Il calcio dei grandi
Le lacrime di Cristiano Ronaldo: una lezione a Salvatore Bagni
Il Portogallo vince la Nations League e Cristiano Ronaldo si emoziona: le lacrime di un campione vero diventano uno schiaffo morale alla parte marcia del mondo del calcio.

Cristiano Ronaldo a 40 anni riesce ancora a emozionarsi
L’ultimo penalty, quello di Ruben Neves regala la 2ª Nations League della storia al Portogallo nella finale contro la Spagna (2-2 al 120′), giocata all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Cristiano Ronaldo piange a bordo campo. Non guarda i rigori, non festeggia subito. Aspetta. Trattiene. Soffre. Sente il peso della maglia, delle aspettative, degli anni e dei dolori muscolari che iniziano a gridare che sì, anche lui è umano.
E mentre le sue lacrime si fanno specchio dell’essenza del calcio, altrove – a migliaia di chilometri e a decine di livelli morali più in basso – c’è chi, come Salvatore Bagni, con lo stesso volto di chi un tempo era leggenda, ora mercanteggia sogni per 30mila euro in contanti.
La lezione di Ronaldo
Non servono i piedi buoni. Non serve correre, lottare, sudare. Basta una busta. Basta cash. E se non puoi pagare? Ti arrangi con una sponsorizzazione. L’importante è che il flusso continui, che il giro non si fermi. “Non siamo seri, siamo di più”, dice Bagni. E forse ha ragione. Sono di più. Sono oltre la decenza, oltre la vergogna, sono la metastasi silenziosa di uno sport che troppo spesso piange lacrime di coccodrillo.
Ma stavolta no. Stavolta ci pensa CR7, con il volto rigato e lo sguardo perso, a restituirci un frammento di verità, un barlume di purezza.
Nonostante il gesto sbruffone verso Oyarzabal, nonostante le luci dell’Arabia, il lusso, l’eternità fabbricata col marketing. Alla fine, lì, su quel prato, ha vinto lui. Ha vinto il bambino che sognava a Madeira.
Per quanto possa sembrare assurdo, serviva proprio quella lacrima di Ronaldo. Serviva quel dolore sincero. Serviva quel momento senza filtri, per ricordarci che il calcio non è una ricevuta, non è una mazzetta, non è una promessa in cambio di un favore. È un infortunio taciuto. Un rigore non visto. Un compagno abbracciato. Un ct difeso dalle critiche. Un Paese piccolo con grandi ambizioni.
>È una corsa zoppa fino a quando le gambe reggono. È un gol che vale quanto mille parole. È un pianto che vale più di tutte le interviste.

Luca Sgarbi (Le Iene) con Salvatore Bagni
Ed è in quello spazio, tra il campo e la panchina, tra la gloria e il limite, tra chi dà tutto e chi si compra tutto, che si consuma la vera differenza tra chi il calcio lo onora e chi lo infanga. Ed è per questo che le lacrime di Cristiano Ronaldo non sono solo emozione.
Sono una lezione, uno schiaffo silenzioso, un grido pulito che attraversa il fango e lo squarcia, mettendo a nudo chi ha dimenticato cos’è davvero uno sport che, quando è vero, ti spezza il cuore ma ti salva l’anima.
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