Il calcio dei grandi
Fabian Ruiz nella stanza dello spirito e del tempo: Luis Enrique il suo “Maestro Muten”

Fabian Ruiz come Goku in Dragonball-Z: Luis Enrique è il suo “genio delle tartarughe”
Descrivere la parabola ascendente di Fabian Ruiz è quasi impossibile senza citare la figura di Luis Enrique. In due momenti diversi (ma successivi e consecutivi) della sua carriera, lo spagnolo ha preso le sue cose e si è chiuso in un’ideale “stanza dello spirito e del tempo”, dove ha trovato nel tecnico il suo “Maestro Muten”. Un mentore, una figura che ne ha allargato gli orizzonti tecnici e concettuali, portando il suo gioco su un altro livello per esecuzione e continuità. E ad oggi, l’ex Napoli è il vero punto cardine del Psg, un equilibratore essenziale nel pensiero calcistico dei parigini.

Luis Enrique (screen)
Come un allenatore ti cambia le prospettive
Da Napoli a Parigi: Fabian è atterrato nella capitale francese senza attrarre i riflettori. Non era stato accolto come un acquisto che sposta gli equilibri, come qualcuno capace di fare la differenza senza soluzione di continuità. Eppure, è forse questa la sua forza: accettare un ruolo da sparring partner, sapersi elevare nonostante l’opinione pubblica lo relegasse ai margini di una squadra ricolma di prime donne, di accentratori del calibro di Neymar e Mbappé. Il 2023 però, è l’anno della prima sliding door: in Nazionale, con Luis Enrique aveva ottenuto spessore e status nella prima parte della sua parentesi da tecnico della Roja, salvo poi perdere terreno e saltare la Nations League e il Mondiale nel 2022.
Due colpi tremendi, che incrinerebbero qualsiasi rapporto… tranne questo. Il nativo di Gijòn viene scelto come innesco per un nuovo corso a Parigi, dove il Psg ha capito che deve rinunciare a quell’etichetta da borghese del calcio, che spende ma senza criterio. Ed è proprio in questo contesto che Luis Enrique riscopre la centralità di Fabian Ruiz nei suoi schemi: non ha un cambio di passo bruciante, né tantomeno la profondità di una mezz’ala di incursione. Eppure, le sue caratteristiche peculiari calzano a pennello nel “Paris 2.0”: lo spagnolo riguadagna terreno, concludendo una prima stagione da 35 presenze, 3 gol e 7 assist. E’ partito un processo di transizione fondamentale nei destini futuri di Spagna e Psg: Fabian diventa gradualmente una colonna portante nella prima costruzione, un fluidificante nel gioco e un terzo violino perfetto a centrocampo.
Fabian Ruiz-Luis Enrique: un sodalizio che vale la Champions
Torniamo dunque al punto di partenza: Luis Enrique, in un Psg in cui “nessuno vuole essere Robin”, ha trovato in Fabian Ruiz quel tipo di giocatore. La squadra attorno a lui fa la muta, il centrocampo subisce un restyling fondamentale, ma l’unico a non passare mai dalla panchina è proprio il numero 8. Con Vitinha e Joao Neves, si forma il triangolo più completo forse d’Europa, con lo spagnolo ad agire come variabile illeggibile per i radar difensivi avversari: il tecnico lo fa partire da mezz’ala, ma gli lascia ampio spazio di manovra; Fabian risponde cambiando pelle a seconda delle situazioni di gioco. Sa essere distruttore della proposta avversaria, può innescare la prima costruzione (con una precisione nei passaggi che non scende mai sotto il 90%) e ha aggiunto ormai nel suo bagaglio tecnico anche la presenza negli ultimi trenta metri.
Il suo modo particolare, quasi compassato, di condurre il pallone diventa il suo marchio di fabbrica. Un dettaglio che per molti rappresenta una debolezza, per Luis Enrique è una forza: regala al giocatore imprevedibilità, perché la rapidità di pensiero sopperisce ad un tono atletico non esaltante. I suoi colpi regalano profondità di campo al Psg, e i 10 assist stagionali raccontano appunto di una vena creativa spiccata, oltre ad una visione fuori dalla media che gli permette di smarcare i compagni del reparto offensivo. In sostanza, siamo davanti ad un rapporto fondato sul “dare-avere”: Luis Enrique lo ha plasmato per renderlo un interno atipico, un tuttofare del centrocampo; Fabian ha risposto presente, dando al tecnico un’arma in più per attuare quella rivoluzione tecnica che ha portato oggi il Psg sul tetto d’Europa.
Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook