimiliano Allegri è stato pensato anche per dare una scossa ad un ambiente con le ruote a terra e con una parte nutrita della tifoseria in direzione ostinata e contraria rispetto alla società. Con il ritorno del tecnico toscano però, il reparto che presumibilmente potrebbe subire più modifiche (a parte un centrocampo in cui serve un restyling totale) è l’attacco.

Santiago Gimenez

Santiago Gimenez (screen)

Da Gimenez a Saelemaekers: come l’attacco cambia pelle

Cestinata la seconda bozza di un progetto che si posava su basi inesistenti, il Milan cerca di tornare in carreggiata e si affida ad un allenatore etichettato come gestore. Allegri arriva in un contesto a cui serve un defibrillatore tecnico e tattico: l’attacco è, in questo senso, il fine ultimo ma anche l’innesco di una mini-rivoluzione negli interpreti per la prossima stagione. Salutato Joao Felix, prestito che non ha dato quelle sferzate di talento che servivano, anche Tammy Abraham ha fatto ritorno a Roma, con Saelemaekers che ha fatto il percorso inverso. Proprio da lui potrebbe partire il ragionamento: dopo due stage lontani dalla sede principale, il belga ha dato chiare indicazioni di affidabilità e colpi. A Bologna, vitalità e dinamismo condensato in 32 presenze con 4 gol 3 assist, che hanno aiutato i felsinei ad alimentare la corsa verso un’epocale qualificazione in Champions League.

Nella capitale, temperamento e versatilità: Ranieri lo ha schierato sulla trequarti, dietro la punta e da quinto di centrocampo. Risultato? Sorprendente apporto offensivo e presenza nei momenti importanti: il belga ha dimostrato anche grandi letture nello scegliere i momenti decisivi per affondare il morso. 7 gol e 7 assist a bilancio per un giocatore che si candida fortemente per diventare un jolly preziosissimo, specialmente nel calcio più posizionale e meno dinamico di Allegri. Da sciogliere anche il nodo punta: Santiago Gimenez è già diventato un caso, considerando la spaventosa transizione da killer spietato a creatura docile e in fondo alla catena alimentare. Il passaggio dai 16 gol in 19 presenze nella prima parte della stagione col Feyenoord, agli appena 6 centri in 19 incontri disputati in rossonero, sono emblematici di una crisi mentale e tecnica.

Milan: la soluzione per la punta è da ricercare sul mercato?

Nell’equazione entrano dunque due variabili fondamentali: il lavoro che Allegri dovrà fare su Gimenez per riportarlo in carreggiata e un mercato che potrebbe regalare qualcos’altro. Il nome altisonante è quello di Vlahovic, ma l’ingresso del serbo porterebbe con sé alcuni interrogativi. Il principale, riguarda la compatibilità con le caratteristiche richieste dal tecnico livornese: poca ricerca della profondità, partecipazione al blocco basso e lavoro di protezione e pulizia del pallone, in molti casi dando la schiena alla porta avversaria. Una parte consistente della risposta ci arriva dai precedenti tra i due: il serbo, allontanandosi dall’area avversaria, nel triennio con Allegri ha subìto un ridimensionamento nel peso offensivo. Le percentuali si sono sporcate, passando dai 49 gol in 108 partite con la Fiorentina, alle 56 reti in 142 presenze con la Juventus.

Vlahovic

Vlahovic (screen)

La media realizzativa di 1 timbro ogni 144 minuti si macchia sensibilmente, arrivato ad 1 rete ogni 174 giri d’orologio. In più, sono emersi i difetti di Vlahovic, con il serbo che ha dimostrato di soffrire molto nella protezione del pallone e nel comunicare tecnicamente coi compagni. Una soluzione ancora secondaria, ma che nelle ultime ore ha preso quota, è quella di Darwin Nunez: l’attaccante del Liverpool è sicuramente più rapido di Vlahovic, ma da numero 9 ha palesato una mancanza di killer instinct, arrivando a toccare quota 40 centri, ma giocando 143 match. Sullo sfondo rimangono Retegui e Osimhen, al momento due opzioni meno accreditate e (soprattutto nel caso del secondo) più onerose dal punto di vista economico. In sostanza, siamo d’avanti ad una trasformazione nel reparto offensivo che ancora non ha scalato le marce.

Luca Ottaviano

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