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Ustari, notte da Oscar e Messi si salva: il legame con la Pulce e l’esordio da eroe al Mondiale per Club

Il portiere dell’Inter Miami si è reso protagonista nel match d’esordio contro l’Al Ahly. La sua storia: il legame con Messi, l’Argentina e l’oro Olimpico e le frasi da leader

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Ustari, Inter Miami, Mondiale per Club

Ustari, esordio da sogno al Mondiale per Club con l’Inter Miami

Una parata di leggende e una cerimonia senza badare a spesa: a Miami ha preso il via il Mondiale per Club. Ma all’Hard Rock Stadium a prendersi la scena è stato Oscar Ustari, l’MVP della prima partita. “Nomen omen” direbbero i latini e il portiere argentino lo ha confermato. Ha oscurato la serata di Messi con le sue parate e ha aiutato il suo connazionale a non esordire con una sconfitta, davanti i propri tifosi. Un gatto tra i pali e uno stile un po’ alla Dibu Martinez, anche se molto più sobrio e umile.

Ustari salva Messi: un legame profondo

Il legame tra Ustari e Messi è ventennale. Sono quasi coetanei e hanno vissuto i primi passi con l’Argentina insieme. Dall’Under 20 e la vittoria del Mondiale nel 2005 (senza Lionel) fino a Pechino 2008 con la conquista dell’oro alle Olimpiadi insieme al giovane ragazzo che stava diventando una stella al Barcellona. Ma un altro filo li lega. Quale? Il Newells Old Boys, il club che ha lanciato la Pulce verso la leggenda. Dai vicoli di Rosario grazie a nonna Celia al dominio in tutto il pianeta. Ma contro l’Al Ahly a guardare tutti dall’alto è stato il numero 19 tra i pali.

Un esempio da Oscar, Ustari oltre la sfortuna

Quasi 39 anni e una voglia di divertirsi che esplode. Il suo sorriso è un esempio anche per i giovani e per chi coltiva una passione che va oltre ogni ragione. Non ha mantenuto le aspettative durante la sua carriera, a causa anche di gravi infortuni che lo hanno rallentato nel momento migliore, ma non ha mai appeso i guanti al chiodo. E ora le luci dei riflettori lo hanno puntato, ma ha vissuto sempre con la solita umiltà. “Qui si tratta più della squadra che di essere un eroe. Bisogna sempre avere fiducia in se stessi” – ha detto al termine della partita. Poi ha ringraziato il suo staff: “In caso di rigore, ci sono persone dietro di me che ci aiutano sempre. Li rappresento in campo, ma il lavoro che fanno con noi fuori dal campo è fondamentale perché momenti come questo accadano”. Ancora una volta ha messo da parte l’io. E anche dopo il rigore parato, non ha staccato la spina.

Il caso Trezeguet e la simpatica coincidenza

Se vuoi calciare un rigore e ti chiami Trezeguet è meglio pensarci due volte prima di andare al dischetto. L’ultimo pallone calciato da David con la Francia al Mondiale del 2006 si è stampato sulla traversa e ha poi rimbalzato sulla linea, per la felicità degli italiani. E ora il primo rigore sbagliato nella storia del Mondiale per Club porta la firma di Mahmoud Hassan, conosciuto come Trezeguet. Gli incroci del destino che fanno brutti scherzi. Un penalty tirato male, ma intuito perfettamente da Ustari. E non è la prima volta che si rende protagonista con l’Inter Miami: in Concacaf Champions Cup contro il Los Angeles FC di Groud ha compiuto dieci parate tra andata e ritorno, consentendo a Messi e compagni di passare il turno. E anche contro l’Al Ahly ha vissuto una notte da Oscar.

 

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