Calciomercato
Calciomercato, apre il periodo extra: cosa serve alle squadre di Serie A

Riparte il Calciomercato: l’antipasto prima del Mondiale per Club
La folle corsa verso il finale di stagione si aggancia all’inizio della prossima. A distanza di poco più di una settimana dall’euforia per il quarto scudetto in casa Napoli, la Serie A si prepara ad aprire le danza nella sessione extra di Calciomercato concessa dalla Lega tra l’ 1 e il 10 giugno. A sandwich tra la coda del campionato e l’inaugurazione della nuova edizione del Mondiale per Club, che vedrà anche due italiane ai blocchi di partenza. Proviamo quindi a delineare sogni proibiti, desideri concreti e aspettative delle 20 squadre che parteciperanno alla prossima Serie A.

Calciomercato
Atalanta, un calciomercato per ricostruire dei punti fermi
Il primo strappo si è consumato: Gasperini lascia un vuoto nella guida tecnica ancora da colmare. Per dare continuità e un filo diretto (almeno a livello concettuale), il nome su cui spendere una fiche potrebbe essere Raffaele Palladino, che di recente ha formalizzato la rottura totale con la Fiorentina.
Intrecci che coinvolgono tante panchine e tante dinamiche di mercato: il rebus allenatore infatti coinvolge anche i nomi di Thiago Motta, Pioli o un clamoroso sorpasso di Sarri. Risolto questo tema impellente, ci sarà da lavorare sul pacchetto arretrato: rientrerà Giorgio Scalvini, ma Toloi e Djimsiti non sembrano poter dare garanzie a livello atletico e fisico. Andrà quindi trovato un altro difensore da affiancare al 2003, ad Hien e a Kolasinac.
Centrocampo che pende dalle labbra di Ederson: qualora si consumasse un altro pesante addio, la Dea dovrebbe attivarsi sul mercato per sostituire un giocatore dalle caratteristiche uniche, esuberante a livello fisico e anche presente in zona gol. Un altro tassello pericolante in questo domino è Ademola Lookman: lui potrebbe essere la pedina da sacrificare sul mercato per avere a disposizione tanta liquidità e sistemare zone nevralgiche del campo. Insomma, sarà un’estate alla ricerca di punti fermi da cui ripartire, chiarendo alcune questioni in sospeso e cercando di rinforzare un gruppo comunque molto valido.
Bologna, l’obiettivo è riconfermarsi
Fin troppo semplicistico ribadire come i felsinei cerchino una riconferma ai piani alti della Serie A. La riconferma di Italiano però è una dichiarazione di intenti: i rossoblù vogliono azzannare anche la prossima stagione con rinnovato entusiasmo. In questo senso, potrebbe essere riconfermata in blocco la colonna portante che portato la squadra ad accarezzare la seconda qualificazione consecutiva in Champions League e ad interrompere il digiuno da trofei lungo 51 anni. Qualche innesto però, dovrà necessariamente arrivare: in difesa, Casale e Calabria rientreranno alla Lazio e al Milan, rendendo impellenti degli investimenti per un centrale e una riserva sulla corsia di destra.
Anche a centrocampo la situazione si lega a doppio filo con il futuro di Pobega: dinamismo e impatto dalla panchina, ma le resistenze del Milan potrebbero far lievitare il cartellino fino ad un valore di 15 milioni. In più, la carta di identità di Freuler (catalizzatore biologico del gioco, ma classe 1982) potrebbe spingere comunque il Bologna a muoversi sul mercato per aggiungere alternative e profondità nelle scelte. In attacco, Orsolini sarà ancora accentratore e leader tecnico, mentre l’uscita di Castro andrebbe riequilibrata con un’innesto pesante.
