Il calcio dei grandi
Juric all’Atalanta, riscatto e continuità: la Dea guarda oltre i numeri per il post-Gasperini
Dopo l’addio di Gasperini, l’Atalanta punta su Ivan Juric: un tecnico con idee affini a quella dell’attuale tecnico della Roma, identità forte e voglia di riscatto

Ivan Juric all’Atalanta: un’eredità pesante, una scelta coraggiosa
L’Atalanta ha rotto gli indugi: Ivan Juric sarà il nuovo allenatore. Dopo nove stagioni storiche sotto la guida di Gian Piero Gasperini, i nerazzurri voltano pagina affidandosi a un volto noto del calcio italiano, capace di rappresentare sia continuità tecnica sia una nuova direzione emotiva e caratteriale. Una scommessa? Forse. Ma anche un’operazione ponderata, che guarda oltre i risultati recenti. Juric non è solo un erede di Gasperini: è un tecnico con visione, personalità e un passato che parla per lui.

Gian Piero Gasperini
Perché l’Atalanta ha scelto Juric?
L’identikit tracciato dalla dirigenza orobica era chiaro: cercavano un allenatore con una filosofia di gioco simile a quella di Gasperini, capace di gestire un gruppo collaudato e di lavorare sul sistema 3-4-2-1, collaudato in anni di successi. Juric, in questo senso, rappresenta il profilo perfetto: cresciuto come calciatore e tecnico proprio sotto la guida del Gasp, ne ha assorbito i principi, pur sviluppando una propria identità. Al netto di due esperienze poco brillanti con Roma e Southampton, Juric è un allenatore solido, con una lunga gavetta, un forte spirito competitivo e una spiccata attitudine nel valorizzare i giovani talenti. Qualità che rispecchiano in pieno la filosofia atalantina.
Il cammino di Juric: dalle luci di Verona ai dubbi recenti
La carriera di Ivan Juric racconta di una crescita costante, fatta di cadute e riscatti. Dopo l’inizio in Lega Pro, la promozione storica con il Crotone ha acceso i riflettori su di lui. Poi, un passaggio altalenante al Genoa, segnato da continui ritorni e tensioni. Ma è con l’Hellas Verona che Juric ha mostrato il meglio del suo repertorio: due stagioni sopra le aspettative, una squadra aggressiva, coraggiosa e ben organizzata, valorizzando giocatori come Zaccagni, Kumbulla e Rrahmani.
A Torino ha confermato la sua capacità di dare identità a squadre medie, chiudendo tre stagioni di buon livello ma senza l’atteso salto di qualità. Gli ultimi mesi, però, sono stati difficili: prima un passaggio fugace alla Roma, dove non è riuscito a invertire la rotta; poi il tentativo (fallito) di salvare il Southampton, finito mestamente all’ultimo posto in Premier League.

Ivan Juric, ex allenatore del Torino
Atalanta, una scelta controcorrente?
L’Atalanta ha deciso di guardare oltre i numeri. Nonostante l’ultimo anno turbolento, ha scelto di puntare sull’uomo Juric e sul suo modo di vedere il calcio: diretto, fisico, verticale. Una fiducia che parla di progetto, di idee da rilanciare e di un gruppo da rigenerare senza stravolgimenti. Il segnale è chiaro: la società ha voluto un tecnico pronto a raccogliere l’eredità senza rinnegare il passato, ma anche capace di portare qualcosa di suo. Juric non sarà un semplice traghettatore, ma l’artefice di una nuova fase, con la responsabilità di mantenere la Dea ai vertici e magari osare qualcosa in più.
Juric e l’Atalanta, un binomio da costruire
Quella tra Ivan Juric e l’Atalanta sarà una relazione da costruire giorno dopo giorno, fatta di sfide, pressioni e obiettivi ambiziosi. La scelta di affidare la panchina a un tecnico straniero (evento che non accadeva dal 1974) non è solo simbolica, ma rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo, in cui il passato non si dimentica, ma diventa base per costruire il futuro. Ora tocca a Juric. Il Gewiss Stadium è pronto a giudicare, ma anche ad accogliere chi dimostrerà di meritare il proprio posto nella storia della Dea.
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