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Italia, le tappe del disastro: dall’arrivo di Spalletti al divorzio
Italia, le tappe del disastro: l’arrivo di Spalletti, un Europeo da dimenticare e un Mondiale a rischio, alla fine paga il Ct che andrà in panchina con la Moldavia, ma poi lascerà l’incarico

Italia, ennesima ripartenza: via Spalletti e ora?
L’avventura di Luciano Spalletti alla guida della Nazionale italiana è giunta al capolinea, tra aspettative mancate, tensioni interne e un esonero che ha il sapore della resa. Nominato dopo il burrascoso addio di Roberto Mancini, il tecnico toscano era stato accolto come il profilo ideale per dare una nuova identità all’Italia. Tuttavia, il suo percorso è stato un continuo saliscendi, conclusosi in modo amaro dopo la sconfitta contro la Norvegia nelle qualificazioni al Mondiale 2026. L’ormai ex Ct dei quattro volte Campioni del Mondo sarà in panchina con la Moldavia, poi sarà divorzio.
Spalletti-Italia: l’Europeo, la prima spaccatura
Nel settembre 2023, Spalletti subentra a Mancini dopo lo strappo improvviso con la FIGC. Reduce dal trionfo con il Napoli, il tecnico di Certaldo viene investito di un compito arduo: ridare anima e competitività a un’Italia uscita a pezzi dall’ultimo biennio, nonostante il successo nell’Europeo itinerante. L’esordio a Skopje contro la Macedonia del Nord (1-1) è già un campanello d’allarme. Da quel momento, la sua Nazionale si dimostra incostante, incapace di dare continuità alle prestazioni.
Nel complesso, il bilancio di Spalletti parla di 23 partite (diventeranno 24 dopo la sfida con la Moldavia), con 11 vittorie, 6 pareggi e altrettante sconfitte. Una media insufficiente per un commissario tecnico chiamato a rilanciare il progetto. L’Italia si qualifica a Euro 2024 ma in modo poco convincente, guadagnandosi il pass per gli ottavi soltanto nel recupero contro la Croazia, grazie a un gol salvifico di Zaccagni.
Ma il gioco è sterile, la squadra apatica. Contro la Spagna l’Italia era stata sovrastata, anzi l’1-0 finale (autogol di Calafiori) fu in un certo senso addirittura un affare. Il ko con la Svizzera agli ottavi tuttavia, presenta il conto: è salatissimo, l’eliminazione anticipata dalla rassegna continentale sancisce la prima vera rottura col progetto.
Post-Europeo: l’illusione francese e il tracollo norvegese
Paradossalmente, subito dopo l’Europeo arriva la miglior prestazione dell’era Spalletti: un trionfo per 3-1 a Parigi contro la Francia (Dimarco, Frattesi e Raspadori ribaltano il vantaggio transalpino siglato da Barcola). È una fiammata destinata a spegnersi presto. In Nations League, l’Italia supera la prima fase, ai quarti di finale però esce contro la Germania: dopo il ko a San Siro (1-2), sul suolo teutonico gli azzurri rimontano, ma la reazione d’orgoglio non basta, il 3-3 promuove la selezione di Nagelsmann.
Da una batosta ad un’altra, quella contro la Norvegia ad Oslo nella gara d’esordio del girone di qualificazione ai prossimi Mondiali. In un raggruppamento in cui figurano anche Israele, Moldavia ed Estonia, la paura di arrivare nuovamente secondi e di andare incontro al terzo playoff di fila, con l’incubo di saltare nuovamente il Campionato del Mondo è troppa e così la fiducia crolla. Il 3-0 rimediato contro la Nazionale scandinava rappresenta il colpo di grazia alla gestione spallettiana.
Il retroscena: l’addio nella notte
Stando alle ultime, emerge un retroscena, il colloquio tra Spalletti e Gravina sarebbe avvenuto nella notte tra sabato e domenica, a Coverciano. Il presidente della FIGC Gabriele Gravina è irremovibile: “Così non si può andare avanti”. Il tecnico vuole restare, ma capisce. Rinuncia a un anno di stipendio e pretende trasparenza immediata: nessuna messa in scena, è lui stesso a comunicare l’esonero in conferenza stampa. Un gesto di dignità in un clima ormai compromesso.
Capello attacca il sistema e i giocatori: “Ma Ranieri…”
All’indomani dell’esonero, Fabio Capello attacca frontalmente il sistema: “I giocatori non hanno seguito Spalletti. Non c’era amore per la maglia, non c’era gioco. Serviva spirito di sacrificio, invece si sono arresi”. L’ex Ct dell’Inghilterra punta il dito contro i calciatori: “Calafiori dice che deve andare a curarsi e la settimana prima aveva giocato. Buongiorno lo stesso. Poi il caso Acerbi. Quando sento che non c’è amore per la maglia azzurra, mi viene una rabbia che spaccherei tutto”. E poi rilancia la figura di Claudio Ranieri come il profilo ideale per ripartire: un uomo di esperienza, capace di “entrare nella testa” degli atleti. Un ct equilibrato, pragmatico, in grado di ricostruire dalle macerie.

Italia, Pioli, Ranieri (creata con ChatGpt)
Italia, un altro anno zero
Dopo circa un anno e mezzo l’Italia si ritrova nuovamente al bivio. Moldavia, Estonia, Israele, Estonia, Israele, Moldavia e lo scontro diretto di ritorno con la Norvegia, decisivo per la qualificazione ai Mondiali 2026. Il nuovo commissario tecnico avrà a disposizione 6 partite per trovare una quadra e ripristinare la leadership e quello spirito azzurro che è mancato nei momenti decisivi della gestione spallettiana. Il percorso dell’ex allenatore del Napoli sa tanto di occasione sprecata, ma evidenzia anche altri problemi più profondi: la mentalità, la cultura sportiva, la costruzione dei talenti. Serve coraggio, serve visione. Serve, soprattutto, una nuova identità.
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