Cagliari, un unico grande punto interrogativo
A salvezza raggiunta, si ripresenta in Sardegna e nella carriera di Nicola una sliding door: come è già capitato a Salerno, il tecnico deve ancora sciogliere le riserve sulla sua permanenza. Definendo questo aspetto, il Cagliari potrebbe fiondarsi su un mercato con poche certezze: servirebbe tanto materiale, ma le risorse economiche non permettono grandi spese. Tra i pali, c’è l’intreccio Caprile-Scuffet ancora da risolvere, in difesa si potrebbe pensare ad un terzino sinistro e a centrocampo serve una mezz’ala capace di alternare transizione offensiva e lavoro sottotraccia.
Como, ambizioni e una strada tracciata
La conferma di Fabregas come guida tecnica è fondamentalmente è il primo gol del mercato. Partendo da questo “1-0” concettuale acquisito, i lariani possono impostare la rotta verso ambizioni sempre più alte. In chiave mercato, ciò si traduce in mosse molto simili ai capolavori Diao, Nico Paz o Caqueret.
In porta, Butez ha dato ottime garanzie a livello di leadership, comunicazione con il reparto difensivo, riflessi e solidità tra i pali. La porzione centrale della difesa è leggermente in sotto numero, quindi ci si aspetta un innesto; sulle corsie invece, si attendono sviluppi per Alex Valle, che il 30 giugno tornerà a Barcellona. A dettare tempi e spazi invece dovrebbe esserci ancora Perrone, con i lombardi che stanno cercando di trovare l’intesa con il City per acquistarlo a titolo definitivo.
In avanti c’è la variabile dell’imprevedibilità, perché in fondo è nella natura di Nico Paz depistare difese e probabili pronostici. Dall’astro nascente scuola Real Madrid passeranno tanti dei discorsi in chiave mercato. E non potrebbe essere altrimenti, visto il peso specifico delle sue giocate: 6 gol e 9 assist in 35 presenze, ma soprattutto tanto calcio nelle corde del talentuosissimo 2004. L’unica nota stonata? La recompra a favore delle Merengues, fissata a 9 milioni per il 2026.

Nico Paz
Cremonese, un clamoroso ritorno e un calciomercato per centrare la salvezza
Sembrava impossibile, ma contro ogni pronostico sono i lombardi a vincere i playoff e staccare l’ultimo pass per la promozione. Un capolavoro di Stroppa e soci, che a casa dello Spezia confezionano il 2-3 decisivo nell’economia della doppia sfida in finale. Risalita quasi insperata, che a distanza di due stagioni torna in Serie A e vorrà evitare a tutti i costi l’etichetta dello sparring partner.
Per fare ciò, un aiuto massiccio dovrà arrivare dal mercato: in porta Saro e Fulignati non sembrano garantire un livello da massimo campionato. In difesa invece, Antov, Ceccherini e Bianchetti potrebbero essere gli intoccabili, ma sulle fasce c’è bisogno di investimenti.
A centrocampo, Pickel è il leader e darà tanta consistenza nella doppia fase, mentre il genio creativo sarà Franco Vasquez, probabilmente all’ultimo ballo in Serie A. Davanti c’è forse bisogno di profondità nelle rotazioni sulle fasce: Vandeputte non tornerà al Catanzaro grazie all’obbligo di riscatto, ma insieme a Zanimacchia e Jonsen non ha lo spessore e l’esperienza per gestire un’intera stagione da titolarissimo nel massimo campionato.
Fiorentina, confusione all’orizzonte
La separazione consensuale con Palladino è un fulmine a ciel sereno che ha squarciato il cielo sopra il Franchi. Scossa dalle sue fondamenta, la viola dovrà rialzarsi in sede di mercato e trovando un nuovo allenatore capace di raccogliere un testimone che ora scotta. Tanti profili potenzialmente appetibili: da De Rossi a Pioli, passando per Farioli, Baroni o Tudor.
Nomi con caratteristiche e idee diverse, ai quali però si chiederà un salto di qualità che dovrà essere accompagnato da investimenti oculati. Dalla cintola in su, sono tante le voragini da colmare: Adli (nonostante un’impressionante stagione da 5 gol e 7 assist) non sarà riscattato a 10,5 milioni; Zaniolo seguirà lo stesso iter, tornando al Galatasaray; infine, anche Folorunsho rientrerà alla base.
