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Fermìn Lopez e il tabù… Clasico: quando segna al Real, il Barcellona va ko

La stagione mostruosa di Fermìn Lopez viene macchiata da un unico involontario neo: quando segna nel Clàsico, il Barcellona trema…

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Fermìn Lopez
Fermìn Lopez

Fermìn Lopez e quel tabù da sfatare…

Bela Guttman non c’entra nulla, ma gli echi della più famosa “macumba” calcistica di tutti i tempi, si percepiscono anche quando si parla del rapporto Fermìn Lopez – Real Madrid. Segnare nel “Clàsico”, la partita per eccellenza, quella che incolla il mondo intero davanti allo schermo, dovrebbe essere un’emozione unica. Eppure, per il classe 2003 del Barcellona significa emettere una sentenza che al momento condanna i suoi senza appello.

La dura legge del gol

Da risorsa a tabù: quando segnare nel Clàsico diventa una maledizione. Sta assumendo le conformazioni di qualcosa di soprannaturale: troppi dettagli che si ripetono, incastrandosi in un puzzle in cui sicuramente gioca un ruolo fondamentale la sfortuna. Partiamo dai fatti: in 7 precedentiFermìn Lopez ha segnato 2 gol contro il Real Madrid. In entrambi i casi al Bernabeu, con la squadra ancora in partita: il 21 aprile 2024, ha illuso i tifosi blaugrana con il momentaneo 1-2; ieri pomeriggio invece, ha siglato l’1-1 con uno dei suoi marchi di fabbrica, l’inserimento a fari spenti in area con il solito tempismo eccezionale. Eppure, l’epilogo è sempre lo stesso: se nel tabellino dei marcatori figura il nome del 22enne, il Barcellona va K.O. 

Non esistono modi per indorare la pillola, per quanto sembri ingeneroso nei confronti di un giocatore che anche ieri è stato il migliore dei suoi. Insomma, ci avviciniamo ad Halloween ma il prodotto della “Masia” ha già vissuto il suo personalissimo incubo.

Fermìn Lopez: i numeri oltre la statistica… horror

Nello scenario di un Clàsico infuocato, alimentato dalle provocazioni di Lamine Yamal durante la settimana di avvicinamento, e con gli occhi del mondo addosso. Eppure, Fermìn ha lanciato ancora dei segnali positivi, che vanno oltre quella particolare e sciagurata statistica. Dinamismo, pensiero verticale, sguardo sempre proiettato verso l’ultimo terzo di campo: se i catalani hanno avuto la sensazione di poter rientrare nel match dalla porta principale, lo devono quasi esclusivamente ai suoi strappi. Come primo impressionante dato, c’è da segnalare la stupenda concretezza sottoporta: in Liga, su 15 conclusioni ha messo il mirino sui pali 10 volte, centrando il bersaglio in 3 occasioni; nella sostanza, siamo al 30% di realizzazione. Meglio di Griezmann (14%), sensibilmente vicino a Ferran Torres (36%), e sulla stessa lunghezza d’onda di Oyarzabal (30,7%). Gente che, almeno sulla carta, dovrebbe avere meno difficoltà nel cercare e trovare la porta.

Qualora non bastasse questo a restituire la dimensione del suo inizio di stagione super, proviamo ad allargare l’inquadratura. In stagione, ha accumulato 508 minuti in 8 gare in tutte le competizioni, trovando 6 reti: la media è di 1 gol ogni 84 giri d’orologio. In questo caso, batte addirittura fenomeni del calibro di Julian Alvarez (che timbra il cartellino 1 volta ogni 127 minuti) o Vinicius Jr. (fermo ad una rete ogni 176 minuti). Insomma, siamo d’avanti ad un equilibratore tattico fondamentale nello scacchiere del Barcellona. Un jolly pescato da Flick in un mazzo che si stava via via riducendo sempre di più a causa degli infortuni. Un ragazzo che, nel momento di massima urgenza di un Barcellona senza Dani Olmo, Raphinha, Lewandowski e la miglior versione di Yamal, si è riscoperto leader offensivo.

Quando l’esigenza diventa opportunità

L’exploit, detonante nella forma e nella sostanza, di Fermìn Lopez, è l’esempio lampante di come le intuizioni possano arrivare anche quando si sta toccando il fondo. I segnali di crescita li aveva mostrati anche nella scorsa stagione, eppure era rimasto indietro nelle gerarchie. Ebbene, durante il periodo di maggiore appannamento della squadra, l’originario di El Campillo ha elevato ulteriormente il suo gioco. E adesso, scalzarlo dall’undici titolare sarà un compito molto difficile, persino per gente del calibro di Raphinha o Dani Olmo, ancora ai box per dei problemi fisici più delicati del previsto.

Luca Ottaviano

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