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Inacio Pià: “Napoli? Questo scudetto è anche nostro. Orgoglioso di veder Samuele brillare in Europa”

Lo scudetto del Napoli, l’addio di Gasperini all’Atalanta e un Europeo Under 17 da protagonista del “suo” Samuele: in esclusiva ai nostri microfoni Inacio Pià.

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Inacio Pià
Inacio Pià

Lo scudetto del Napoli, l’addio di Gasperini all’Atalanta e un Europeo Under 17 da protagonista del “suo” Samuele: le parole di Inacio Pià

Un viaggio tra passato, presente e futuro, attraverso le parole di uno dei protagonisti della rinascita partenopea. Inacio Pià, ex attaccante di Napoli e Atalanta, riflette su una stagione intensa e storica: quella dello scudetto conquistato dal Napoli, e sul significato profondo di questo traguardo per chi – come lui – ha contribuito a ricostruire il club dopo il fallimento del 2004.

Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, Pià commenta anche il cammino dell’Atalanta, reduce da un’annata brillante ma non priva di rimpianti. Il discorso si estende poi al futuro della panchina nerazzurra, con riflessioni su chi potrebbe raccogliere l’eredità di Gasperini dopo nove anni di progetto tecnico.

Spazio infine al lato più personale e toccante: la crescita del figlio, Inacio Samuele Pià, oggi tra i giovani più promettenti del Borussia Dortmund, dopo dieci anni nel settore giovanile dell’Atalanta. In grande spolvero con la Nazionale Under-17 all’Europeo di categoria, il classe 2008 ha realizzato cinque gol trascinando la squadra fino alla semifinale. Un racconto di passione, sacrificio e identità, che lega due generazioni e due percorsi accomunati dallo stesso sogno: vivere il calcio da protagonisti.

Inacio Pià

Inacio Pià

Lo scudetto del Napoli e la crescita

Dal 10° posto della passata stagione alla vittoria dello scudetto: che stagione è stata quella del Napoli?

“Una stagione bellissima, anche sofferta, perché si è dovuti arrivare fino all’ultima giornata per conquistare lo scudetto. Ma un successo assolutamente meritato. Il Napoli ha vissuto una vera trasformazione dopo un anno drammatico in cui non aveva nemmeno centrato la Conference League. Con l’arrivo di Conte c’è stato un cambio totale: è entrato nella testa dei giocatori, ha plasmato la squadra a sua immagine e il titolo è il giusto premio per società, tifosi e città”.

Per chi come lei ha vissuto la rinascita del Napoli dopo il fallimento, che effetto fa vedere oggi la squadra ai vertici del calcio italiano ed europeo?

“È bellissimo. Nel 2005 il Napoli veniva dal fallimento, non c’era nulla: né campi, né palloni, a volte nemmeno le maglie. Ci si improvvisava. Vedere oggi un Napoli dominante in Italia e in Europa è una grande gioia. Ci sentiamo anche noi protagonisti di questo percorso, perché abbiamo posto le basi di tutto. Abbiamo dato tutto giocando su campi sperduti, allenandoci in strutture improvvisate. Personalmente, mi tengo stretto un record: ho segnato in tutte le categorie, compresa l’Europa League quando era ancora Coppa UEFA. Il Napoli in Serie C non ci tornerà più, e quel ricordo resterà mio per sempre”.

L’Atalanta e l’eredità di Gasperini

In passato ha indossato anche la maglia dell’Atalanta. Secondo lei c’è un po’ di rimpianto per essere uscita troppo presto dalla lotta scudetto?

“Sì, c’è un po’ di rammarico. Quando l’Atalanta ha avuto l’occasione di avvicinarsi alla vetta, ha sbagliato qualche approccio. Poteva essere l’anno giusto per un altro miracolo calcistico, anche perché veniva da una storica vittoria in Europa League, offrendo un calcio spettacolare. Ma è mancata un po’ di forza mentale e consapevolezza. Squadre come Napoli e Inter sono strutturate per reggere fino alla fine. Vedremo ora cosa accadrà con la possibile uscita di Gasperini”.

C’è un allenatore che secondo lei potrebbe raccogliere l’eredità di Gasperini?

“Un nome ce l’ho: per me l’ideale sarebbe Roberto De Zerbi, per come fa giocare le sue squadre e per la mentalità. Ma essendo di Brescia, diventa difficile per una questione di rivalità. In alternativa, vedo Igor Tudor come una figura credibile, capace di dare continuità al progetto Atalanta”.

La crescita di Samuele e il Borussia Dortmund

È vero che Samuele ha ereditato il fiuto del gol del papà?

“Sì, dai, Samuele ha qualcosa di me! Ma gli ricordo sempre che in questa fase della sua carriera è importante divertirsi. Il calcio è impegno e serietà, certo, ma non deve mai mancare il gioco. Le qualità ci sono, il talento pure, e soprattutto ha un atteggiamento da professionista vero. I suoi piccoli obiettivi li sta raggiungendo perché lavora duro. È tornato a casa dopo un grande Europeo, era felicissimo per il rendimento, ma anche dispiaciuto per l’eliminazione. Fa parte del percorso di crescita”.

Inacio Samuele Italia U17

Inacio Samuele Italia U17

Com’è stata l’esperienza al Borussia Dortmund dopo dieci anni all’Atalanta?

“Devo prima di tutto ringraziare l’Atalanta per la crescita umana e tecnica di Samu. Con il Borussia Dortmund è arrivata una grande occasione, dettata da un progetto tecnico ben preciso e dalla sua voglia di mettersi alla prova all’estero. Me lo diceva spesso: “Papà, tu sei andato via dal Brasile da giovane, voglio provarci anch’io”. E così è stato. L’accoglienza in Germania è stata fantastica. Come primo anno fuori casa, posso dire che è stata un’esperienza più che positiva”.

Che consigli gli ha dato per affrontare al meglio questa avventura all’estero?

“Gli ho detto di immergersi nella cultura locale, di imparare a stare in gruppo con ragazzi di tanti paesi diversi, con sogni simili. Di essere educato, ma anche forte da solo. Perché fuori casa non sempre trovi il compagno giusto o l’allenatore che ti capisce. Gli ho detto di essere sempre lucido, soprattutto nei momenti difficili: sono quelli che fanno la differenza. Al primo ostacolo non bisogna pensare di tornare indietro. È nei momenti duri che si costruisce il carattere”.

RIPRODUZIONE CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE MONDOPRIMAVERA.COM

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