Serve dunque fantasia, incisività tra le linee e anche un pizzico di regia: qualità che andranno ricercate sul mercato, nel quale i toscani dovranno anche resistere agli assalti per Dodò.
Genoa, un calciomercato per alzare l’asticella
Vieira ha riportato stabilità, unità d’intenti e una generosa dose di risultati. Adesso però, è il momento di agitare le acque in casa Genoa, perché non può più bastare una salvezza tranquilla per ritenersi pienamente soddisfatti. In porta andrà aggiunto materiale: il solo Leali non può dare sicurezza. In difesa, occhio alle sirene dall’estero e dall’Italia per Koni De Winter, gioiello difensivo valutato sui 25 milioni. La sua partenza però implicherebbe un’entrata in quella zona di campo; fasce invece presidiate dalla progressione e la benzina infinita di Norton-Cuffy e (forse) dal 2008 Honest Ahanor.
Incognite invece a centrocampo: Miretti lascia un vuoto da colmare, e anche Frendrup potrebbe attirare nuovamente gli occhi di qualche big. Partenze che renderebbero dunque necessarie delle mosse tempestive, accompagnate da qualche riflessione sul fronte offensivo. Pinamonti è in bilico tra l’opzione riscatto a 15 milioni di euro e il rientro al Sassuolo; un ritorno che libererebbe un tassello da occupare con un’altra punta. Sale invece dalla Primavera Jeff Ekhator, classe 2006 che ha tanti colpi e potrebbe dare profondità al reparto.

Lorenzo Venturino Genoa
Hellas Verona, si punta ancora alla salvezza?
Per la seconda annata consecutiva, l’Hellas trova una salvezza stiracchiata e tirata per le lunghe. Sempre all’ultima giornata, ma con un iter differente rispetto al 23/24. A gennaio, l’unico scossone degno di nota è stato l’addio di Belahyane, in direzione Lazio per una cifra di circa 9,5 milioni. Movimenti sicuramente meno consistenti, che hanno richiesto meno interventi sul mercato rispetto al gennaio 2024: nell’ordine, lasciavano Ngonge, Doig, Hien, Terracciano, Hongla e Djuric; tasselli importanti nella prima parte di campionato, rimpiazzati comunque bene da Suslov, Noslin, Dani Silva, Belahyane e qualche prestito.
Forse però, bisognerà abbandonare questo tipo di dinamica per puntare ad un progetto più stabile: meno stravolgimenti e più programmazione. In attesa di conoscere sviluppi sul fronte Coppola, con il difensore che ha attirato le attenzioni di alcuni club in Premier League, il Verona dovrebbe muoversi probabilmente per promuovere qualche giovane dalla Primavera. Nwanege, Agbonifo, Vermesan e Alphadjo Cissé sembrano essere cresciuti molto e potrebbe fargli bene un primo anno di apprendistato in Serie A. In seguito, qualche investimento a centrocampo, per affiancare a Serdar e Duda un mediano credibile come alternativa nelle rotazioni. In attacco invece, in caso di mancato ritorno di Tengstedt, gli scaligeri si muoveranno senza dubbio per una punta.
Inter, il calciomercato per scacciare i fantasmi della finale
Da ieri, tutto cambia
“Per non sentire l’amarezza”, cantava Vasco Rossi in una delle sue canzoni più celebri. Ebbene, la finale di Champions League lascerà inevitabilmente degli strascichi importanti ad Appiano Gentile. Partita nata male, finita peggio, vissuta come un’umiliazione da gran parte dell’ambiente: indizi che ci portano a pensare che questa possa diventare l’estate dei grandi scossoni.
