Il calcio dei grandi
I colori del riscatto e un conto in sospeso: Di Francesco torna a Lecce
Lecce, sarà Eusebio Di Francesco il nuovo condottiero: il giallorosso potrebbe essere il colore del riscatto per il tecnico abruzzese che torna in Salento 14 anni dopo

Di Francesco, Lecce riabbraccia il figliol prodigo
Nel calcio, più che in ogni altra forma di racconto, il destino ama giocare coi colori. E quando si parla di Eusebio Di Francesco, non possono che essere il giallo e il rosso, le tinte del suo viaggio. Quelle della Roma, dove ha brillato. Quelle del Lecce, dove tutto era iniziato — e dove tutto, oggi, può ricominciare. Dopo anni di salite e cadute, applausi e fischi, l’allenatore abruzzese è pronto a rimettersi in gioco proprio là dove aveva vissuto il suo primo vero fallimento da tecnico. Un ritorno che sa di riscatto, di conto in sospeso e di romanticismo calcistico.
Giallo e rosso, i colori del destino
I colori giallorossi non sono solo un dettaglio cromatico. Sono l’asse portante del percorso di Di Francesco. Lo hanno visto trionfare con la Roma nella notte magica contro il Barcellona. Lo hanno visto cadere proprio a Lecce, ma anche essere accolto di nuovo, ora, come figlio smarrito ma atteso. Il Salento lo riabbraccia con maturità. Senza illusioni, ma con la consapevolezza che alcune storie meritano una seconda possibilità. E che le cicatrici del passato possono diventare l’inchiostro di un nuovo capitolo.

Eusebio Di Francesco
Lecce-Di Francesco, una scelta tecnica e di cuore
A volerlo è stato Pantaleo Corvino, architetto del progetto Lecce. Una decisione ponderata, tutt’altro che nostalgica. Il 4-3-3 di Di Francesco si sposa perfettamente con l’identità del club: calcio offensivo, fiducia nei giovani, cultura del lavoro. Dopo gli anni difficili, l’ex tecnico di Roma e Sassuolo ha ancora qualcosa da dimostrare. Il contratto parla chiaro: un anno, con rinnovo automatico in caso di salvezza. Ma dietro le clausole c’è molto di più: una scommessa umana, oltre che professionale.
Ascesa, caduta e crollo: è il momento del riscatto
Era il 2011 quando Di Francesco sedeva per la prima volta sulla panchina del Lecce. Era l’esordio in Serie A da allenatore, una sfida affascinante ma proibitiva. Tredici giornate, pochi punti, un esonero inevitabile. Sembrava l’inizio della fine. E invece, era solo l’inizio di un lungo viaggio che riparte dall’Emilia.
Il tecnico abruzzese sceglie Sassuolo, una scommessa che si trasforma in trionfo. Nel 2013 conquista la prima storica promozione in Serie A per i neroverdi, e negli anni successivi dà vita a un progetto tecnico tra i più riconoscibili d’Italia: gioco offensivo, identità chiara, valorizzazione di giovani talenti (Berardi, Zaza su tutti). Il culmine arriva nel 2016 con la qualificazione all’Europa League, un risultato che sa di impresa epocale.
Nel 2017 arriva la chiamata della Roma, club dove aveva brillato anche da calciatore. L’esordio è un sogno: ottimo campionato e un’indimenticabile cavalcata in Champions League, culminata nella storica rimonta sul Barcellona con il 3-0 all’Olimpico che entra nella leggenda e la semifinale col Liverpool. Ma la favola dura poco. L’anno dopo, il progetto si inceppa: calano prestazioni, aumentano tensioni, e a marzo 2019 arriva un nuovo esonero. Da quel momento inizia una discesa inarrestabile.
Alla Sampdoria dura appena sette giornate. A Cagliari non lascia tracce. Poi arrivano due ferite profonde: Frosinone e Venezia, due esperienze segnate da delusioni, promesse mancate e retrocessioni. Il credito accumulato negli anni sembra ormai svanito. Ma Di Francesco non si arrende, nonostante tutto. E oggi il destino lo riporta a Lecce, proprio dove il cerchio si era aperto. Non è solo una nuova panchina: è un’ultima occasione, forse la più importante. Per dimostrare che la passione non si è spenta, che le cadute possono diventare slancio, che il mestiere dell’allenatore è anche resilienza, adattamento, visione. Lecce è una piazza che premia chi ci crede, chi lavora, chi lotta. E Di Francesco ha ancora qualcosa da dire, da offrire. Se stesso, prima di tutto. E quei colori giallorossi che, ancora una volta, si legano al suo cammino.
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