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Lang-Ndoye, il dubbio amletico di Conte: chi si adatterebbe meglio alle esigenze del tecnico salentino?

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Ndoye-Lang

Conte, è stallo alla messicana: Ndoye o Lang per la fascia sinistra?

Il mercato del Napoli si accende nella ricerca al vero eredi di Kvaratskhelia: è duello tra Noah Lang Dan Ndoye. Proviamo a delineare l’identikit dei due giocatori, in relazione anche alla sinergia con il gioco di Conte.

Dan Ndoye

Dan Ndoye (screen)

Dan Ndoye, fiammate ed un exploit quasi inatteso

Elettrico ed esplosivo nei suoi impulsi di talento con Thiago Motta, Italiano lo ha invece trasformato in un esterno dannatamente consistente anche sotto porta. Un cambio di passo sostanziale, perché lo svizzero ha fatto la muta e si è trasformato nello spazio di un mattino. Nel 24/25 ha flirtato con la doppia cifra, fermandosi a 9 gol stagionali ma mostrando delle medie realizzative fuori scala rispetto ai precedenti in carriera. Praticamente raddoppiato il picco massimo di timbri in campionato, da 4 a 8, e di pari passo si alzano le percentuali al tiro: Ndoye mette con più frequenza il mirino sulla porta, cercandolo 52 volte rispetto alle 41 dell’annata 23/24.

E nonostante la media delle conclusioni nello specchio sia simile (oscilla tra il 38 e il 39%), a migliorare vistosamente è il rapporto tra i tiri in porta e i gol, che passa da uno scarno 6,25% (che traduce un 1 su 16), ad un abbondante 40% con 8 su 20 tentativi totali. Pensiero più verticale e meno improntato sulla comunicazione continua con i compagni: Italiano infatti gli perdona qualche errore in più nell’impostazione (78% di precisione nei passaggi, in confronto all’83% dell’anno precedente) perché sa che lo svizzero gli restituirà tutto con gli interessi nell’ultima porzione di campo. Il classe 2000 quindi ha completato la sua transizione, un processo di crescita che ha vissuto nella scorsa stagione il suo picco massimo e che ora gli vale i riflettori dei campioni d’Italia in carica.

Noah Lang

Noah Lang (screen)

Noa Lang, temperamento: proprio ciò che piace a Conte

Nel caso dell’olandese, l’ago della bilancia risiede nella temperatura incandescente che può raggiungere il suo carattere. Chi meglio di Conte però, per riuscire ad abbassare la portata distruttiva di quella variabile, o addirittura trasformarla in pura consapevolezza. Per anni, è stato proprio l’extra-campo a devitalizzare la crescita esponenziale di Noa Lang, che già ai tempi dell’Ajax aveva detto a dio per delle frizioni con Ten Hag. L’ultimo semestre al Psv invece, è stato movimentato nel senso più puro del termine: prima la volontà di andare al Napoli già a gennaio, con conseguente risposta del club che lo mette fuori rosa; poi, i fischi dei suoi stessi tifosi al ritorno in campo, ai quali prontamente reagisce con esultanze polemiche. Infine, uno scudetto ripreso per i capelli dopo una flessione terribile nella parte centrale del campionato.

Dan Ndoye

Dan Ndoye (screen)

Il tutto, omettendo un piccolo grande elemento: costantemente nell’occhio del ciclone, l’olandese ha sfornato la stagione più scintillante della carriera in termini di presenza offensiva e giocate decisive, condendo il tutto con una “doppia doppia” da 14 gol 12 assist in 44 presenze. Anche con lui si parla di un talento che non può essere rinchiuso in un ruolo, perché è nella sua natura essere anarchico e anche nel campo preferisce svariare. Nel suo caso inoltre, il rapporto tra tiri conclusioni nello specchio è ancora più sorprendente (24 tentativi tra i pali su 40 totali, media del 60%. Di questi, il 45% si traduce in rete. In sostanza, parliamo di un’altra fiche importante da provare a regalare ad Antonio Conte.

Luca Ottaviano

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