Il primo potrebbe riguardare la panchina, con la posizione di Inzaghi sempre più scricchiolante e la sensazione che le “Primavere arabe” lo tentino più che mai. Così, potrebbe ripartire l’effetto domino delle panchine, con i nerazzurri che si fionderebbero su Fabregas o altri profili, andando in sostanza ad agitare ulteriormente il mercato degli allenatori.

Inzaghi Inter
Lo scontro generazionale ha posto l’accento su un problema
Oltre all’aspetto della guida tecnica, la finale ha certificato un altro elemento essenziale per ripartire: l’Inter dovrà abbassare l’età media di squadra. Ieri si scontravano gli antipodi concettuali, i poli opposti: 25 anni e 96 giorni per il Psg, 30 anni e 242 giorni per i nerazzurri. Dato che implica dei movimenti di mercato massicci: in porta, è forse arrivato il momento del passaggio di consegne definitivo da Sommer a Martinez.
In difesa, De Vrij, Acerbi e Darmian (che, sommando le loro carte d’identità, superano il secolo di età) dovranno essere sostituiti da almeno due tasselli di prospettiva e talento, capaci di entrare da subito nelle rotazioni dei titolari. Buono l’innesto di Sucic in mediana, ma la zona fantasia necessita di un restyling totale: manca creatività, dribbling e giocate estemporanee, in grado di cambiare il flusso della partita.
In questo senso, sarà fondamentale capire cosa vuole fare da grande Valentìn Carboni: il 2005 deve ancora inserire le marce alte e completare quel processo di crescita che lo potrebbe inserire nei discorsi dell’Inter del futuro. In più, le seconde linee in attacco hanno vissuto soltanto degli sprazzi di Arnautovic, con Taremi e Correa che sembrano anch’essi al passo d’addio. Tante mosse e una clessidra che ha già cominciato a far scorrere i granelli di sabbia, mettendo nella testa della dirigenza un ingombrante “tic, tac” da scacciare via con i fatti.
Juventus, all’insegna della confusione
“Tudor o non Tudor, questo è il dilemma”. O meglio, lo era fino a qualche settimana fa, prima che le intenzioni di cambiare prospettive non venissero palesato dal blitz tentato per riportare a casa il “figliol prodigo”, Antonio Conte. Fallito l’assalto al salentino, i bianconeri hanno dovuto fare i conti anche con il “no” di Gasperini, che getta ulteriore nebbia fitta sul futuro in panchina.
La Juventus deve cominciare un processo di recupero della sua identità, ma il cambio di guida tecnica deve essere l’innesco di tutto, il catalizzatore biologico del cambiamento. Si è fatto strada nelle ultime ore il nome di Marco Silva: la carta d’identità è dalla sua (12 luglio 1977) e il percorso splendido al Fulham, con un graduale stravolgimento nello status e nelle ambizioni dei “cottagers”, è un biglietto da visita sicuramente valido.
Successivamente, toccherà al gruppo squadra: in difesa servirà almeno un innesto al centro, con il rientro di Bremer che sarà prezioso come acqua nel deserto. Andrà risolta anche la questione Cambiaso, ancora appeso tra permanenza e addio, e andranno riabilitati i tre tonfi del mercato scorso. Douglas Luiz, Koopmeiners e Nico Gonzalez danno più o meno 150 milioni di motivi alla Juventus per cercare di raddrizzare la loro parentesi in bianconero, partita malissimo.
Infine, il grande nodo della punta: da Vlahovic a Kolo Muani, il futuro è ancora molto incerto e gli equilibri del mercato passeranno inevitabilmente da loro. Da definire anche il futuro di Conceicao: stupendo l’impatto con la Serie A, nella prima parentesi di Thiago Motta è stato spesso l’innesco del cambio di passo della squadra; con Tudor però, ha perso terreno e quei colpi di freschezza e talento sono arrivati col contagocce.

