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foto di Lucchese 1905
foto di Lucchese 1905

Sale l'attesa per l'inizio del campionato di Primavera 3. Dando uno sguardo al girone A, una delle squadre da tenere d'occhio sarà Lucchese, chiamata a riscattare la stagione deludente dello scorso anno. Rispetto allo scorso anno, c'è da registrare un cambio di guida tecnica, con la nomina di Oliviero Di Stefano a nuovo allenatore della Primavera. Un vero e proprio ritorno per il classe 1964 che, oltre ad aver già allenato l'U19 tra il 2016 e il 2018, ha inoltre vestito da giocatore la maglia della Lucchese. In vista dell'inizio imminente della nuova stagione, Oliviero Di Stefano ha rilasciato delle dichiarazioni al quotidiano gazzettalucchese.

In primo piano, il tecnico rossonero ha voluto ringraziare la società per averlo scelto. “Sono molto vicino alla Lucchese ed in generale all'ambiente. Mi fa piacere tornare a lavorare per la squadra per cui tifo e per cui ho giocato. Anche per questo motivo é stato facile accettare l'incarico. Ringrazio la società ed il direttore del settore giovanile Bruno Russo per avermi richiamato”. L'obiettivo iniziale sarà trovare la quadratura di una squadra che quest'estate ha subito profondi cambiamenti. “Anche in Primavera ci sono stati tanti cambiamenti. Oltre ai reduci della scorsa stagione o comunque ai calciatori promossi dalla categoria Allievi, la nostra rosa si è arricchita con ragazzi che vengono da zone fuori provincia o comunque fuori della Toscana. Allo stato attuale, l'importante quindi é trovare la quadratura di una squadra che spero faccia un campionato importante”. L'ambizione di Di Stefano è quella di formare calciatori che siano pronti sia caratterialmente che tecnicamente per la prima squadra. “All'interno del settore giovanile, gli allenatori sono degli istruttori chiamati a trasmettere in primis dei valori ai propri ragazzi. Il mio obiettivo è innanzitutto quello di formare uomini di calcio, che possano essere utili anche nel contesto della prima squadra. La Primavera rappresenta l'ultimo step prima del calcio dei grandi. A 17/18 anni, un ragazzo deve essere consapevole del fatto che sta per addentrarsi in una fase importante non solo della propria carriera, ma anche della propria vita”. Infine, l'allenatore toscano ha dato un'opinione sulla riforma del campionato Primavera. “Personalmente, non condivido questa scelta. Con questa riforma, c'è il rischio di complicare o comunque rallentare l'inserimento dei giovani all'interno del calcio che conta. In linea di massima, a mio parere già a 18 anni è possibile stabilire se un ragazzo è realmente pronto per un'eventuale esperienza tra i professionisti o meno”.

 

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