Il calcio dei grandi
Italia, tracollo in Norvegia, social impazziti: “Siamo già fuori dai mondiali”

Italia, la pesante sconfitta all’esordio e un incubo all’orizzonte
Ieri sera iniziava il nostro percorso nel girone di qualificazione ai Mondiali 2026: l’Italia però, ha steccato clamorosamente contro la Norvegia, cadendo con un netto 3-0 e complicando il cammino già al primo incontro. Si materializza dunque un incubo che ci farebbe ricadere in un’eclissi totale: saltare il terzo mondiale consecutivo potrebbe somigliare ad una condanna a morte per il nostro sistema calcistico. In questo contesto, il popolo azzurro insorge e individua tanti responsabili.

Gabriele Gravina (screen)
Italia, dal paradosso giovani a… Spalletti
I social sono diventati terreno fertile per alimentare il dissenso contro la Nazionale. Il primo ad essere bersaglio di forti critiche è il Ct, Luciano Spalletti: imperdonabile, secondo molti utenti, l’idea di aver dato priorità al caso Acerbi nella vigilia di una partita così delicata. Ma il tecnico di Certaldo è finito nel mirino anche per la sua ostinata ricerca della difesa a 3, nonostante ieri non avessimo materiale per sostenere un sistema del genere. E in molti sono arrivati a chiedere le dimissioni del mister, come misura drastica da cui porre le basi per scongiurare l’ennesima debacle.
Insieme all’ex Napoli, sulla graticola c’è anche il “Sistema calcio”: in molti lamentano una spaventosa mancanza di intraprendenza nel correggere la rotta, nell’invertire una pericolosissima tendenza che rischia di vederci esclusi dal terzo mondiale consecutivo. Anche la gestione dei giovani è un tema sollevato dal tifo sui social: “Quando si capirà che i giovani italiani, che vincono tornei internazionali a livello giovanile, devono giocare e avere più opportunità in Serie A”. Un appello tutto sommato condivisibile e che trova riscontro ormai da tempo: in Italia, manca coraggio e progettualità nell’inserire gradualmente i nostri giovani di talento nel mondo del professionismo.

Italia U21 esultanza (Credit foto: Leonardo Bartolini)
La critica tocca anche i piani alti
Infine, viene messo al centro della contestazione anche Gabriele Gravina: il Presidente della Figc è diventato per molti “il volto del fallimento Italia”. Alcuni sollevano anche un interessante paragone con altri sport in netta crescita nel nostro paese: fa effettivamente impressione la crescita esponenziale del movimento del tennis azzurro; nella pallavolo abbiamo il campionato più competitivo, la nazionale femminile fresca di medaglia d’oro olimpica e la nazionale maschile al top nel mondo. Anche negli sport invernali, nel rugby e nel nuoto siamo in netta crescita: è il calcio a risultare come la nota stonata, e il primo responsabile secondo molti è proprio il Presidente di Lega.
Cosa serve all’Italia per ipotizzare l’impresa?
Si potrebbe rispondere in maniera secca: “soltanto un miracolo”. E nell’effettivo, l’unico scenario in grado di salvarci dall’ennesimo giro per i playoff, assume le conformazioni di un miracolo. La Norvegia, che nella ripresa viaggiava a velocità di crociera e non ha comunque subìto alcun tipo di forcing, è a 3/3 nel conto tra partite disputate e match vinti. Nei prossimi due impegni quindi, l’Italia ha l’obbligo di rimanere a distanza, a quel -3 che potrebbe darci ancora il favore dell’aritmetica. E senza scivoloni da parte dei ragazzi di Solbakken, una sola strada si profila come percorribile: vincerle tutte da qui alla fine e ribaltare il passivo consistente di ieri.
L’Italia dovrà quindi raccogliere 21 punti nelle prossime 7 gare con Moldavia, Estonia, Israele (e il ritorno con la Norvegia) e provare a raddrizzare una differenza reti che ci vede al momento in debito di ossigeno. Dobbiamo infatti ricucire un gap di 13 gol totali (+10 la differenza reti norvegese, -3 la nostra). Un’impresa che con i valori espressi nell’umiliazione di ieri, appare proibitiva.
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