Il calcio dei grandi
Como-Juve, Nico Paz-Yildiz e il paragone inutile: perché non ha senso la sfida tra stelle
Due giovani fuoriclasse a confronto, ma i paragoni tra le due stelle ignorano contesti, pressioni e identità diverse: meglio osservarli che giudicarli.
Verso Como-Juve: Nico Paz sfida Yildiz
Como-Juve sarà anche una sfida affascinante per la sfida innovazione-tradizione, ma in questi giorni a rubare la scena sono due ragazzi: Nico Paz e Kenan Yildiz. Due talenti scintillanti, due nomi che fanno già rumore, soprattutto sui social. Ma al di là dell’hype e dei like, il paragone tra i due è non solo prematuro, ma in buona parte anche fuorviante. Perché se è vero che brillano, è altrettanto vero che lo fanno sotto cieli diversi, con pressioni e compiti distanti anni luce.
CHOOSE ONE. pic.twitter.com/wdhhLpdnIN
— Rising Stars XI (@RisingStarXI) October 8, 2025
Nico Paz-Yildiz, due mondi opposti
Tutto è partito da un post social e una semplice domanda: “Chi scegli?”. E la macchina di X si è subito infiammata tra discorsi inutili e “guerre” perse. Sì perché il confronto è stato fatto tra chi vive in due mondi diversi. Yildiz gioca in una Juventus che ha l’obbligo di andare in Champions League e vincere le partite. Ogni giocata, ogni errore, ogni lampo è pesato con il bilancino della necessità. I bianconeri non possono permettersi di aspettare, e questo trasforma ogni prestazione in una prova d’appello. Nico Paz, invece, si muove in un Como in costruzione, un progetto ambizioso ma ancora fresco, guidato da Cesc Fabregas con la calma e la lungimiranza di chi sa che certi fiori non sbocciano sotto pressione.
Il talento, lo sappiamo, non è solo una questione tecnica: è anche contesto. Basterebbe pensare a Koopmeiners. Una maglia può ingabbiare, anche se è quella giusta. Paz, per ora, sembra immune: il suo “diamantismo” è qualcosa che riesce a emergere anche nelle giornate più cupe, quando la squadra fatica e serve una luce.
Due stili, due anime e un’evoluzione differente
Yildiz è energia, strappo, fame. Si sta evolvendo in qualcosa di nuovo: non è più solo un’ala estrosa, ma un giocatore sempre più incisivo sulla trequarti, spesso da seconda punta, pronto a colpire. Il suo dribbling è una firma, il destro una sentenza. Non è difficile vederlo, un domani, ancora più vicino alla porta: ha il fiuto, ha la voglia. E ha anche i riferimenti. Non a caso, quando gli chiedono chi lo ispira, risponde secco Cristiano Ronaldo (oltre Del Piero). “Per me è uno dei calciatori migliori di sempre, pensando anche alla sua storia e alle difficoltà che ha vissuto in passato”, ha raccontato recentemente a Talk With Us. Un modello chiaro, definito, persino viscerale.
Nico Paz invece danza. Il campo è la sua pista e il pallone un compagno di ballo. È un trequartista classico, uno di quelli che ama la rifinitura, la palla in verticale, l’assist più che il gol. Ma sotto la guida di Fabregas, sta conoscendo una seconda vita: arretra il raggio d’azione, lavora da mezz’ala offensiva, sviluppa visione e gestione. Un percorso opposto a quello di Yildiz, che si avvicina alla porta mentre lui sembra volerla capire da lontano, da regista creativo. E se Yildiz sogna CR7, Paz vive sotto un’altra ombra: quella di Leo Messi. Proprio la Pulce lo ha inserito di recente tra i dieci giovani più promettenti al mondo. Un’investitura che pesa.
Il confronto è facile. Ma serve?
È il classico errore: vedere due giovani emergere insieme e sentirsi in dovere di scegliere. Il migliore. Il più forte. Il più decisivo. Ma la realtà è che Yildiz e Paz non si escludono. Non giocano lo stesso calcio, non portano gli stessi pesi, non seguono gli stessi percorsi. Uno è figlio del risultato, l’altro dell’idea. Uno gioca per vincere oggi, l’altro per costruire domani. E se davvero la Serie A li accoglierà entrambi nel suo presente, sarebbe meglio smettere di metterli uno contro l’altro, e iniziare a goderseli.
Perché sì, magari Como-Juve sarà la loro prima “sfida” diretta da stelle che brillano. Ma sarebbe un errore ridurla a un confronto tra promesse. È, piuttosto, la fotografia di due strade che si incrociano. E la bellezza sta proprio lì.
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