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ESCLUSIVA MP – Adzic, nuovo gioiello Juve: “In patria lo vedono come un leader. Ha un grande potenziale”

Vasilije Adzic raccontato da chi lo ha visto crescere: gli inizi in Montenegro, la scelta Juventus e la convinzione di un futuro da leader anche in Nazionale.

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Vasilije Adzic

Vasilije Adzic si sta prendendo la Juve

Nelle notti che trasformano i sogni in realtà, Vasilije Adzic ha trovato il suo posto nella storia recente della Juventus. Il talento nato a Niksic non solo ha deciso il Derby d’Italia con un gol destinato a restare negli annali, ma ora si prepara a vivere un’altra svolta: quella con la maglia del Montenegro, dove ad attenderlo c’è Mirko Vucinic, ex idolo bianconero e nuovo ct della nazionale.

Un intreccio di destini che lega passato e futuro, raccontato in esclusiva dal collega Nedeljko Kostic di Pobjeda, che ci guida alla scoperta dell’anima e del cammino di questo ragazzo proiettato verso il grande calcio.

Gli inizi di Adzic: il Montenegro e l’idolo Jovetic

Come descriveresti l’identità calcistica di Adžić: è più un regista moderno, un centrocampista box-to-box o un classico trequartista?

“Adžić è un giocatore amatissimo dai tifosi, vale la pena andare allo stadio solo per vederlo. Non lo paragonerei a nessun altro calciatore, perché sarebbe ingeneroso. Sono però sicuro che in futuro alcuni giovani talenti verranno paragonati proprio ad Adžić”.

In che modo gli anni al Budućnost Podgorica lo hanno formato, sia come giocatore sia come persona, considerando la pressione di rappresentare un club così esigente a soli 17 anni?

“Vasilije è un ragazzo umile, che si è trasferito giovanissimo da Nikšić a Podgorica. È vero che le due città distano solo un’ora, ma a quell’età non è facile stare lontani dalla famiglia anche solo per un giorno. Credo che la sua famiglia sia per lui un sostegno fondamentale, una fonte di forza”.

Il suo gol contro l’Inter lo ha presentato al grande pubblico, ma al di là del tiro da fuori, qual è la sua vera forza?

“Ha una grande forza mentale, qualità non comune nei ragazzi della sua età. L’ho intervistato a giugno di quest’anno: era pieno di fiducia, positivo, convinto di poter dimostrare il motivo per cui è alla Juventus”.

Jovetic lo ha paragonato a Lampard e Gluščević ha parlato della sua fame e della sua mentalità: quali modelli o caratteristiche pensi che Adžić rifletta davvero?

“Quanto a Stevan Jovetić, bisogna sapere che Adžić lo considera un idolo, lo ammira profondamente e può sicuramente imparare molto da lui. Non solo da lui: l’allenatore della nostra nazionale è il grande Mirko Vučinić, maestro di calcio e concittadino di Adžić, entrambi nati a Nikšić”.

Ha dovuto affrontare infortuni in passato: quanto hanno influito sul suo sviluppo e come li ha superati mentalmente e professionalmente?

“È un peccato che la scorsa stagione abbia avuto problemi fisici, perché sono convinto che avrebbe già collezionato un numero considerevole di minuti in prima squadra e avrebbe debuttato prima anche con la nazionale maggiore del Montenegro. Nonostante ciò, ha saputo reagire bene”.

Il ‘no’ al Bologna e la scelta Juventus: Tudor punta sul suo talento

Scegliere la Juventus a 18 anni è stata una mossa coraggiosa: cosa dice questa decisione della sua personalità e delle sue ambizioni?

“Ha ricevuto una proposta seria dal Bologna che, per quanto ne so, aveva offerto persino più soldi al Budućnost rispetto alla Juventus. Tuttavia, Adžić ha voluto fortemente andare alla Juventus, convinto di avere la qualità per giocare in un club così grande. È difficile dire ‘no’ a una società di quel livello, soprattutto se arrivi da un campionato poco competitivo come quello montenegrino. Come ho già detto, Vasilije ha grande fiducia in sé stesso: per lui la paura è un concetto sconosciuto”.

Che tipo di rapporto ha costruito con Igor Tudor e quanto può essere importante il tecnico nello sviluppo tattico di Adžić?

“Tudor e Adžić provengono dalla stessa area geografica: Montenegro e Croazia sono paesi confinanti e la lingua è simile. Questo probabilmente ha favorito la comunicazione. Tudor ha raccontato di aver lavorato con Adžić per cinque o sei mesi per correggere alcune lacune. Vasilije non ha ancora raggiunto il suo pieno potenziale, e bisogna ricordare che per lui non è stato facile passare dal campionato montenegrino a un livello così alto. In Italia la tattica ha un peso enorme, mentre in Montenegro Adžić godeva di maggiore libertà di gioco. Ma non ho dubbi che presto diventerà un calciatore in grado di soddisfare tutte le esigenze della Serie A”.

In nazionale è considerato un talento emergente: quale ruolo può avere nel futuro del Montenegro e quanto possono influenzarlo figure come Jovetić e Vlahović?

“In Montenegro siamo convinti che Adžić possa già essere il leader della nazionale. La squadra è destinata a ringiovanirsi, e Vasilije sarà il giocatore chiave di questo processo. Per lui deve essere molto significativo avere Dušan Vlahović come compagno alla Juventus”.

Quanto è importante la famiglia per Adžić, in particolare il ruolo del padre Jovan, e come lo ha aiutato a mantenersi con i piedi per terra?

“Credo che la sua famiglia sia per lui un sostegno fondamentale, una fonte di forza. Vasilije è un ragazzo umile, che si è trasferito giovanissimo da Nikšić a Podgorica. È vero che le due città distano solo un’ora, ma a quell’età non è facile stare lontani dalla famiglia anche solo per un giorno”.

Fuori dal campo, cosa sappiamo di lui: passioni, amicizie o tratti della personalità che ci aiutano a capire chi è Vasilije oltre il calcio?

“Mi ripeto, ma è giusto sottolinearlo: Vasilije è un ragazzo estremamente educato. Dimostra grande rispetto per compagni, allenatori e giornalisti. È sempre sorridente, ed è davvero l’esempio di come un giovane atleta dovrebbe comportarsi”.

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