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David, perché cambierebbe la Juve: Comolli accelera e intanto Conceicao brilla

La Juve cambierebbe volto con l’arrivo di Jonathan David: l’ormai ex attaccante del Lille ha tutte le caratteristiche che servono a Tudor

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David, Juve
David (Lille)

Comolli alla ricerca del bomber: David fa al caso Juve e i motivi sono tanti

“Non c’è più riposo”, è una frase che appartiene alla vecchia Juve, quella che ha illuso, ma ora ritorno in modo prepotente. Ma non in campo, tra la scrivania. Ieri Comolli ha iniziato ufficialmente il suo operato, visitando la Continassa e parlando anche con Tudor. Poi a pranzo ha continuato i dialoghi anche con Chiellini. C’è da rifare il look alla Vecchia Signora, partendo dagli ultimi tasselli societari come il direttore sportivo, fino al mercato. E con Vlahovic verso il possibile addio (scadenza 2026), il bomber diventa una delle priorità. E qui i legami del neo direttore generale francese potrebbero fare la differenza. In cima alla lista ora c’è Jonthan David e sarebbe l’ideale per questa squadra.

David, Juve

David, Juve

David, lo sciroppo d’acero per la Juve

David è un attaccante moderno, capace di adattarsi a diversi ruoli offensivi. Al Lille ha alternato la posizione di punta centrale a quella di seconda punta, spesso abbassandosi per partecipare alla costruzione del gioco e creare spazi per i compagni . La sua capacità di ricevere palla spalle alla porta, proteggere il possesso e smistare con precisione lo rende prezioso anche in fase di manovra. E sarebbe in grado di addolcire tutti i problemi in fase di rifinitura che hanno condizionato la stagione della Juventus.

In stagione ha collezionato 49 presenze complessive e ha messo a segno 25 gol e fornito 12 assist tra tutte le competizioni. Quello che è mancato ai bianconeri. Oltre alla fase realizzativa, David contribuisce attivamente alla manovra. Con una precisione nei passaggi dell’81,5% e una media di 9,31 km percorsi a partita, partecipa sia alla costruzione del gioco che al pressing alto, fondamentale per il recupero palla in zona avanzata, uno dei cardini del gioco di Tudor. Idee che il tecnico croato ha dovuto mettere da parte nel finale di stagione per pensare solo e unicamente all’obiettivo quarto posto. 

Juve, restyling offensivo per Tudor

Il campionato scorso della Juve è stato condizionato da tutti errori in fase di costruzione della rosa e anche da ostacoli come gli infortuni. In difesa la squadra si è trovata decimata, ma anche in attacco ha patito lo stesso problema, con Milik che non è mai sceso in campo. E con la cessione di Kean e il ko di Vlahovic, Thiago Motta si è trovato senza una punta. Poi a gennaio l’arrivo di Kolo Muani ha dato un po’ di respiro, ma ora Comolli ha il compito di andare a risolvere questi problemi.

E uno degli argomenti del suo primo giorno alla Juve è stato proprio il reparto offensivo, con un piano studiato per tenere Kolo Muani. Come riportato anche da Tuttosport, la Vecchia Signora starebbe pensando a un prestito ponte solo per il Mondiale per Club per poi risedersi al tavolo con i parigini e cercare di prolungare la permanenza della punta. Anche lui è un giocatore capace di adattarsi al contesto e saprebbe sicuramente integrarsi con David e Yildiz. Ma poi altri nodi verrebbero al pettine.

Conceicao e il paradosso Juve

Contro il Portogallo, Conceicao ha dimostrato che se messo al posto giusto è in grado di incidere, soprattutto a gara in corso. Nel 3-4-2-1 di Tudor ha fatto fatica ad esprimersi, rispetto alla prima parte di stagione con Motta. Contro la Germania però ha messo in evidenza i suoi colpi: è uno dei pochi giocatori a saltare sempre l’uomo e nel calcio di oggi è necessario averli a disposizione.

Le partite sono tante e anche gli avversari saranno diversi. E avere a disposizione giocatori con caratteristiche diverse è utile, anche per non arrivare scarichi a fine anno. Quindi il compito di Comolli è andare oltre il paradosso di Chico, forte ma al momento poco inquadrabile nello schieramento.

La società vorrebbe tenerlo e i contatti con il Porto sono buoni. Poi ovviamente Tudor, se venisse confermato, avrebbe il compito di non perderlo. E qui dovrà far emergere anche il ruolo di gestore, soprattutto se la rosa sarà lunga, oltre all’allenatore.

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