Vlahovic
Lazio, chi sei veramente? Il calciomercato per stabilirlo
Ormai possiamo dirlo con chiarezza: l’Amleto è l’opera preferita dalle parti di Formello. Sempre alle prese con la ricerca di sé, di un’identità e di uno status ancora in via di definizione, la Lazio dovrà assorbire anche il colpo dell’addio di Baroni. Si profila all’orizzonte il colpo di teatro, il clamoroso ritorno di Sarri: con lui però, tornerebbero quei dilemmi tattici e di ambizioni che da anni affliggono i biancocelesti. Il toscano è un tecnico esigente, che vuole costruire un vestito tecnico su misura rispetto alle sue idee di calcio. In questo senso, servirebbero investimenti consistenti e visione: in primis, andranno gestite le gerarchie tra i pali, con Mandas che aveva scavalcato Provedel ma con l’ex Empoli che proprio nello scintillante biennio 21/23 (il primo mandato di Sarri) aveva abbassato spesso la saracinesca.
Sulla catena di sinistra, Nuno Tavares ha palesato una certa propensione all’affaticamento muscolare: dovrà essere quindi affiancato da una riserva di livello, che quanto meno si avvicini al suo detonante apporto nella propensione offensiva e nell’arte del mettere in porta i compagni, con i cross come arma più tagliente. La fascia destra ha invece bisogno di un restyling, con la coppia Marusic-Hysaj non più affidabile al 100%. Sulla trequarti invece, manca freschezza e la giocata risolutiva: Pedro, Zaccagni e Isaksen sono sicuramente ottime fonti, ma un innesto in più a galleggiare tra le linee potrebbe risultare fondamentale.
Lecce, si punta a non rischiare fino all’ultima giornata
La lotta per non retrocedere ha infiammato il finale di campionato, ma ha coinvolto anche un Lecce costretto a fare risultato in casa di una Lazio a caccia di tre punti per le coppe. Alla fine, i salentini hanno centrato l’impresa, ma per mantenere la categoria con meno tensione servirà qualche investimento mirato.
Il primo nodo riguarda Giampaolo: il rinnovo è scattato con la salvezza, ma l’allenatore sarebbe finito nel mirino del Pisa per un’eventuale uscita di Inzaghi. Per quanto riguarda la rosa, sono tante le incognite: le uniche certezze sono Falcone, capitan Baschirotto, Gaspar, Ramadani, Banda, Pierotti e Krstovic.
Su questo scheletro, si dovrà costruire un roster sicuramente più profondo rispetto a quello della stagione appena conclusa: manca un centrale difensivo, le fasce hanno pochi ricambi oltre ai titolari Gallo e Guilbert e a centrocampo potrebbe servire un regista che detti tempi e spazi.
Milan, cambio di rotta necessario
Messa agli archivi una stagione fallimentare su tutti i livelli, il club di via Aldo Rossi dovrà avviare una rifondazione totale. Tare e Allegri dovranno quindi lavorare a stretto contatto per ricalibrare un gruppo apparso disfunzionale, senza equilibri e con poco carattere per riuscire a riemergere dalle difficoltà.
Il primo bivio riguarda Reijnders: il City si avvicina pericolosamente al tetto autoimposto dalla società di 80 milioni per lasciarlo partire. Allo stesso tempo però, un rifiuto risuonerebbe come una netta dichiarazione di intenti, al momento abbastanza improbabile visto che lo stesso Ds è stato scelto probabilmente per le sue abilità nel reinvestire fondi derivati da pesanti cessioni.
Le altre incognite
Ancora poco chiare anche le situazioni di Theo Hernandez (con l’Arabia che bussa alla porta) e Leao, che potrebbe essere l’altro tassello sacrificabile in caso di mancato accordo per Reijnders. Le operazioni in uscita dunque ci diranno tanto della nuova impronta che il Milan vuole imprimere sul progetto. Serve infatti un regista con visione e intelligenza, probabilmente un terzino destro (visto che l’arrivo di Walker a gennaio ha di fatto sconfessato la scelta di Emerson Royale) e un centrale difensivo che doni quella solidità che nella stagione appena conclusa ha latitato. Basterà per risollevarsi? Probabilmente no, ma avendo toccato il fondo, i rossoneri hanno soltanto due opzioni: tentare una complicatissima risalita o continuare a scavare nel ridimensionamento pauroso attuato negli ultimi anni.

