Il calcio dei grandi
Baldini, Socrate del Pescara: un pensiero che fa da megafono agli italiani
Baldini ha messo a segno l’ennesimo capolavoro della sua carriera, ma è sempre andato oltre al risultato: la filosofia di un gigante

“Avevo un po’ di pressione ma mi piaceva scherzare con il destino, parlavo dentro me stesso per vedere se il destino ci avrebbe tradito“, non lo ha detto un filosofo o uno scrittore, ma un allenatore che al calcio sta dando tanto: Silvio Baldini. L’uomo del cuore prima della ragione, dell’istinto e della genuinità. Non ha maschere, non ne ha mai indossate, è nudo. Un uomo che ama il calcio, ma che odia tutto il contorno. Una persona sincera, che nelle scorse ore si è preso l’ennesima rivincita importante. Una promozione emozionante che si può sintetizzare anche nelle lacrime di Plizzari al termine della partita. Un altro eroe, che grazie al supporto del proprio mister, è rimasto in campo nonostante un infortunio, ha messo a segno miracoli e ha parato tre rigori. Come Toldo in Olanda-Italia a Euro 2000. Ecco qualcosa da quella nazionale è cambiato e lo ha detto anche Baldini togliendosi tanti sassolini dalle scarpe.

Plizzari – Pescara
Baldini, il megafono degli italiani
In un mondo fatto di ipocrisia e veli, Baldini ha dato l’ennesima lezione. Un modo di fare forse anti televisivo per alcuni aspetti, ma con una forte eco mediatica. E nella frustrazione dopo la promozione in Serie B ha raccolto tutto il suo stato d’animo per un paese che sta trattando il calcio con troppa superficialità. “Amo il calcio, ma non il mondo del calcio“, aveva detto qualche tempo fa. Ora si è vendicato anche di tutte le pressioni che sono state gettate sulla squadra. “Un grazie ai sapientoni che invitavano il presidente a disfarsi di me perché sono una testa di c…o e non so gestire un gruppo. È una vittoria contro queste persone che rappresentano la cattiveria e il male del calcio” – anche questa volta è rimasto se stesso.
E in un contorno di fuochi d’artificio e cori di gioia, non si è trattenuto neanche nei confronti della Nazionale, che ora ha anche esonerato il ct: “Se l’Italia ha perso 3-0 contro la Norvegia il problema non è Spalletti, il problema è che creano una generazione di persone che non sanno più cos’è la bandiera italiana, cosa vuol dire indossare la maglia azzurra. La Nazionale vera è quella dell’82”. Nel mezzo del suo discorso il giornalista ha provato a dare la linea allo studio, ma Baldini lo ha ferma e ha continua a parlare: “Non me ne frega, quelli sono stati eroi. Quello era il calcio, quelle erano persone. Se i nostri dirigenti non capiscono queste cose andranno sempre avanti i lestofanti“.
Baldini il pensatore di Pescara
In un’epoca in cui il calcio sembra spesso ridotto a numeri, schemi e algoritmi, Baldini rappresenta una voce fuori dal coro. L’allenatore del Pescara non è soltanto un tecnico, ma un pensatore, un uomo che riflette, che interroga e come un moderno Socrate costringe i suoi calciatori a guardarsi dentro. A prima vista può sembrare un personaggio ruvido, passionale, a tratti sopra le righe. Ma dietro il suo stile schietto e il lessico colorito si cela un’anima profondamente pura. Proprio come il filosofo ateniese, non pretende di avere tutte le risposte, ma invita a porsi le domande giuste. La sua idea di calcio è una ricerca continua, un dialogo aperto con il gruppo, con la piazza e con sé stesso.
Mette in discussione le certezze. Non accetta il pensiero dominante del calcio moderno, fatto di procuratori, slogan e modi di fare spesso colmi di ipocrisia. Lui parla di dignità, di rispetto, di valori, di scelte controcorrente. Non a caso, lasciò la panchina del Palermo dopo la promozione, perché non condivideva la visione societaria. Un gesto che, in un ambiente cinico, è quasi rivoluzionario. Come Socrate con l’oracolo di Delfi, anche Baldini sembra muoversi con la convinzione che la verità non stia nel ricevere il consenso, ma nella coerenza. E lui ne ha dimostrata tanta in tutto il suo percorso. Non è mai cambiato, sia nel bene sia nel male. E Di Carlo ne sa qualcosa.
In un calcio italiano malato, 10 100 1000 persone e allenatori come Silvio Baldini e le sue parole dopo #PescaraTernana : semplicemente IMMENSO pic.twitter.com/EIPVSaKzNC
— Daniele (@Danyboy1991) June 7, 2025
Il calcio come educazione dell’anima
Per Baldini, allenare non significa solo preparare solo una partita e dirigere le sedute settimanale. Lui educa gli uomini. Ricorda più un maieuta che un motivatore. “Un calciatore deve prima essere una persona consapevole”, ha dichiarato. Nelle sue conferenze stampa, non si è mai limitato a parlare di tattica, è andato sempre oltre. Con il suo arrivo al Pescara, il tecnico toscano ha portato una ventata di idealismo in riva all’Adriatico. La squadra non è semplicemente un undici da mettere in campo, ma una piccola comunità pensante. Il Pescara ha gioca, lottato, ma soprattutto si è interrogato. E in questo, Baldini assomiglia anche a Marco Aurelio, l’imperatore-filosofo, che cercava la rettitudine in ogni azione quotidiana. Come lui, crede che il successo non valga nulla se ottenuto a scapito dei principi. E di principi Baldini ne ha tanti.
In un calcio sempre più mercificato, lui rappresenta un’anomalia romantica, quasi un eretico. Ma ogni eretico, si sa, ha qualcosa da insegnare. In un mondo che corre dietro al risultato, Baldini è il saggio che si ferma a contemplare il perché. E forse è proprio questo che rende il suo Pescara qualcosa di più di una semplice squadra: una scuola di pensiero.
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