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ESCLUSIVA – Amey si racconta: “E’ stata la stagione più difficile in carriera. Esordio in Serie A emozione indelebile…”
Wisdom Amey, capitano della Primavera del Bologna, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni: tanti i temi affrontati.

Wisdom Amey, capitano della Primavera del Bologna, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni: tanti i temi affrontati
Dopo un anno travagliato e una salvezza in extremis raggiunta al novantatreesimo contro l’Empoli nella sfida playout, abbiamo parlato con uno dei protagonisti della Primavera del Bologna: Wisdom Amey. Il difensore classe 2005, italiano a tutti gli effetti seppur nativo da padre togolese e madre nigeriana, ha dovuto aspettare il compimento della maggior età per poter vestire la maglia azzurra della Nazionale.
Tra l’altro in molti lo ricorderanno per esser stato il più giovane debuttante in Serie A nel lontano 2021 a soli 15 anni e 274 giorni, record successivamente battuto da Francesco Camarda nel 2023. Abbiamo fatto una chiacchierata con Wisdom Amey e dal suo sguardo è trapelato tutta la voglia di tornare a solcare il rettangolo verde, dopo un periodo indigesto caratterizzato da una lunga operazione e numerosi acciacchi.
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Wisdom Amey
Sui postumi della sfida salvezza
“Sto bene, è stata un’annata pesante, però è finita. Ci riposiamo un attimo e ricarichiamo le pile. A fine partita ci siamo trovati tutti insieme nello spogliatoio dopo lo spareggio e poi anche dopo siamo andati a mangiare tutti assieme perchè poi qualcuno aveva dei voli da prendere”.
12 maggio 2021
“Ricordo benissimo quel giorno, è passato tanto tempo, però rimane un’emozione indelebile. Inizialmente quando il mister mi ha richiamato non ci credevo, è stata una sorpresa. Mi ha detto di riscaldarmi un paio di minuti, ero molto agitato, però appena sono entrato in campo ho messo la paura da parte e ho provato a dare una mano alla squadra”.
Un anno dopo, questa volta dall’inizio sempre contro il Genoa
“In quel momento le emozioni erano ancora più grandi perchè partivo titolare ed era la prima partita che venivano a vedere i miei genitori. E’ stato davvero bello vederli in tribuna e sapere di averli al mio fianco. Lo stadio era pieno, mi sono vissuto la partita”.
Genoa, elemento ricorrente?
“Si, non saprei dirti se è un caso o meno. Il Genoa ha fatto parte della mia tappa, non penso sia proprio un caso… E’ successo!”
Sinisa Mihajlovic
“Tutti lo conosciamo abbastanza bene. Era un uomo di carattere, sempre disponibile con i suoi giocatori, a me ha dato una grande mano dal punto di vista tecnico-tattico e a livello umano. Cercava sempre di darmi consigli molto utili all’interno del campo, che non sapevo essendo giovane. Ha cambiato la mia mentalità, gli sarò per sempre grato per quello che ha fatto per me, sarà sempre ricordato da parte mia e di tutte le persone che lo hanno conosciuto”.
Niente Nazionale U15 per questioni burocratiche
“Ero amareggiato perchè mi sentivo italiano. Saper di non poter partecipare in quel momento mi ha fatto davvero male, però fortunatamente le cose si sono risolte. L’anno scorso sono riuscito ad avere la mia prima convocazione con la Nazionale in un’amichevole in Serbia. Ero molto contento perchè il gruppo era fantastico e con mister Corradi mi sono trovato benissimo, anche lui è molto disponibile, capisce molto i suoi giocatori perchè lo è stato anche lui”.
Iter della stagione
“E’ stata una stagione molto difficile, la più difficile affrontata finora. Ho avuto un’operazione alla caviglia a causa di un problema che mi portavo con me da un paio di anni. Dovevo scegliere se, in quel momento, andare all’Europeo U19 o mettermi apposto: è stato difficile perchè rifiutare un europeo sembrerebbe da folli, però fui costretto a fare quella scelta. Ho avuto diversi acciacchi durante l’anno che non mi hanno permesso di avere continuità. Tutto ciò ha messo alla prova il mio carattere, le mie emozioni; la cosa che mi ha tenuto forte sono stati i compagni, lo staff e la famiglia, la quale mi ha sempre incoraggiato a non mollare, c’è sempre un momento di difficoltà nella vita”.
Tornare a indossare quella fascia quali emozioni ha suscitato in te?
“Indossare la fascia è sempre un onore. Sembrerebbe una frase fatta, in realtà è stato uno dei miei primi obiettivi quando sono arrivato qui a Bologna. Ero davvero emozionato perchè era da tanto che non partivo titolare, rappresentare la propria squadra è qualcosa di straordinario. Avrei voluto certamente giocare di più, ma non posso nemmeno stare qui a rimpiangere ciò che è stato. Bisogna andare avanti e lavorare!”.
Qualche ragazzo ha assunto le parti di leader in tua assenza?
“C’è stato Menegazzo che è stato il capitano della squadra. Ha fatto un ottimo lavoro a livello di personalità nel gruppo, non potevamo scegliere persona migliore per ricoprire quello che era il mio ruolo di capitano l’anno scorso. Abbiamo anche Ebone e Byar, fondamentali per noi; sono in grado di gestire il gruppo tranquillamente. Ho avuto degli “eredi” affidabili”.
Claudio Rivalta-Colucci: quali sono stati i loro insegnamenti nei tuoi confronti?
“Rivalta non ho avuto tanto modo di conoscerlo perchè era nella fase in cui mi dovevo ancora mettere a posto, però umanamente è proprio una brava persona per quel poco che l’ho conosciuto. Ho conosciuto di più Colucci, il quale è una persona ambiziosa. Quello che ha trasmesso è la voglia di giocare a pallone e di non mollare mai su ogni pallone, è un po quello che mi ha rappresentato fino ad adesso”.

Leonardo Colucci
Punti di riferimento in queste stagioni nelle rose della prima squadra?
“Ho sempre avuto qualche punto di riferimento per me. Chiaramente De Silvestri che mi è stato subito vicino quando a 15 anni sono andato con la prima squadra, poi Palacio, Danilo… negli ultimi anni la squadra è sempre stata giovane quindi se c’era da dare consigli erano sempre tutti disponibili. E’ una cosa che ho apprezzato tantissimo perchè essendo giovane si ha sempre bisogno di qualcuno con più esperienza di te. Potrei nominare anche Zirkzee”.
Un giocatore al quale ti ispiri?
“A me piace moltissimo Tomori. Mi è sempre piaciuto come persona, ebbi modo di conoscerlo a Milano di persona. E’ una persona tranquilla. Anche Cubarsi mi piace molto, non serve spiegare il perchè”.
Il compagno con il quale ti sei trovato meglio in difesa in questi anni di Primavera?
“Direi Motolese e Stivanello. Era il mio primo anno di primavera, con loro mi sentivo sicuro. Erano due difensori forti con i quali avevo una grandissima intesa”.
Quali sono le tue ambizioni nel futuro imminente?
“Attualmente le ambizioni sono tante anche perchè ho fatto un anno in cui non mi sono concentrato sul campo. C’è l’ambizioni di giocare con i grandi e trovare quella continuità che mi è mancata”.
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