Leao Milan
Napoli, dall’euforia al pragmatismo: il calciomercato dei campioni
De Laurentiis ha vinto la sua prima manche in un’infinita partita a poker: giocando a carte scoperte, il presidente è riuscito a convincere Antonio Conte a continuare insieme, sulla base di un progetto che promette un mercato pirotecnico. L’arrivo di De Bruyne è soltanto questione di ore, ma non sarà verosimilmente l’unico tassello da inserire nel mosaico. Servirà un centrale di difesa, capace di dare profondità alle rotazioni e alternative alla coppia Rrahmani-Buongiorno.
In attacco invece, Raspadori e Simeone sono due incognite in particolar modo per il minutaggio che gli verrà concesso. In più, i partenopei andranno presumibilmente a cercare fantasia, estro e giocate sulle fasce: il solo Neres a sinistra fa fatica a garantire una stagione intera di dominio; servirà quindi un altro esterno d’attacco capace di creare superiorità e scuotere la partita con cambio di passo o visione.
Parma, giovani e freschezza le parole d’ordine
Ondrejka, Leoni e Haj lo hanno confermato: i ducali ottengono nuova linfa dai giovani di talento. La salvezza costruita sul gruppo più giovane per età media in Serie A (23,8 anni) non può essere un lampo nel buio e dovrà essere accompagnata da una crescita costante. Blindare i propri gioielli sarà complicato: lo stesso Leoni ha infatti già attirato su di sé molte richieste in Premier e Liga. Ripartire attingendo anche dal proprio settore giovanile però, dovrà essere la chiave. A questo però, andrà affiancato un discorso oculato sul prossimo allenatore: il rinnovo di Chivu darebbe continuità nel processo di crescita e nelle esigenze da un mercato che dovrà essere oculato.
Man e Bonny sono i primi indiziati in chiave addio per rifinanziare questa sessione estiva: il rumeno però è reduce da una stagione sull’altalena, tra genialate e momenti di eclissi totale. Il 2003 invece ha caratteristiche che potrebbero far gola a tante squadre, a cominciare dalla sua presenza fisica e dalla struttura a livello muscolare e atletico.

Giovanni Leoni
Pisa: prima il trionfo, poi l’addio
Sono giorni caldissimi in casa dei neopromossi. La città della torre pendente è stata scossa dalla decisione di Filippo Inzaghi di lasciare la guida dei nerazzurri, a pochi mesi da una promozione entrata nei libri di storia. Torna attuale quindi il valzer delle panchine: con l’ormai imminente addio del piacentino, il Pisa potrebbe fiondarsi su Giampaolo e Vanoli (nel caso i due si separino con Lecce e Torino); sullo sfondo rimangono Pirlo e Zanetti, con quest’ultimo come pista più fredda e meno probabile.
Lo zoccolo duro della squadra dovrà dunque essere riconfermato in blocco, con Tramoni e Lind a fare da leader tecnici lì d’avanti. Occhio però ai tanti rientri dal prestito, che toglieranno ai toscani risorse come Bonfanti, Abildgaard, Sernicola, Vignato e Morutan. Insomma, c’è tanto lavoro all’orizzonte per la permanenza in Serie A.
Roma, con Gasperini il calciomercato andrà ripensato?
Con la scelta forte di puntare sul “Gasp”, i giallorossi spendono una fiche importante nelle ambizioni per il futuro. Una variazione sul tema rispetto al passato, con un tecnico che crede nei principi tecnici, nell’interscambio continuo di posizione, nell’aggressione sul portatore di palla e nella ricerca della proposta offensiva.
