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Chi è Kamaldeen Sulemana: il giovane giramondo che ha stregato Juric al Southampton

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Kamaldeen Sulemana

Kamaldeen Sulemana entra nel mirino dell’Atalanta

Sono i prodromi di un addio pesante o soltanto i primi botti di un mercato che in casa Atalanta si prospetta pirotecnico? Soltanto il tempo ce lo dirà: al momento però, si registra un forte interesse della “Dea” per Kamaldeen Sulemana, esterno classe 2002 che lo scorso anno ha stregato Juric nella sua sfortunata parentesi al Southampton.

Kamaldeen Sulemana

Kamaldeen Sulemana (screen)

Sulemana, “i have a dream”

Perché tutti hanno il… diritto di sognare. Ecco, traducete l’ultima parte della frase e otterrete il club nel quale Kamaldeen Sulemana ha mosso i suoi primi passi. Un’odissea partita da Techiman, luogo d’origine del classe 2002, fino alla capitale Accra (distante circa 360 km), infine verso la parte est del Ghana, nel paesino di Old Akrade. E’ qui che si sviluppa il cuore pulsante della ricerca del talento in Ghana, nella “Right to Dream Accademy”: una scuola di formazione calcistica che sta raccogliendo i frutti di un lavoro fatto di visione, progettualità e coraggio. Soltanto negli ultimi anni, abbiamo ammirato tanti prodotti di questa nuova affascinante realtà: da Mohamed Kudus Simon Adingra, passando per Ernest Nuamah e, appunto, Kamaldeen Sulemana.

Un modello che si sviluppa sui principi dei migliori settori giovanili del mondo: l’educazione calcistica ricca e metodica, in stile “Masia”, ma anche lo sviluppo caratteriale nello studio e nella formazione, in stile Ajax. Un interessante mix di tanti impulsi diversi, che in appena 15 anni di attività ha prodotto circa 157 calciatori che hanno poi firmato contratti da professionisti. E da questo tipo di cultura, con ricerca e propensione verso il diverso, non poteva che svilupparsi un calciatore con l’indole cosmopolita: un giramondo che all’età di 23 anni ha già vissuto 4 campionati differenti.

Il freddo nord e il ritorno nell’Europa continentale

Dal Ghana alla Danimarca: in fondo, cosa vuoi che siano 7795 km di distanza, dall’Africa più viscerale al Nord Europa e con uno sbalzo termico che ha una forbice massima dai 32 agli 0 gradi nei suoi estremi. Il primo, enorme, cambio di prospettive per Sulemana lo porta ad indossare la maglia del club di Farum, piccolo nucleo abitato a nord est del paese.

Una stagione e mezzo, in cui stupisce per un innato senso della posizione e per l’ottima propensione offensiva: basti pensare che il 58% della produzione offensiva totale in carriera, è arrivata proprio in quelle 43 gare disputate con i giallorossi; 14 gol dei 24 realizzati finora, con una media di un graffio ogni 220 minuti in campo. Numeri che gli valgono la chiamata importante di un club che della ricerca del talento ha fatto la propria condizione d’esistenza: il Rennes punta tanto su di lui, ed ha 17 milioni di motivi per farlo.

Le medie realizzative cominciano a livellarsi verso il basso, ma in Francia il ghanese trova un gruppo a livello diatopico molto più vicino a lui. Vive da vicino una realtà a forti tinte africane, per origini o provenienza, ma soprattutto respira e assiste alla nascita di talenti che oggi sono entrati nell’immaginario collettivo calcistico: da Doku Camavinga, passando per Mathys Tel, Desiré Doué e Serhou Guirassy. Parliamo dunque di un contesto in cui potersi esprimere senza la barriera concettuale di un numero tanto simbolico quanto effimero nel calcio moderno, come l’età anagrafica. E infatti, nel biennio di permanenza in Bretagna, Sulemana contribuisce attivamente a due folgoranti exploit: due quarti posti che spalancano una finestra verso l’Europa che conta, nei quali c’è il segno del ghanese che mette a referto 6 gol e 4 assist in 47 presenze. 

Il Southampton e la scintilla con Juric

Arriviamo all’ultima stazione prima della sliding door rappresentata da quest’estate. Nel 2023, Sulemana si trasferisce al Southampton, con il quale assaggia la Premier League in una fugace esperienza annuale terminata con l’amaro in bocca della retrocessione. Qual è l’elemento che entra nel sistema e potrebbe modificarlo? Ivan Juric. Il tecnico croato arriva ai “Saints” dopo una parentesi profondamente negativa alla Roma, ma non riesce ad invertire la pericolosa tendenza della sua stagione e finisce il campionato da fanalino di coda. Eppure, l’allenatore dimostra una profonda stima proprio in Sulemana: colpisce la sua duttilità, perché il 23enne è capace di ricoprire più ruoli sul fronte offensivo; lo impressiona infine la rapidità e la frequenza di passo, anche se il killer instinct è un dettaglio che va inserito nel suo bagaglio tecnico.

Così, il passaggio di consegne da Gasperini a Juric a Bergamo, potrebbe portare il classe 2002 ad un’altra partenza. Il suo arrivo alla Dea per tamponare l’eventuale emorragia causata dall’addio di Lookman? Al momento è impossibile stabilirlo. L’unica certezza però è che l’Atalanta sembra fare sul serio.

Luca Ottaviano

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