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Adorante, l’agente Letterio Pino: “Castellamare è il suo Real Madrid. Mercato? Non solo Malmo…”

Letterio Elio Pino, procuratore di Andrea Adorante, ha commentato in esclusiva la stagione del suo assistito con la maglia della Juve Stabia: un’annata memorabile che ha attirato l’attenzione dei club esteri, anche se Castellamare resta la prima opzione per il classe 2000

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Adorante Juve Stabia
Adorante Juve Stabia

Adorante, dall’infortunio con la Primavera dell’Inter all’esplosione con la Juve Stabia: una stagione da incorniciare

La carriera di un calciatore è fatta di alti e bassi, di sogni accarezzati e brusche cadute. Gli infortuni, le difficoltà, fanno parte del gioco, ma è proprio nei momenti più bui che spesso nasce la forza per rinascere. Quella che stai per leggere è la storia di un ragazzo che, proprio mentre stava toccando il cielo con un dito con la maglia dell’Inter, ha visto tutto crollare. Era il 2019, un derby d’Italia Primavera, quando un grave infortunio – la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro – lo ha costretto a ripartire da zero.

Luciano Spalletti, all’epoca tecnico dei nerazzurri, lo aveva già inserito nei piani della prima squadra: convocazione in Europa League contro il Rapid Vienna, panchina pronta anche per il match successivo con l’Eintracht Francoforte. Ma il destino aveva altri programmi. Eppure Andrea Adorante non si è lasciato sopraffare. Nessun rimpianto, solo voglia di crescere. Come ha raccontato in una recente intervista: “L’infortunio mi ha fatto crescere come calciatore e come persona. Ho fatto il giusto percorso”.

Adorante-Juve-Stabia

Andrea Adorante, attaccante della Juve Stabia

Quel percorso lo ha portato a indossare le maglie di Parma, Virtus Francavilla, Messina, Triestina, fino alla definitiva esplosione a Castellammare di Stabia, con la Juve Stabia. Dodici gol e due assist nella sua prima stagione con le Vespe valgono la promozione in Serie B. Ma il meglio doveva ancora venire: nell’annata attuale, Adorante ha perfezionato il proprio score, chiudendo con 17 reti — terzo miglior marcatore della cadetteria, al pari di Iemmello, ad un passo da Laurienté (18) e due da Esposito (19).

Una stagione da sogno, figlia di determinazione, fiducia e legami forti, come sottolinea il suo procuratore Elio Letterio Pino, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni: “L’amore dei tifosi, che lo hanno accolto sin da subito, il rapporto con mister Pagliuca e quello col Ds Lovisa sono stati determinanti”.

Adorante, cosa c’è dietro al successo

È stata sicuramente una stagione positiva per il suo assistito. In che modo, rispetto alle esperienze precedenti, è riuscito finalmente a trovare un suo habitat professionale a Castellammare di Stabia? Cosa ha trovato lì che forse non aveva ancora trovato altrove?

Tre componenti fondamentali: innanzitutto i tifosi, che lo hanno fatto sentire amato, lui e la sua compagna, sin dal primo minuto. Poi il mister Pagliuca e il direttore sportivo Matteo Lovisa. Questi sono stati i tre segreti di Adorante.

Nella fase iniziale della sua carriera Adorante ha avuto un brutto stop, quando militava nella Primavera dell’Inter. Come è riuscito a ripartire dopo quell’infortunio, che per un giovane della sua età poteva essere devastante?

Grazie alle persone che gli sono state accanto, in particolare la sua compagna e tutta la famiglia. Inoltre, Andrea è un ragazzo molto intelligente, ha capito che nella vita possono esserci delle difficoltà e ha saputo rialzarsi. Quelle esperienze negative lo hanno fortificato, rendendolo la persona e il calciatore che oggi, per fortuna, è esploso.

Dopo quelle difficoltà, ha avuto una parentesi al Parma, la sua città. Il fatto che lì non sia andata come sperava gli ha lasciato l’amaro in bocca?

No, la vita è fatta di momenti in cui si è più o meno pronti. Gioca in Italia, non è facile trovare tante piazze importanti. Certo, Parma è la sua città e la porta nel cuore, ma chissà che in futuro non possano ritrovarsi. Mai dire mai.

A proposito di futuro, qualche settimana fa si è parlato di un interesse del Malmo. È vero? 

È vero, molti club esteri si sono interessati. Andrea ha impressionato per le sue prestazioni, ed è sorprendente vedere un attaccante di Serie B attirare l’attenzione di squadre di Serie A in Europa. Questo dimostra quanto oggi lo scouting internazionale sia focalizzato sul talento, a prescindere dalla categoria. Tuttavia, al momento stiamo valutando, insieme al direttore sportivo Lovisa, al presidente Langella e al direttore generale Polcino, quale sia la soluzione migliore per il futuro di Andrea.

Adorante Juve Stabia

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“Castellamare, il Real Madrid di Andrea”

Castellamare resta la prima opzione per Andrea?

Assolutamente sì. Andrea considera Castellammare di Stabia come il suo “Real Madrid” ed è felice qui. Tuttavia, è normale che ci siano sirene da altre squadre, e questo rappresenta per lui l’opportunità di realizzare un sogno, di crescere a livello di categoria e di prestigio. Dipenderà anche dalla Juve Stabia, se avrà la volontà eventualmente di rilanciare. Bisogna infatti comprendere che quest’uomo — parlo di Langella — ha compiuto, in questi anni, sforzi sovrumani. È pur sempre un imprenditore, non un fondo di investimento, non un gruppo di miliardari americani o milionari che mette soldi con facilità: è tutto frutto del sacrificio. Ha alle spalle un’azienda, è un uomo di numeri, e nessuno può obbligarlo a investire per forza. Se deciderà di farlo, saremo ben felici di ascoltare il suo progetto, perché — lo ribadisco — ci siamo trovati benissimo. Castellammare resta dunque assolutamente la prima opzione.

 

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Perchè l’estero guarda Adorante

Le richieste arrivate dai club europei per Andrea l’hanno sorpresa perché il sistema di scouting, a livello organizzativo, funziona in modo diverso rispetto all’Italia? Oppure perché dalla Serie A sono arrivate meno richieste rispetto a quelle provenienti dall’estero?

Ci sono due o tre motivi. Il primo è che oggi l’attaccante è diventato una sorta di specie protetta, come il panda: ce ne sono pochi in circolazione. Basti pensare che campioni affermati come Džeko sono ancora protagonisti, nonostante l’età, a dimostrazione della scarsità di alternative reali. Inoltre, in Italia i movimenti di mercato partono sempre con un certo ritardo: molte squadre non hanno ancora un allenatore o un direttore sportivo, i playoff in Serie B si sono conclusi da poco, i playout non si sono ancora disputati. È quindi normale che non ci siano state accelerate nelle trattative. All’estero, invece, c’è una maggiore programmazione: iniziano già a marzo o aprile a pianificare ciò che serve, con meno pressioni. In Italia, invece, si vive sempre sul filo: basta una sconfitta per finire sotto accusa, una vittoria per essere esaltati. Questo clima condiziona anche il mercato.

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