E infatti, l’ex tecnico della Dea voleva piazzare subito il primo colpo ad effetto, portando nella capitale Mario Pasalic: il suo coltellino svizzero a Bergamo avrebbe portato tante alternative nello scheletro della squadra, essendo in grado di agire abbassando il raggio di azione o avvicinandosi alla punta. Sulla mediana infatti, ci aspettiamo qualche innesto capace di abbinare lavoro sulle linee di passaggio, tempi nella prima costruzione e anche intelligenza nello spingere la transizione offensiva.
In più, andrà blindato Mile Svilar, portiere con riflessi fenomenali e un modo di occupare i pali quasi unico. Da definire invece la questione Lorenzo Pellegrini, e con lui anche Leandro Paredes e Bryan Cristante, che proprio con Gasperini è arrivato alla sua massima espressione calcistica nel 2017/18. In avanti, fiducia all’estro, al baricentro basso e all’imprevedibilità di Soulé e Baldanzi, mentre su Dovbyk dovrà essere applicata la “cura Retegui”, per riportarlo ai suoi livelli dominanti espressi a Girona.

Soulé
Sassuolo, si prospetta un calciomercato molto attivo
Due imperativi e anche molta strada da percorrere per riconfermare un livello da Serie A. I nomi più caldi in uscita per i neroverdi sono costantemente loro due: Berardi e Laurienté, le due frecce più avvelenate nell’arco di Grosso durante la stagione 24/25. Per l’italiano, si tratta però di semplici ipotesi, ristrette per altro a club importanti come la Lazio. Sul francese però, ci sarebbe il forte interesse del Marsiglia. Superate le difficoltà nel trattenerli (e a prescindere dall’esito degli sforzi), il Sassuolo dovrà riconfermare la presenza di Moldovan tra i pali, di Muharemovic, Lovato e Bonifazi nel pacchetto arretrato, infine di Mazzitelli e Moro tra centrocampo e attacco.
Se non arriveranno certezze in queste trattative, sarà necessario tuffarsi concretamente nel mercato per acquistare almeno due difensori centrali, un mediano, una mezz’ala muscolare e con il vizio dell’inserimento, infine una punta. Il tutto togliendo dall’equazione l’eventuale doppio addio di Berardi e Laurienté, che complicherebbe ulteriormente le cose.
Torino, esiste ancora un futuro?
Quest’anno si è consumato lo strappo decisivo nei rapporti tra la tifoseria granata e Urbano Cairo. Il presidente però, ha spesso dichiarato che la stagione mediocre è stata il frutto di un concorso di colpe, nel quale probabilmente il primo a saltare sarà Vanoli. L’addio del tecnico sembra solo una questione di ore, e si consumerebbe così il terzo cambio in panchina nelle ultime tre annate.
Questo nuovo cambiamento influirà a cascata su tutto il mercato estivo: dalla programmazione agli investimenti garantiti. Uno dei punti cardine della protesta veemente del popolo granata, riguarda proprio una mancanza manifesta di ambizioni, che sta portando il Torino a perdere spessore e rilevanza ai piani alti della classifica.
L’unica splendida notizia del 24/25 è stato l’impatto convincente di Gineitis, che rientrerà sicuramente nel disegno tattico del futuro. Con lui, Casadei è risorsa indispensabile di strappi, inserimenti a fari spenti, incisività sotto porta. Il centrocampo però potrebbe perdere il suo cuore pulsante, il suo cervello che processa e rielabora la prima costruzione: dalla gestione del caso Ricci si capirà infatti gran parte della direzione che prenderà il mercato del “Toro”.
In difesa tornerà Schuurs, ma non basterà per ritrovare solidità e servirà almeno un altro innesto. Infine, in attacco c’è bisogno di un ricambio: Adams ha risposto bene al cambio di contesto dalla Premier alla Serie A, ma Dùvan Zapata e Sanabria non sembrano più essere quei giocatori decisivi fino alla scorsa estate, in primo luogo per le noie fisiche che si presentano a cadenza regolare.
Continua a leggere le notizie di Mondo Primavera e segui la nostra pagina Facebook